Governo Draghi e ministri senza pietà…
La lista completa dei ministri del governo Draghi la trovate in fondo. Osserviamo però che nelle liste proposte dai vari media è quasi sempre assente il personaggio più importante del futuro esecutivo, dopo Mario Draghi: il Sottosegretario alla Presidenza, ovvero il n.2 del Governo cui di norma va la delega ai Servizi segreti, principale punto di scontro tra Conte e Renzi da cui è scaturita questa “crisi politica”. Su questo ruolo ci torniamo dopo.
Nella lista troviamo il noto Vittorio Colao della lobby digital-telefonica internazionale, l’altrettanto noto Brunetta, e le famose M.S.Gelmini e Mara Carfagna. Benone. Più la confermata Lamorgese agli Interni, e i confermati Speranza Sanitaria e soprattutto l’esperto Pipino Di Maio agli Esteri. Ottimo.
Ancora in quota rosa troviamo alcuni personaggi sconosciuti, tanto per rispettare il politically correct, e quattro politichini a rappresentare l’ampia rosa dei responsabili, da Leu a Grillo ai berlusconidi, tutti senza portafoglio.
Passando alle cose serie, alla Difesa viene confermato il renziano democristiano PD Lorenzo Guerini, già Copasir in Conte I e alla Difesa nel Conte II. Politico di carriera, evidentemente un buon soldato sempre sull’attenti.
Nei ministeri pesanti ci sono invece gli uomini delle banche.
Come Daniele Franco, direttore di Bankitalia, al Ministero Economia e Finanza. Franchi è l’uomo che su mandato di Trichet e Draghi ha scritto la lettera BCE funzionale ad affossare il governo Berlusconi in favore di Mario Monti (https://www.italiaoggi.it/archivio/gli-storici-prendano-nota-la-bozza-della-lettera-della-bce-a-berlusconi-fu-scritta-da-d-franco-bankitalia-1893065).
E come il leghista Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico: indagato e assolto per il crack Credieuronord, la banca della Lega Nord, Giorgetti è l’autore della legge del pareggio di bilancio nel governo Monti e della manovra economica del 2011, nonchè “attento al tema del debito pubblico, a un minor ruolo dello Stato sul piano economico, all’alleanza NATO” (Wikipedia), dove presenzia come delegato italiano.
Giorgetti prende il posto del M5S Stefano Patuanelli relegato ora alle Politiche agricole, che perde pure il comparto tecnologico in favore di Colao.
Al gretino Ministero della Transizione Ecologica, preteso e osannato da Grillo pena il NIET a Draghi, troviamo l’esperto in nanotecnologie (perfetto per l’Ambiente) Roberto Cingolani, Chief Technology and Innovation Officer della società del settore difesa e aerospazio Leonardo S.p.A., azienda statale bellica con ramificazioni atlantiche (altra garanzia per ambiente, salute, pace ed ecologia). Questa sarebbe per i grillini l’irrinunciabile punta di lancia, o di missile, nel governo.
A Infrastrutture e trasporti troviamo Enrico Giovannini, docente LUISS, già presidente ISTAT, ministro del Lavoro nel governo Letta, uomo dell’OCSE, nell’esecutivo del Club di Roma e membro di svariate altre fondazioni ed organizzazioni nazionali e internazionali (Commissione europea et al.), uno dei padri dell’Euro.
Al Ministero del Lavoro c’è ora Andrea Orlando, vicesegretario PD, sempre al governo da Letta a Renzi a Gentiloni. Erede di Fassino, esperto in Giustizia e Diritto penale. Le sue “Riforma Orlando”, Riforma della magistratura onoraria e soprattutto la Legge sulla tortura, tutte del 2017, hanno trovato “ampie critiche da Giudici di pace, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, dal Consiglio d’Europa, dai magistrati che hanno istruito i processi della Diaz, e da una serie impressionante di associazioni e dallo stesso primo firmatario del disegno di legge originario, il senatore PD Luigi Manconi” (Wikipedia). Una garanzia per i lavoratori.
