Polonia. La NATO chiede un esoso “pizzo” per la “protezione”
A metà agosto Washington e Varsavia hanno sottoscritto un accordo per incrementare il contingente americano in Polonia. Stando al documento nel Paese sarebbero giunti altri 1.000 soldati per un totale di militari americani in Polonia di 6.000 unità.
Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che in caso di pericolo polacchi e americani combatteranno fianco a fianco contro il nemico comune. Il “nemico” è ovviamente la Russia. Inoltre, Washington si è detta pronta a “garantire la sicurezza” dell’Ucraina e dei Paesi baltici.
Per ovvie ragioni Duda non ha menzionato il fatto che il dispiegamento delle truppe americane non è affatto un’azione di volontariato: infatti, la Polonia deve sborsare miliardi di dollari per questo progetto, come si legge nell’ulteriore accordo che accompagna il contratto principale in cui sono definite le obbligazioni in capo alle parti.
I giornalisti polacchi hanno appurato che agli americani saranno riservati appositi spazi in 12 centri abitati. Il Pentagono, infatti, ha deciso di non limitarsi ad alcune grandi basi, ma di distribuire in maniera diffusa le proprie truppe in tutto il Paese. La responsabilità per la migliore accoglienza dei soldati è naturalmente in capo al Paese ricevente: i polacchi, dunque, devono predisporre spazi per l’accoglienza delle truppe, costruire o rinnovare appositi locali.
Inoltre, Varsavia si sta servilmente facendo carico dei costi di riscaldamento, elettricità, approvvigionamento idrico, rifiuti e sicurezza degli spazi. Inoltre, pagherà anche per il vitto dei soldati e la pulizia degli spazi. Oltre a tutto ciò i soldati americani riceveranno anche dei bonus: potranno utilizzare gratuitamente i servizi ferroviario, portuale e aeroportuale, non dovranno corrispondere alcuna somma per la manutenzione degli aeromobili e per la fermata degli stessi negli aeroporti.
Nonostante queste condizioni già di per sé favorevoli, il Pentagono si è riservato il diritto di estendere l’elenco delle richieste e la Polonia in virtù dell’accordo è tenuta ad approvare qualsivoglia richiesta e a pagare. Nello specifico, si prevede il soddisfacimento di “esigenze operative immediate delle truppe armate statunitensi”. Ad esempio, durante gli addestramenti gli americani hanno la possibilità di utilizzare la proprietà municipale e persino privata dei polacchi.
Artyom Kureev, esperto militare del club Valday, spiega che questo atteggiamento nei confronti degli alleati è la norma per gli americani. “Già alcuni anni fa hanno condotto una campagna d’informazione nei Paesi del Terzo mondo spiegando i vantaggi economici che una base militare americana avrebbe portato loro. Venivano distribuiti opuscoli in cui veniva calcolato il profitto previsto per il bilancio statale e il numero di nuovi posti di lavoro creati. Ma tutto è cambiato con l’arrivo di Trump. Questi, da vero uomo d’affari quale è, ha proposto il concetto di esportazione della difesa secondo il quale a pagare ogni spesa sono gli alleati”.
Matteo Cima – Sputnik News
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E l’Italia?
Vi siete mai chiesti quanto costi la NATO all’Italia e come avremmo meglio potuto spendere tutti quei soldi? Certo, una difesa è necessaria. Nessun Paese al mondo che voglia definirsi veramente ‘sovrano’ segna zero alla voce ‘spese militari’. Ma proprio questo è il punto – vale la pena spendere 20 mld all’anno per un esercito agli ordini di qualcun’altro? (Alessio Trovato)
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