La natura del “commercio”, secondo Kahlil Gibran

Lunario Paolo D'Arpini 19 febbraio 2021

Un mercante chiese al saggio: “Parlaci del commercio”.
Ed egli rispose dicendo:
“La terra vi concede il suo frutto e basterà, se voi
saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra,
vi sazierete di ricchezze rivelate.

Ma se lo scambio non avverrà in amore e in benefica giustizia,
farà gli uni avidi e gli altri affamati.

Quando voi, lavoratori del mare, dei campi e delle vigne,
incontrerete sulle piazze del mercato i tessitori, i vasai e gli speziali,
invocate che lo Spirito supremo della terra discenda su di voi
per consacrare le bilance e il calcolo sicché valore corrisponda a valore.

E se colà verranno i danzatori e i cantanti
e i suonatori di flauto, comprate pure i loro doni,
poiché anch’essi raccolgono incenso e frutta
e recano all’anima vostra cibo e ornamento,
quantunque lo facciano in sogno.

E prima di lasciare la piazza del mercato,
badate che nessuno sia andato via a mani vuote.

Poiché lo Spirito supremo della terra non dormirà pacifico nel vento
finché il bisogno dell’ultimo fra voi non sia saziato.

Kahlil Gibran

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