Guerra in Palestina – Gli obiettivi strategici di Netanyahu
L’operazione a Gaza ha una ragione politica con cui Netanyahu persegue due obiettivi strategici:
1. Usare il conflitto per rimanere al potere dopo che un possibile governo Lapid-Bennett venisse silurato annunciando le elezioni anticipate. Ma per questo, il conflitto deve finire in modo tale da poter dichiarare vittoria.
2. Costruire il conflitto in modo da coinvolgere l’Iran e impedire il rinnovo dell’accordo nucleare tra Iran e Stati Uniti.
Ma i costi per Israele sono già alti e lo saranno ancora di più, e sembra che Netanyahu semplicemente non abbia scelta: i negoziati tra Iran e Stati Uniti procedevano e Lapid e Bennett erano già pronti a formare un gabinetto senza di lui. In tal modo Netanyahu potrebbe finire in prigione per corruzione.
Integrazione di Dr. Samir Qatib, Deputato del “Fronte democratico per la pace e l’uguaglianza” (Khadash, partito politico di sinistra e non sionista di Israele):
“Quello che accade ora a Gaza può essere descritto come genocidio compiuto dall’esercito israeliano. Cercano di infliggere il massimo danno uccidendo e distruggendo le infrastrutture prima che la guerra finisca. Sembra che la guerra a Gaza finirà nei prossimi giorni, e forse nelle prossime ore, per diversi motivi:
– In primo luogo, l’incapacità di Israele di far fronte alla forza, date le crescenti perdite materiali da parte israeliana. Il costo di ogni missile proveniente da Gaza, secondo fonti israeliane, varia dai 300 ai 500 dollari, mentre il costo di un missile israeliano è di 50000 dollari, per non parlare dell’interruzione dei lavori e dello stato di orrore tra gli israeliani a causa delle sirene.
– In secondo luogo, la mancanza di sostegno internazionale alla posizione di Israele. Il fatto è che il conflitto in corso è divampato sullo sfondo di una provocazione nella moschea di al-Aqsa e del permesso ai coloni di entrarvi. Pertanto, anche gli Stati Uniti, che hanno sempre sostenuto ferocemente Israele, non sembrano essere così attivi oggi nel sostegno.
– In terzo luogo, scontri interni su larga scala e continui tra arabi ed ebrei in tutti gli insediamenti arabi e misti.
– In quarto luogo, Netanyahu ha ottenuto ciò che voleva: un ostacolo alla creazione di un governo di cambiamento.
Ora Israele cerca un modo per parlare di vittoria, e poi metterà immediatamente fine alla guerra ed inizierà a preparare l’opinione pubblica. Ad esempio, il quotidiano Yediot Ahronot pubblicava i nomi di 28 persone della leadership di Hamas che, secondo Israele, sono state uccise nei recenti raid”.
Fonti: Iranian Military Portal https://vk.com/wall-125982035_157228 – https://vk.com/wall-125982035_157775
Traduzione di Alessandro Lattanzio di Aurora Sito