USA. “Addicted to War”

Mentre vedo gli Stati Uniti devastati da quantità insuperate di morti per pandemia, insieme a disoccupazione, malattie mentali, fame e sfratti, continuo a ripensare a uno dei libri che lessi nella mia adolescenza politicamente formativa: Addicted to War (Assuefatti alla guerra)   di Joel Andreas. Nella versione del 2002, osservò come la guerra prosciugasse le risorse del Paese, cogli Stati Uniti decisi a spendere 396 miliardi di dollari in forze armate nell’anno fiscale 2003.

“Dal 1948 gli Stati Uniti hanno speso più di 15 trilioni di dollari per costruire la loro potenza militare”, diceva. “Quanto valgono 15.000.000.000.000 di dollari? Somma dal valore monetario cumulativo maggiore di tutta la ricchezza artificiale degli Stati Uniti”. “In altre parole”, continuava, “il governo spese per l’esercito negli ultimi quattro decenni più che per tutte le fabbriche, macchinari, strade, ponti, sistemi idrici e fognari, aeroporti, ferrovie, centrali elettriche, edifici, centri commerciali, scuole, ospedali, hotel, case, ecc. in questo Paese messi insieme! Se si sommano l’attuale budget del Pentagono, il budget per le armi nucleari del dipartimento dell’Energia, la parte militare del budget della NASA, gli aiuti militari stranieri, i benefici a i veterani, gli interessi sui debiti sostenuti dalle spese militari passate e altre spese legate ai militari, gli Stati Uniti spendono oltre 776 miliardi di dollari all’anno per alimentare la loro dipendenza dalla guerra. È più di un milione di dollari al minuto!” equivalente moderno molto conservatore di tale calcolo pone la spesa militare annuale degli Stati Uniti del prossimo anno a 934 miliardi. E per avere il senso di quanto siano aumentate le spese militari statunitensi dall’11 settembre, gli Stati Uniti hanno speso 13,34 trilioni di dollari per le forze armate tra il 2000 e il 2019. 
Nei due decenni in cui la disuguaglianza della ricchezza negli Stati Uniti è aumentata più che in tutti gli altri paesi sviluppati, quando il debito delle famiglie è al culmine e le classi inferiori subiscono una drastica recessione economica che per esse non è scomparsa quando iniziò nel 2008, quando i militari risucchiarono ricchezza a un ritmo drammaticamente superiore alla norma prima del 21° secolo. 
E anche nell’epoca precedente, l’impatto della macchina da guerra su infrastrutture e programmi sociali fu grave. Le contraddizioni dell’imperialismo sono ciò che portano il Paese nel punto spaventoso in cui si trova ora. È a causa del ruolo del Paese come nucleo dell’imperialismo globale che la fame infantile negli Stati Uniti è aumentata di 14 volte nell’ultimo anno, perché migliaia di famiglie statunitensi appena impoverite si sono messe in fila nelle loro auto per ricevere cibo in regalo, e 14 milioni di nordamericani saranno probabilmente sfrattati dopo quest’anno. È per questo che 300mila persone negli Stati Uniti sono morte a causa del Covid-19 finora, molto più che in qualsiasi altro Paese. 
Non è perché il governo è ingenuamente inetto quando deve proteggere le masse da crisi come questa, ma perché il governo è volto ad alimentare la macchina da guerra come priorità principale, oltre a proteggere gli interessi aziendali. Questi sono i risultati della decisione del Paese di porsi al centro degli interessi imperialisti dalla seconda guerra mondiale. Questi sono i risultati della nostra complicità con tale disposizione nelle ultime generazioni. 
L’impero si è svuotato, privatizzando e tagliando l’assistenza sanitaria, riducendo i buoni alimentari e il benessere anche sotto le amministrazioni democratiche e smantellando le istituzioni che possono proteggere da banche predatorie e pratiche aziendali. 
Ora una nuova Grande Depressione, peggiore della precedente, mostrano quali saranno le conseguenze del neoliberismo, che non dimentichiamo è un sottoprodotto del declino dell’impero statunitense.
Attenti osservatori possono intravedere come l’imperialismo statunitense abbandona sempre più la propria popolazione, grave shock per il sistema prodotto da una catastrofe. Gli analisti militari dell’impero lo videro accadere. 
Proprio l’anno scorso, un rapporto del Pentagono avvertiva che “il cambiamento climatico introduce il rischio di malattie infettive per la popolazione degli Stati Uniti. Non è più questione di “se”, ma di quando ci sarà un grande focolaio”. 
Ciò riflette l’atteggiamento prevalente che gli esperti militari avevano nei loro promemoria sul prossimo futuro del Paese: un’esplosione di disoccupazione, povertà e pestilenza è inevitabile, quindi tutto ciò che il governo degli Stati Uniti può fare è prepararsi a reprimere qualsiasi potenziale rivolta in modo efficace mettendo gran parte della popolazione sotto occupazione militare. Fu un presupposto condiviso tra tali esperti militari che l’austerità neoliberista non sarà annullata, che il processo di sempre crescente disuguaglianza della ricchezza della nostra società continuerà inevitabilmente nel prossimo futuro. 
Questo perché il capitalismo statunitense ha tendenza persistente a diminuire i rendimenti negli ultimi decenni e che la classe dominante non ha altra scelta che imporre i costi della crisi del sistema alle classi inferiori. Aggravare ciò è la loro unica speranza di mantenere alti i profitti in questo periodo sempre più instabile. A causa delle condizioni del capitalismo del 21° secolo, un “New New Deal” non ci sarà. La nostra situazione da calo del tenore di vita, crisi di salute pubblica e repressione dello Stato di polizia militarizzato peggiorerà finché esisteranno gli Stati Uniti. Ma chi di noi ha studiato il marxismo e la teoria decoloniale non considerano questa situazione con disperazione. Lo vediamo come ennesima conferma del fatto riconosciuto da tutti i comunisti: lo Stato capitalista non lavorerà mai nell’interesse del popolo, e il popolo quindi non sarà libero fin quando non lo rovescerà.
Il fatto che il ruolo degli USA a nucleo imperiale sia ciò che causa la crescente miseria è un grave inasprimento delle contraddizioni dell’imperialismo. Se noi marxisti riusciamo a far capire alle masse questo, a vedere che l’esistenza dell’impero statunitense è ciò che ha creato la macchina da guerra del Paese che fa precipitare la nostra società nel buio, avremo diffuso una verità potente, che convincerà molto ad unirsi alla causa della rivoluzione proletaria anticoloniale.

Rainer Shea

Fonte:  https://rainershea.com/f/america%E2%80%99s-role-as-the-imperial-core-is-why-it%E2%80%99s-suffering 

Traduzione di Alessandro Lattanzio - http://aurorasito.altervista.org/?p=14759

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