Nord Stream 2. Vincono Germania e Russia (malgrado le sanzioni USA)
Siti specializzati che tracciano la posizione delle navi, in precedenza d’interesse solo a specialisti e parenti di marinai, al centro dell’attenzione dei media sul destino del progetto del gasdotto Nord Stream 2 dopo l’introduzione delle sanzioni statunitensi. I giornalisti e chi osservava l’andamento del progetto monitorano il movimento delle navi che completano la posa dei tubi, cercando di indovinare l’andamento generale del completamento del gasdotto, perché c’erano poche informazioni dagli operatori del progetto. Non è quindi privo di attenzione e di commenti il fatto che la chiatta posatubi “Fortuna”, che iniziò la posa della restante sezione del gasdotto nelle acque tedesche, lasciasse l’area, senza sottrarsi ad attenzione e commenti. La risposta era semplice. “I lavori per la costruzione di 2,6 km del gasdotto Nord Stream 2 nella zona economica esclusiva della Germania sono stati completati”, affermava Nord Stream 2 AG, l’operatore del progetto. “Fortuna” ci è riuscita in una settimana, anche se il regolatore tedesco dava il permesso di eseguire i lavori entro il 15 gennaio.
Ora la sezione danese è la prossima. L’Autorità marittima danese annunciò che i lavori riprenderanno il 15 gennaio. La posa dei tubi sarà effettuata dalla “Fortuna” assistita dalle navi “Murman” e “Baltic Explorer” del Servizio di Soccorso Marittimo Russo. Come rilevato dall’Amministrazione marittima danese, durante i lavori sarà vietato avvicinarsi alle navi. “In queste aree saranno vietati nuoto, immersioni, ancoraggio, pesca e operazioni sui fondali marini non autorizzati… La zona di protezione si estende per 200 m su ciascun lato del gasdotto”, si legge nell’avviso. Altri 147 km del gasdotto vanno completati (è la lunghezza totale delle sezioni non finite). Si prevede che, a seconda delle condizioni meteo, questo richiederà dai tre ai sei mesi. Il calcolo secondo cui il ritiro dal progetto su influenza delle sanzioni statunitensi delle società occidentali specializzate nella posa di condotte offshore interrompesse la costruzione non funzionò. La Russia non ha solo navi posatubi, ma anche altri elementi necessari per l’attuazione di tali progetti. Così, la nave da soccorso multifunzionale “Murman” il 23 dicembre si fermava alla fine del gasdotto costruito fino a 15 miglia a sud dell’isola di Bornholm e si spostava lungo la sezione incompiuta alla velocità di 0,1 nodi. La nave iniziò a esplorare il fondo coll’aiuto di veicoli sottomarini telecomandati. Tale lavoro fu eseguito prima della posa dei tubi e immediatamente dopo per monitorarne le condizioni. Ora nel Mar Baltico ci sono circa una dozzina di navi con bandiera russa coinvolte nella costruzione dai fornitori specializzati per gasdotti, rimorchiatori, ecc. Forse la velocità di posa non sarà la stessa di Allseas, leader mondiale nella costruzione dei principali gasdotti sottomarini, ma qui sostituivano le importazioni. Gli specialisti russi avevano modernizzato e adeguato le navi, i diplomatici fornivano supporto legale al lavoro, ottenendo tutti i permessi e le approvazioni necessari.
Risolvere anche questioni puramente tecniche era un compito politico, dopo tutto, furono i ritardi della Danimarca che portarono al fatto che il lavoro nella sua zona economica esclusiva iniziassse tardi e non fosse terminato quando furono imposte le sanzioni statunitensi. Questa volta non ci furono ritardi da parte dei danesi; In particolare, accettarono rapidamente di apportare modifiche al permesso di lavoro già rilasciato, consentendogli di essere eseguite da navi all’ancora (come “Fortuna” ), sebbene nella versione originale si trattasse solo di posizionamento dinamico, posibile per le navi di Allseas e Akademik Cherskij. Ciò conferma l’ipotesi che la precedente posizione della Danimarca fosse causata non dalla pressione dei nordamericani, ma col doppi gioco del principale partner economico della Danimarca, la Germania. Dalla presentazione, i danesi ritardarono fino all’ultimo momento il rilascio del permesso, di cui i tedeschi avevano bisogno per rendere la Russia conforme alla questione della conservazione del transito ucraino, e in effetti la fornitura di gas russo all’Ucraina sotto cosiddetti piani inversi. Di conseguenza, Berlino si superò in astuzia, dando ai nordamericani l’opportunità di rallentare la costruzione del gasdotto, di cui la Germania ha bisogno quanto la Russia. Ad ogni modo, i tedeschi dovettero rilasciare una serie di dichiarazioni piuttosto dure, l’ultima del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas secondo cui il governo tedesco non aveva intenzione di cedere alle autorità nordamericane nella disputa sul Nord Stream.-2, poiché si trattava della sovranità tedesca. “Non dobbiamo parlare di sovranità europea se significa che in futuro faremo tutto ciò che Washington vuole”, aveva detto.
Anche le nuove “rivelazioni” di Navalny, udite non a caso prima della ripresa dei lavori sul gasdotto, non incisero sulla posizione della Germania. A quanto pare, la provocazione dell’”avvelenamento” oltre al compito “strategico” di demonizzare Mosca, fu lanciata per interrompere il completamento del Nord Stream-2. Questo progetto è una questione di principio per l’amministrazione Trump, che cercava di “dividere” gli alleati europei, e per essi (soprattutto per la Germania), indicatore che mostra se sono Stati sovrani o vassalli di Washington. Il nuovo presidente Usa Joe Biden si pone il compito di ripristinare l’unità del “mondo democratico”, rotto dalle azioni di Trump, ma non tornerà al vecchia o stile (come prima Trump). Una guerra persa anche sui punti cambia gli equilibri di potere, e i nordamericani hanno perso la guerra contro il Nord Stream 2. I tedeschi passavano alla difesa solida dei propri interessi, e non dimenticheranno questa esperienza. Presumibilmente, la posizione ufficiale di Washington sul gasdotto non cambierà ma, molto probabilmente, non ci saranno nuovi seri tentativi per impedire il completamento del Nord Stream-2. Per la Germania, questa è una vittoria seria. E il vantaggio principale della Russia è che le sanzioni occidentali non possono demolire un progetto strategicamente importante. Il Paese disponeva di risorse tecnologiche, finanziarie e politiche sufficienti a completare con successo il progetto.
Anton Kanevskij – https://www.stalkerzone.org/the-americans-lost-the-war-they-started-against-nord-stream-2/
Traduzione Alessandro Lattanzio: http://aurorasito.altervista.org/?p=14972