Politica e finanza – Partita a scacchi davanti allo specchio
Ante scriptum: Alla fine Bezos, Zuckerberg e gli altri sono solo prestanome. Tutto è controllato dalle solite tre: Blackrock, Vanguard, State street – SSgA Funds Management. Pochissime persone controllano tutto il mondo.
“Chiedete ai teorici del complotto chi fa girare l’economia mondiale e vi risponderanno banche globali come Citigroup o JP Morgan, altri citeranno i campioni del petrolio come Exxon e Shell, oppure multinazionali come Apple, McDonald’s o Nestlè. Di solito BlackRock non compare nella lista, eppure è uno degli azionisti più importanti di tutte queste grandi società”. Così, nel dicembre 2013, il settimanale inglese The Economist si riferiva a BlackRock, una società tanto grande e potente quanto sconosciuta alla maggior parte delle persone.
La fondazione di BlackRock risale al 1988, su iniziativa di Larry Fink, tuttora Presidente e CEO della società. La storia di BlackRock è caratterizzata da una costante e solida crescita: già nel 1989, a 1 anno dalla sua fondazione, aveva un patrimonio gestito (AUM, asset under management), di 2,7 miliardi di $, il quadruplo rispetto all’anno precedente. Con la collaborazione del gruppo Blackstone, un’altra grande banca americana, BlackRock arriva a gestire un totale di 17 miliardi di $ alla fine del 1992. La prima vera svolta per BlackRock arriva tuttavia nel 1999, quando la società entra nella Borsa di New York, il NYSE (New York Stock Exchange), ad un prezzo di 19$ ad azione. Inizia quindi una serie di fusioni e acquisizioni di altre società di investimento, che la portano ad un patrimonio gestito (AUM), di 327 miliardi di $ nel 2004. Nel 2007-2008, il governo americano, a seguito della crisi finanziaria, ha collaborato con BlackRock per la ristrutturazione del sistema finanziario e bancario.
Il 2009 segna un anno importantissimo per la banca: diventa il più grande gestore privato del mondo, con un patrimonio gestito di 3.300 miliardi di dollari, circa 6 volte l’allora Prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera. Sempre nel 2009, acquista il gestore di EFT (fondi comuni quotati in borsa), iShares dalla banca Barclays, per 13 miliardi di $.Due anni dopo, nell’aprile 2011, BlackRock entra a far parte dello S&P500, l’indice della Borsa di New York considerato il “termometro” dell’intera economia americana.
Oggi BlackRock gestisce un totale di 6.500 miliardi di dollari. Per rendere l’idea, circa pari a un terzo del PIL dell’Unione europea e più della maggiore banca del mondo, la cinese ICBC, che gestisce 4.000 miliardi di dollari. L’enorme dimensione e il conseguente potere economico di BlackRock derivano da due fattori: tecnologia e partecipazioni.
Sul fronte della tecnologia, BlackRock fa affidamento sulla tecnologia di Aladdin, software progettato dalla stessa BlackRock. Aladdin è composto da circa 25 milioni di linee di codice e vi lavorano 2500 ingegneri. Gestisce quasi autonomamente i 6.500 miliardi di asset propri, oltre che altri 15.000 miliardi di fondi di altre società, in totale il 10% circa di tutta l’attività economica del mondo. Il software si occupa di massimizzare la performance finanziare dei fondi e allo stesso tempo minimizzare il rischio legato agli investimenti, sfruttando le interdipendenze tra le migliaia di titoli posseduti.
Il secondo fattore, le partecipazioni, è quello che solleva i dubbi maggiori sulla legittimità della grandezza di BlackRock. Infatti, il colosso degli investimenti detiene partecipazioni nella gran parte delle società più importanti del mondo, e con esse ha il diritto di partecipazione e voto nelle assemblee societarie. Tra il 2017 e il 2018, ha partecipato al 90% delle assemblee delle società in cui ha partecipazioni.
Determinare il numero, e la consistenza, degli investimenti di BlackRock è difficile, poiché la legge consente di non dichiarare, almeno in Italia, le partecipazioni inferiori al 5% nelle società. La banca possiede partecipazioni in tutte le principali società del mondo, in ogni settore, tanto da essere stata definita “la più grande banca ombra del mondo”, e di alcune è socio di maggioranza. Dal dicembre 2013 è diventata l’unica società a detenere quote in tutte le 30 società del DAX, l’indice borsistico tedesco.
