Celebrazioni per il Centenario della fondazione del primo Partito Comunista Italiano
Cento anni fa, il 21 gennaio 1921, in Italia su impulso dell’Internazionale Comunista venne costituito il primo Partito Comunista Italiano. Per settant’anni esso fu un protagonista della vita politica e sociale del nostro paese: tanto grande era il suo ruolo tra le masse popolari che anche la classe dominante non poteva prescindere da esso. Formalmente si sciolse nel Congresso di Rimini iniziato il 31 gennaio 1991 che diede vita al PRC e al PDS (Partito Democratico della Sinistra).
Tuttavia la svolta che lo trasformò da capofila di un potere antagonista al potere della borghesia imperialista in una componente imprescindibile del vaticano ebbe i suoi prodromi nella linea adottata nel 1944 dal PCI guidato da Palmiro Togliatti (la “svolta di Salerno”); si sviluppò alla fine degli anni ’40 (dopo la vittoria della Resistenza il 25 aprile 1945 e l’inizio della ricostruzione; venne ufficialmente consacrata dal suo VIII Congresso (dicembre 1956) successivo alla svolta imboccata dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) con il suo XX Congresso (febbraio 1956). Tanto decisivo era stato il ruolo dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin nel fare del movimento fondato nel 1848 da Marx ed Engels con la pubblicazione del Manifesto del partito comunista il primo movimento mondiale nella storia dell’umanità (con la prima ondata della rivoluzione proletaria 1917-1976), che gran parte del movimento comunista internazionale si adeguò alla corrente dei revisionisti moderni che aveva preso il sopravvento nel PCUS. Neanche la lotta condotta dal Partito del Lavoro d’Albania (capeggiato da Enver Hoxha) e con ben altra abbondanza di mezzi e profondità di teoria dal PCC (capeggiato da Mao Tse-tung) riuscì a distogliere il movimento comunista internazionale dal rovinoso corso imboccato dal PCUS.
Sono molte e svariate le iniziative che riuniranno membri e simpatizzanti di partiti e organismi che si dichiarano comunisti per rivendicare con orgoglio il centesimo anniversario dalla fondazione del primo PCI, per celebrare le sue pagine eroiche e le conquiste realizzate dagli operai e dal resto delle masse popolari sotto la sua direzione, per denunciare i responsabili della sua deriva e poi del suo scioglimento, per discutere e ragionare sulle cause del suo fallimento nel fare dell’Italia un paese socialista e sui compiti attuali dei comunisti. Queste iniziative dimostrano in positivo che nel nostro paese, nonostante l’esaurimento della prima ondata delle rivoluzioni proletarie (1917-1976) e il declino del vecchio movimento comunista cosciente e organizzato, ci sono migliaia di uomini e donne, giovani, operai, altri lavoratori, pensionati che aspirano a organizzarsi in partito e a far rinascere il movimento comunista. Ci sono migliaia di compagni che aspirano a riprendere in mano la bandiera della lotta per l’Italia socialista issata da Antonio Gramsci, ammainata dai revisionisti moderni Togliatti e Longo, gettata nel fango da Berlinguer e dalla leva di esponenti della sinistra borghese (gli Occhetto, Veltroni, D’Alema, ecc.) che nel 1991 decise lo scioglimento del primo PCI.
Per realizzare queste aspirazioni, esortiamo a promuovere iniziative sul Centenario del primo PCI nel corso di tutto il 2021.
Nuovo Partito comunista italiano – nuovopci@riseup.net