Patrizio Bianchi, classe 1952, è il nuovo Ministro dell’Istruzione. Barone universitario emiliano-romagnolo, esperto d’economia, politica industriale e prezzi del cemento, ma anche direttore scientifico dell’Ifab – Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano, e già collaboratore del ministro Azzolina. Tra le sue opere: “Globalizzazione, crisi e ristrutturazione industriale”, McGraw-Hill Education, “4.0 La nuova rivoluzione industriale, Il Mulino”, Bologna 2018. Una garanzia per gli studenti della scuola inferiore.
Università e Ricerca avranno invece un ministero a parte.
La Cultura un altro ministero ancora: bisognava soddisfare tutti.
Ministero dell’Università e della Ricerca: Cristina Messa. Laureata in Medicina e Chirurgia con specialità in Medicina Nucleare, è stata rettore dell’Università di Milano-Bicocca. Tra i diversi incarichi istituzionali, è stata Vicepresidente del CNR dal 2011 al 2015. Curriculum scarno e pulito, sembra degna del compito assegnatale. Almeno uno.
Ministero della Cultura: Dario Franceschini, tessera DC 1975, poi Cristiano sociale, PPI con E. Letta, Margherite, Ulivi e infine PD fino alla segreteria. Un posto per l’ex segretario PD si trova sempre. Già nei governi D’Alema II e Amato II (1999) da sottosegretario alla Presidenza, ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Letta e dal 22 febbraio 2014 al 1º giugno 2018 ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, prima nei governi Renzi e Gentiloni e poi nel governo Conte II. E ora riconfermato. Una garanzia di continuità politica dal 1999 ad oggi. Cosa c’entri con la cultura non si sa.
Alla Pubblica amministrazione arriva il liberalsocialista Renato Brunetta, quarant’anni in politica PSI-FI-PdL-FI con i governi Craxi I, Craxi II, Amato I e Ciampi, collaboratore di De Michelis e parecchio altro, che scalza la probivira pentastellata Fabiana Dadone relegata a Sport e Politiche giovanili. Perchè quando c’è da tagliare serve uno bravo, mica una figlia di ferroviere scappata di casa. Esperto in P.A. già con Berlusconi 2008-11, di certo conosce il compito che gli spetta.
Ministero della Giustizia: Marta Cartabia. Formazione cattolica in Comunione e Liberazione, “esperta in cooperazione e diritti umani”, nel 2018 in odore di Presidenza del Consiglio su proposta di Mattarella. Costituzionalista, giurista e accademica in Italia e all’estero, incarichi in Diritto in Commissione europea, docente alla Milano-Bicocca (Diritto costituzionale e Diritto costituzionale europeo) e alla Bocconi (Diritto Costituzionale e di Giustizia Costituzionale). Nominata nel 2011 da Giorgio Napolitano giudice costituzionale (come possibile sua erede: https://web.archive.org/web/20190822121518if_/https://www.letteradonna.it/it/articoli/ritratti/2018/05/07/marta-cartabia/25821/), dal 2014 è vicepresidente e dal dicembre 2019 al settembre 2020 presidente della Corte costituzionale. Quindi durante tutta lo stato di “Emergenza Covid” e tutto il ciclo infinito dei DPCM illegittimi che hanno rinchiuso ai domiciliari l’Italia intera. Assieme ai confermati Speranza e Lamorgese, una garanzia per la prosecuzione della democratura sanitaria e del terrore securitario.
Infine, come scritto all’inizio, uno sguardo al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, cui di norma spetta la delega ai Servizi segreti.
Roberto Garofoli, magistrato, nominato dal Presidente Giorgio Napolitano Grande ufficiale della Repubblica italiana, è da sempre nei gangli delle leve del potere della politica italiana, fin dai tempi del governo Prodi II.
Già docente alla LUISS, erede di Amato e Ciampi, ha ricoperto incarichi istituzionali in sei governi della Repubblica italiana: Berlusconi IV, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I. E molto altro.