Alcune delle società in cui BlackRock detiene partecipazioni sono: Coca-Cola (6%), Facebook (6%), Apple (6%), McDonalds (6,5%), Deutsche Bank (6%), Exxon (6,5%), Procter & Gamble (6,5%), JP Morgan (7%), Nike (7%), Google (5,5%), Amazon (5%), Berkshire Hathaway (7,5%), Walmart (3%), McKesson (8%), General Motors (5,5%), General Electrics (6%), mentre tra le italiane troviamo Intesa San Paolo (5%), Enel (5%), Telecom (5%), UniCredit (5%), Moncler (5%), Rai (5%), Prysmian Group (5%) e Atlantis (5%). Dato il suo fortissimo potere partecipativo anche in società petrolifere, di trasporti o aeree, BlackRock è stata più volte condannata dagli ambientalisti, perché definita “la società più inquinante del mondo”, e criticata per non aver fatto nessuna pressione verso aziende più sostenibili.
Un altro aspetto importante degli investimenti della banca ombra sono le forti somme investite nella compravendita di Titoli di Stato, nel caso dell’Italia i BOT e i BTP, sui quali si calcola lo spread. Grossi volumi di acquisto o vendita, infatti, possono spingere verso l’alto o il basso i rendimenti di questi titoli, e quindi anche l’interesse pagato dal nostro Paese. L’influenza di BlackRock si concretizza anche in partecipazioni in 2 delle 3 principali Agenzie di rating (Standard & Poor’s 6,6% e Moody’s 6,5%). Esse si occupano di stabilire l’affidabilità creditizia delle obbligazioni (tra cui i titoli di Stato), determinandone il rendimento.
Le controversie sul fatto che un soggetto non statale detenga un tale potere economico, sono abbastanza scontate. Possedere quote nella gran parte delle società del mondo e dunque poterne orientare l’agenda determina di fatto un controllo sul mercato economico globale, a maggior ragione se consideriamo il fatto che BlackRock detiene quote di società concorrenti. Nell’epoca della tecnofinanza una presenza così forte in tutte le borse del mondo, determina la capacità di spostare anche gli equilibri politici, prerogativa che fino ad ora è stata appannaggio degli Stati. Il fatto che gli USA si siano rivolti alla banca ombra per superare la crisi del 2007-2008 è illuminante sulla potenziale influenza che questa possa avere in campo politico. Un potere enorme dunque, ma caratterizzato da una presenza evanescente che non permetterebbe, da parte di uno Stato, di prendere reali contromisure, qualora entrasse in contrasto con quella della società. Sono moltissimi i campi in cui la società sarebbe in grado di modificare gli assetti politici mondiali: dal punto di vista economico la presenza nelle Agenzie di rating e l’acquisto dei titoli di stato rappresentano un’arma di potenziale rappresaglia estremamente significativa, mentre le quote nel settore energia potrebbero determinare problemi all’approvigionamento. Informazione e social network completano il quadro delle “armi” di Blackrock, che, qualora decidesse di avere una sua propria agenda politica, potrebbe contare su tutti i requisiti per condurre una guerra asimmetrica(digitale, economica, energetica e mediatica) a qualsiasi potenziale interlocutore, con delle possibilità commensurabili se non maggiori rispetto ai più grandi attori mondiali(Usa, Cina, Russia). In definitiva, il gigante finanziario ha costruito una rete tale da poter essere considerato come una vera e propria potenza in ogni senso, andando a configurare quello che è uno dei tratti distintivi del mondo di oggi e sicuramente ancor di più di quello di domani e cioè la migrazione delle leve del potere, dagli stati nazionali agli organismi sovranazionali e transnazionali.
Di Pierangelo Maggio e Francesco Dalmazio Casini
In collaborazione con Finanza Futura
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Mio commentino: “Pochi giorni fa scriveva Il Fatto Quotidiano: “Usa, le scelte di Joe Biden: la Casa Bianca assomiglia sempre di più ad una succursale del colosso finanziario Blackrock. Si moltiplicano le nomine di finanzieri nelle posizione chiave della nuova Casa Bianca di Biden. Intanto si scopre che negli ultimi due anni il nuovo segretario al Tesoro Janet Yellen ha incassato 7 milioni di euro grazie ai suoi interventi alle convention delle principali banche e fondi speculativi del mondo…”