Governissimo Guerrafondaio e Atlantic Council: “RUSSIA E CINA NEL MIRINO”
Molte indicazioni su un atteggiamento atlantista sempre più estremista della politica italiana, sotto la direzione del salvatore della Patria Draghi, sono contenute in un editoriale di qualche giorno fa di “Repubblica” firmato dall’ex-sottosegretaria alla Difesa del Governo Letta, Marta Dessù. Questa signora è un noto falco del Pd ed ex fedelissima di D’Alema, quello che fece la guerra alla Jugoslavia. E’ membro della Commissione Trilaterale e direttrice di Aspenia, organo del gruppo Aspen, tutte associazioni vicine al Governo statunitense, alla NATO, ed al grande capitalismo internazionale. La conobbi personalmente qualche anno fa durante un colloquio cui parteciparono anche esponenti siriani, in cui scagliò i soliti luoghi comuni contro la Siria. Ma ancora più significativo è l’ultimo editoriale in cui afferma che la “missione storica” della Nato è quella di contenere la Russia. Per questo evidentemente le batterie missilistiche poste ai confini della Russia sono rafforzate continuamente e gli arsenali atomici implementati.
Ma ancora più significativa è stata la decisione dell’Italia – che pure all’epoca del primo Governo Conte aveva sottoscritto un Memorandum amichevole economico-commerciale con la Cina – di aderire invece alle nuove sanzioni decretate da USA, paesi della NATO ed UE contro la Cina. La scusa per questa azione ostile è la presunta persecuzione contro la minoranza musulmana di origine turca degli Uiguri, che abitano nella regione cinese del Sinkiang in una posizione strategica dell’Asia centrale. Il fatto che gli investimenti del Governo Cinese abbiano permesso la modernizzazione e lo sviluppo della regione ed un elevato grado di istruzione non interessa i sanzionatori, sempre pronti a sobillare una parte di questa popolazione sensibile al richiamo del fondamentalismo islamico. Forse vale la pena ricordare che estremisti musulmani uiguri vengono utilizzati con l’aiuto della Turchia nella provincia di Idlib, nel Nord della Siria, dove sono organizzati nel Partito Islamico del Turchestan, alleato di Al Qaida. Non si può ignorare nemmeno quello che sta avvenendo nel Myanmar, paese in buone relazioni con la Cina in cui i Cinesi hanno investito ingenti risorse nella costruzione di infrastrutture locali (strade, ferrovie, porti, centrali elettriche).
Se certamente sono da condannare le brutalità e gli eccidi dell’esercito, non ci si può sottrarre nemmeno al dubbio che le manifestazioni antigovernative, in genere piuttosto violente, con incendi e barricate per le strade percorse da giovani mascherati armati di spranghe e coltelli, siano in buona parte sobillate dall’esterno in funzione anticinese.
Ma l’aspetto più preoccupante di questa campagna anticinese è costituito dai contenuti di un lungo e preoccupante documento pubblicato dall’Atlantic Council, un gruppo statunitense molto noto e ben finanziato che si interessa di problemi strategici. I signori di questo influente gruppo ricordano in questo documento di 80 pagine (“Su una nuova strategia con la Cina”) che la Cina è il “concorrente strategico” degli USA, e che diventerà in futuro sempre più forte da un punto di vista economico, ed anche militare. E’ necessario quindi che gli USA cerchino di destabilizzare la Cina nei prossimi 10 anni, o, in alternativa, attaccarla militarmente prima che la Cina abbia il tempo di rafforzarsi e di dotarsi di armi più moderne. Il documento si dilunga anche nell’illustrare una serie di possibili provocazioni nei confronti della Cina (simili a quelle usate nel 1941 per indurre il Giappone ad entrare in guerra, o a quelle del 1999 contro la Jugoslavia) per arrivare a scontri ed incidenti locali o ad una guerra totale. Le provocazioni dovrebbero consistere essenzialmente nel porre delle “red lines”, cioè delle “linee rosse”, che vadano ad intaccare la sovranità cinese in modo da costringere la Cina ad intervenire, per poi poterla umiliare con una sconfitta militare. Questo, secondo i nuovi “dottor Stranamore” statunitensi (ricordate il bellissimo film del grande Kubrick sullo scoppio della terza guerra mondiale?) provocherebbe una rivolta contro il Presidente Xi Jin Ping che gli USA vedono come il fumo negli occhi.
Speriamo che le folli elucubrazioni di questi irresponsabili restino solo sulla carta e che gli Statunitensi si rendano conto che una guerra sarebbe devastante anche per loro, come ai tempi della vecchia Guerra Fredda.
Vincenzo Brandi
Articolo collegato: https://www.azionenonviolenta.it/il-recovery-plan-armato-del-governo-draghi-fondi-ue-allindustria-militare/?fbclid=IwAR3LAMuYdwRtvE7RRwLeKeirnkrtX_JC1auK7GQi5TgWcAD02ou_-bKEHb4