Un lasciapassare per l’ade: “Green Pass”
Tutte le più pessimistiche previsioni si stanno avverando.
Una maggioranza di cittadini sta per essere scagliata contro una minoranza.
I giornali e le televisioni stanno incitando deliberatamente all’odio .
Concetti e idee che non si sentivano dagli anni Trenta sono stati completamente sdoganati.
Il ceto medio semi colto (una volta si sarebbe detto la piccola borghesia) si sta già mobilitando con la furia di cui è capace.
Già si sentono, anche da persone che fino al giorno prima parevano amiche, parole che incitano alla discriminazione, all’esclusione dalla vita civile, alla violenza contro i renitenti.
In questa situazione può succedere di tutto.
L’Italia è , in questo senso, un laboratorio.
Dobbiamo sperare, oltre che nella nostra resistenza, nella ribellione di paesi dove l’opinione pubblica è meno condizionata da decenni di propaganda televisiva.
Dobbiamo essere consapevoli che la nostra lotta, per quanto possa apparire minoritaria e disperata, assume un valore universale.
Chi scarica il “green pass” accetta che la sua vita venga tracciata e monitorata in qualsiasi momento. Quando va al cinema, al bar, al ristorante, all’ospedale. Tra poco, anche quando mangerà, andrà in bagno o farà all’amore. Col green pass si cessa di essere uomini e si diventa algoritmi. Si consegna il proprio corpo, la propria anima e la propria mente al potere. Si consegna al carceriere la chiave della propria prigione.
Il green pass non ha nulla di sanitario.
Lottare contro il green pass significa difendere la libertà di tutti, anche di quelli che ci odiano.
I prossimi decenni dovranno essere dedicati alla lotta senza quartiere contro l’orrendo totalitarismo di cui stiamo vedendo l’alba.
Ora è il tempo del Non mollare! Verrà anche il tempo della riscossa.
Silvio Dalla Torre
Commento di D. Bernava: “La strategia è sempre la stessa, divide et impera. Favorevoli e contrari al Lasciapassare Verde, dove i primi si mostrano sempre più intolleranti e prepotenti nei confronti dei secondi. Questo è molto utile al potere costituito, che oltre a giornali, TV e personaggi famosi può schierare anche la gente comune per fare pressione sui refrattari, ovvero familiari, parenti, amici, colleghi di lavoro e conoscenti che difendono la scelta sacrosanta di non piegarsi. Non è da escludere che questa isteria collettiva che si sta prolungando e sobillata ad hoc possa incrinare i rapporti umani e legami sentimentali tra le persone. Un’ulteriore mannaia su questa società in cui i corpi intermedi sono già in fase di demolizione”