LA VITTORIA DEL SI AL REFERENDUM, LA CONDANNA DELLA BIELORUSSIA E GLI ACCORDI CON ISRAELE: E’ SEMPRE LA STESSA LA POLITICA ITALIANA?
La vittoria del SI al referendum costituzionale segna una vittoria temporanea, e certamente non trionfale, dei movimenti “populisti”. Nessuno dei partiti presenti in Parlamento – anche il PD inizialmente contrario – aveva osato opporsi al provvedimento alquanto demagogico ed inconsistente dal punto di vista finanziario (il risparmio sul bilancio statale sarà irrisorio). Solo Forza Italia e Italia Viva (il partitino dell’ex picconatore Renzi sempre più debole) avevano lasciato libertà di voto ai propri elettori. Potere al Popolo e vari gruppi della galassia dell’estrema sinistra (se ancora si può usare questo termine) si erano dichiarati contrari; ma il loro peso in termini elettorali è del tutto minoritario. Conforta il fatto che tra sette ed otto milioni di votanti abbiano deciso autonomamente per il NO, dimostrando una certa indipendenza di giudizio.
La vittoria del SI può essere vista come l’ennesimo attacco alla Costituzione italiana, che – nata dalla Resistenza e frutto di un compromesso tra Comunisti, Socialisti e DC – conserva ancora contenuti democratici avanzati. Ora il PD, il partito che esce rafforzato da queste consultazioni (tenendo conto anche delle contemporanee elezioni regionali), ed in particolare il suo segretario Zingaretti le cui scelte si sono rivelate vincenti, andrà all’incasso chiedendo una nuova legge elettorale. Si spera che non vengano inferte nuove picconate all’edificio costituzionale attraverso la breccia aperta dal risultato referendario. Le folli dichiarazioni di Grillo, che ciancia di “democrazia diretta”, di fine del Parlamento, e di un referendum popolare alla settimana, non promettono nulla di buono e ricordano passate dichiarazioni dello stesso tono di ben più pericolosi passati demagoghi. Ma il movimento 5Stelle, che pure aveva svolto un’azione di rottura nella politica italiana, che poteva essere diretta in senso positivo, ha dimostrato i suoi limiti ed oggi appare diviso ed indebolito. Di Battista ed altri contestano la gestione di Di Maio e la possibilità di scissione tra un’ala filo-PD ed un’area filo-Lega appare un fatto possibile. Certo anche la Lega e Salvini appaiono molto ridimensionati, mentre avanza Fratelli d’Italia, formazione guidata dalla scaltra Meloni, che ha saputo dare di sé un immagine positiva di persona onesta e capace.
A breve termine le sorti del Governo appaiono legate all’interesse del PD di tenerlo in piedi, fatto che gli permette di fare pressioni sull’alleato indebolito, ed alla tenuta della figura di Conte, sempre molto popolare, che ha saputo fornire una dignitosa gestione anche della questione della pandemia. L’Italia ha un numero di contagiati dieci volte minore di paesi come la Francia e la Spagna, e minori anche di quelli del Regno Unito, mentre la pandemia impazza negli USA, Brasile, India ed altri paesi. Dico questo non condividendo le ipotesi fantapolitiche e fantascientifiche anche di cari amici su presunti complotti mondiali in cui ci sarebbero state fornite notizie completamente false sul reale stato del Virus e sui provvedimenti da prendere.
Il “bluff” della presunta carica innovativa del Governo del Governo in carica si vede sia nella politica economica interna – che non si allontana dai soliti standard neo-liberisti e dalla dipendenza dalle multinazionali e dai gruppi dirigenti oligarchici europei di cui si implora un aiuto economico, fingendo di voler mantenere un’incerta indipendenza – ma si vede soprattutto in politica estera.
Veramente vergognoso risulta la condanna della Bielorussia al Parlamento europeo, e la minaccia di nuove sanzioni, cui i nostri partiti di governo hanno aderito compatti. Le notizie sulle continue manifestazioni popolari anti governative in Bielorussia, ed il contemporaneo totale oscuramento delle manifestazioni a favore del governo (illustrate in un ottimo servizio fotografico di Enrico Vigna), coprono il fatto che in quel paese è in corso un nuovo tentativo di colpo di stato organizzato dagli USA e dalla NATO, con i nazisti dell’Ucraina e della Lituania ed i fascistoidi ultraconservatori polacchi in prima linea. La tecnica è sempre la stessa usata con successo in Serbia, Ucraina, Georgia e Libia con esito positivo per gli aggressori, ed anche due volte in Venezuela, in Siria, e ad Hong Kong, dove i tentativi sono falliti per la saldezza mostrata dai governi locali; per non parlare delle fasulle “primavere arabe” sponsorizzate dagli USA per creare il Grande Medio Oriente al loro servizio.
La tecnica consiste nell’infiltrarsi nel paese con ONG formalmente indipendenti (in realtà finanziate dagli USA, dalla Francia, ecc.), con bloggers prezzolati e studenti che usufruiscono di generose “borse di studio” occidentali; per poi non riconoscere i risultati elettorali, dichiarati falsi, cercando di creare il caos con manifestazioni continue opportunamente finanziate e ben organizzate. In questi casi ci si serve anche di gruppi nazisti e fascisti come in Ucraina, o fanatici islamici come in Siria e Libia, magari dopo aver corrotto qualche capo dell’esercito o della polizia locale, o qualche ministro. Se la cosa non funziona, si ricorre alla guerra diretta come in Libia, o indiretta come in Siria, imprese in cui l’Italia è stata pienamente complice. Ricordiamo che Milosevic in Serbia, Yanucovich in Ucraina, Lukashenka in Bielorussia, Maduro in Venezuela, Assad in Siria avevano tutti vinto largamente le elezioni, mentre Gheddafi era popolarissimo in Libia con il suo sistema di comitati popolari.
Un altro segno della politica estera del governo italiano sono i recenti accordi militari con Israele, paese “canaglia” che da oltre 70 anni si rifiuta di riconoscere i più elementari diritti del popolo palestinese, e che ora esce notevolmente rafforzato dalla nuova alleanza con gli squallidi sovrani degli stati arabi reazionari del Golfo (per ora Emirati Uniti e Barhein, ma sono prossimi al riconoscimento di Israele anche altri come Arabia Saudita, Oman, ecc.).
Il ministro della Difesa israeliano, l’ex generale Amir Eshel,, è venuto a Roma dove ha parlato di “strette relazioni economiche e di Difesa” tra Italia ed Israele. L’Italia ha fornito ad Israele elicotteri militari (ma già aveva fornito 30 aerei militari Aermacchi M346), mentre Israele vende all’Italia i missili Spike Rafael, oltre ad aver fornito in passato sistemi elettronici per la “sicurezza”. I Palestinesi, che ingenuamente avevano pensato che l’Italia e l’Europa riconoscessero i loro sacrosanti diritti di esistere in libertà, rimangono schiacciati nell’angolo. Niente di nuovo sotto il sole!
Vincenzo Brandi