Libano. Rivoluzione colorata (teleguidata) dopo l’esplosione…

L’ esplosione di Beirut del 4 agosto 2020 non sarà senza conseguenze politiche, questo è lapalissiano, scontato, forse però non è ben chiaro a tutti noi che presto potrebbero esplodere tensioni armate fortissime.

Ricordo solo molto velocemente che il 3 gennaio 2020 fu assassinato dagli USA il generale iraniano Soleimani e che in quei giorni temuto si è uno scontro armato tra USA e Iran. Nel frattempo le piazze mediorientali erano spesso riempite da manifestazioni in sostanza anti sciite, soprattutto in Iraq, Libano e Iran.

All’assassinio di Soleimani ci è stata una reazione pacifista negli USA, probabilmente molto rafforzata dalla propaganda anti Trump nell’ anno elettorale e in un momento che era molto buono per il presidente USA,

In Italia ci fu una reazione inizialmente molto lenta, e poi il 25 gennaio, giornata mondiale sulla vicenda lanciata dalle reti pacifiste USA, in Italia la mobilitazione fu egemonizzata dal pacifismo del centro sinistra con un documento che fu firmato anche da molte realtà di base e impose, non con la forza ma per il nostro disinteresse, la propria lettura della situazione ” condanna dell’ assassinio di Soleimani ma posizioni anti siriane e anti iraniane ” protagoniste negli interventi dal palco, soprattutto a Roma.

Presto potrebbe ripetersi una situazione simile, insomma possiamo fare poco, magari non faremo niente, ma almeno ricordiamo che esiste il rischio di guerre maggiori e dell’egemonia nelle tensioni internazionali di un pacifismo finto in sostanza filo atlantico.

Marco Palombo

Integrazione di P.P.:
“Purtroppo le recenti proteste antigovernative “teleguidate”, in corso a Beirut, sembrano proprio le avvisaglie di una “rivoluzione colorata d.o.c.”. Le immediate e sfacciate ingerenze imperialiste non lasciano alcun dubbio sull’eterodirezione di queste manifestazioni.
L’obbiettivo è duplice: l’indebolimento di Hezbollah e il controllo stretto del Libano, che, ricordo, è uno dei 7 stati che gli USA avevano deciso di “far fuori” in 5 anni nel 2001. Le cose non sono andate lisce come speravano, ma gli Usa hanno più memoria della mafia e come la mafia non perdonano. Hanno iniziato con un attacco finanziario al Libano e adesso sono passati a una fase successiva. Il vile Macron cerca di ricavare vantaggi da questi giochi torbidi. Noi facciamo i pesci in barile. Erdogan cercherà anche lui di approfittarsene per i sui sogni espansionistici.
La crisi incalza e il vecchio centro dominante in (lento) declino si agita sempre di più e sempre peggio.
Notizia recente: nel 2015 il Dollaro era usato per il 90% degli interscambi tra Russia e Cina. Oggi questa quota è ridotta al 46% e scenderà ancora più velocemente.
Ricordatevi cosa diceva David Harvey: ogni azione che indebolira’ il Dollaro “vedrà una controreazione statunitense selvaggia anche militare”.
Ovviamente per gli Usa il problema non è il Dollaro in quanto moneta, ma il Dollaro in quanto riflesso e strumento del potere imperiale.
Gli Usa sono coriacei. Dopo la fantastica sconfitta in Vietnam nel 1975 se ne sono stati buoni solo otto anni. Nel 1983 già invadevano Grenada e nel 1989 Panama, facendo stragi di civili, un loro modo di far le guerre. Gli Usa, purtroppo, sono troppo grandi per venire a patti e per “rinsavire”. E adesso sono troppo “impauriti” per farlo. Così gli psicopatici di Washington hanno la meglio.”

Commento di M.C.: “….è un dramma anche il pacifismo annacquato, o addirittura filo atlantico, sempre attento a demonizzare chi si oppone ad USA e Israele”

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