Già Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero degli affari esteri con il ministro Massimo D’Alema nel governo Prodi II;
Componente della Commissione del governo Berlusconi IV presso il Consiglio di Stato per l’elaborazione del Codice del processo amministrativo;
Capo di Gabinetto del Dipartimento della funzione pubblica, con il ministro Filippo Patroni Griffi, nel Governo Monti;
Capo di Gabinetto del Ministero dell’economia e delle finanze nel Governo Renzi, Gentiloni e Conte I.
Altre info su: https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Garofoli
Una continuità imbarazzante, o inquietante. Un uomo di potere che mai è stato sottoposto al vaglio del corpo elettorale. Come d’altro canto gran parte degli uomini di governo degli ultimi dieci anni, fino a Mario Draghi, che nemmeno è passato attraverso la pagliacciata della nomina presidenziale a Senatore a vita fatta da Napolitano per Mario Monti.
Un Governo di nominati, dalle banche e dai media.
Non certo dal popolo solo formalmente sovrano.
Questi sono i personaggi votati alla guida del Paese dall’ignobile sinistra parlamentare, dagli europeisti della Lega e dagli ex rivoluzionari grillini.
Jure Eler
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Ministero della Giustizia: Marta #Cartabia
Ministero della Difesa: Lorenzo #Guerini
Ministero dell’Economia e delle Finanze: Daniele #Franco
Ministero dello Sviluppo Economico: Giancarlo #Giorgetti
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: Stefano #Patuanelli
Ministero per la transizione Ecologica: Roberto #Cingolani
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Enrico #Giovannini
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Andrea #Orlando
Ministero dell’Istruzione: Patrizio #Bianchi
Ministero dell’Università: e della Ricerca Cristina #Messa
Ministero della Cultura: Dario #Franceschini
Ministero della Salute: Roberto #Speranza
Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport: Fabiana #Dadone
Ministro per le pari opportunità e la famiglia: Elena #Bonetti
Ministero per la Disabilità: Erika #Stefani
Ministero del Turismo: Massimo #Garavaglia
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: Luigi Di Maio
Ministero dell’Interno: Luciana #Lamorgese
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale: Mara #Carfagna
Ministro per i Rapporti con il Parlamento: Federico #DIncà
Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione: Vittorio #Colao
Ministro per la Pubblica Amministrazione: Renato #Brunetta
Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: Mariastella #Gelmini
Mio commentino.: “Quali sono i reali scenari e interessi di potere che si celano dietro la nuova formazione draghista? Quali i reali motivi della parola “unica” del governissimo con i peggiori ministri di sempre? Ne parleremo prossimamente…” (P.D’A.)
Commento di Marco Palombo: “La fiducia sarà votata mercoledì al Senato e giovedì alla Camera.
“Questo governo è una schifezza, scrive Maurizio Acerbo, segretario Prc, costruire l’alternativa!”.
Ma con chi ? Con Leu ? Cosa dicono le associazioni collaterali al centro sinistra dove sono impegnati molti attivisti del Prc: Arci, Anpi, Un Ponte per, rete Disarmo. CGIL, etc. ???
Fortemente critici molti commenti su Cingolani, ma il nome sembra sia stato proposto dallo stesso Grillo che ha subito elogiato la sua nomina.
E troppi silenzi, Leu, associazioni ambientaliste, Reti della Pace e Disarmo.
Sono tutti molto bravi e probabilmente parlano tutti un ottimo inglese, ma a volte è importante dire un semplice NO !!!!
E il silenzio è complice.” (Marco Palombo)
Commento di Marinella Correggia: “L’avamposto della tecnocrazia ambientale e digitale. Anche militare, xché no? Adesso è ancora più chiaro.
Ha ragione Marco Palombo, tutti questi gruppi così potenti …zitti…e perché zitti? Perché godranno dei 57 miliardi destinati alla transiz eco e del 20 alla digitalizzazione, il resto è troppo scomodo” (Marinella Correggia)