“Recovery Fund” – Il grande debito con cui l’Italia finisce al ricovero…
Con una riunione del Consiglio dell’Unione Europea protratta dalla mattina di venerdì 17 all’alba di martedì 21 luglio 2020, i capi di fatto dei 27 Stati dell’Unione Europea hanno messo a punto l’accordo per la costituzione di un fondo europeo (Fondo di Rilancio, Recovery Fund) di 750 miliardi di € (390 presi dalle entrate dell’UE e 360 da prestiti che la Commissione Europea chiederà al sistema finanziario internazionale). L’UE nel corso del 2021 distribuirà il fondo ai singoli Stati per finanziare misure che ognuno di essi realizzerà sotto stretto controllo UE e con le quali dovrebbe far fronte alla crisi economica, sanitaria, ambientale e sociale che sconvolge la vita di mezzo miliardo di uomini e donne. La novità del risultato consiste nel fatto che l’UE anziché sfasciarsi a causa della crisi generale in corso, ha per la prima volta dato il via a un progetto di finanziamento comunitario delle misure anticrisi dei singoli Stati: se realizzato sarebbe un passo verso la costituzione di quella federazione europea che i gruppi imperialisti europei cercano di realizzare da tempo. Essa permetterebbe loro di partecipare con maggiore forza alla guerra tra gruppi imperialisti in corso nel mondo e di reprimere con maggiore vigore nei singoli paesi la resistenza che le masse popolari oppongono agli effetti della crisi generale.
Quale che sia il seguito reale che i gruppi imperialisti europei, le istituzioni dell’UE e le autorità dei singoli paesi daranno all’accordo, la crisi generale del sistema imperialista mondiale continuerà e si aggraverà: essa è una crisi strutturale, determinata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale e solo l’instaurazione del socialismo almeno in alcuni paesi imperialisti vi porrà fine. È però finito il periodo della più nera reazione iniziato a metà degli anni ’70 del secolo scorso, quando la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) si è esaurita e la borghesia imperialista si è applicata a far fronte alla nuova crisi generale eliminando o riducendo le conquiste che le masse popolari dei paesi imperialisti e i popoli oppressi le avevano strappato. Sta a noi comunisti approfittare delle opportunità che si sono aperte per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e sollevare la seconda ondata mondiale della rivoluzione proletaria, forti dei successi raggiunti e delle amare lezioni dell’esperienza della prima ondata. Il socialismo, transizione dal capitalismo al comunismo, è l’unico futuro positivo che il genere umano può realizzare. Esso è “nella natura delle cose” messa in luce dalla scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la storia che Marx ed Engels hanno fondato quasi due secoli fa e che la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) ha confermato e arricchito. Ma le masse popolari lo instaureranno solo grazie all’iniziativa e alla direzione del movimento comunista cosciente e organizzato, basato sul marxismo-leninismo-maoismo.
In Italia Giuseppe Conte mena gran vanto dei 209 miliardi di euro che l’UE gli conferirà nel corso del 2021 (82 tratti dai fondi UE e 127 dai prestiti che la CE si è impegnata a contrarre). Questi soldi arriveranno al governo italiano solo se esso si atterrà obbediente alle direttive che l’UE gli impartirà. Però in ogni caso e da subito gli permetteranno di contrarre direttamente prestiti a condizioni meno onerose nel mercato finanziario italiano e internazionale. Il bisogno di contrarre direttamente nuovi prestiti e le condizioni imposte dall’Unione Europea saranno per le autorità borghesi che malgovernano il nostro paese due buoni pretesti per giustificare il loro operato e infierire sulle masse popolari a favore della borghesia imperialista italiana e internazionale e della malavita organizzata che è oramai una componente strutturale della borghesia imperialista. UE e NATO detteranno con maggiore forza la condotta del governo della Repubblica Pontificia contro le masse popolari e contro i popoli di altri paesi quali che siano le pie esortazioni di Papa Bergoglio. Riduzione dell’apparato produttivo, delocalizzazioni, licenziamenti, precarietà, privatizzazione del patrimonio pubblico, dell’istruzione e della formazione delle nuove generazioni, dell’assistenza sanitaria e della manutenzione del territorio, riduzione delle pensioni agli anziani e ai disabili, corruzione e abbrutimento, spedizioni militari agli ordini della NATO e dell’UE nei paesi oppressi, spese militari, grandi opere inutili e dannose, apertura del nostro paese alle scorrerie dei gruppi imperialisti stranieri, sanzioni commerciali e finanziarie contro i paesi (tipo Venezuela, Cuba, Iran e altri) che oppongono resistenza alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti: queste e altre analoghe sono le conseguenze dell’operato dei governi della Repubblica Pontificia, perché sono il prodotto della necessità “naturale” di ogni capitalista di valorizzare il suo capitale, a scapito delle masse popolari e in concorrenza con gli altri capitalisti.
Sta a noi comunisti mobilitare le masse popolari a rafforzare ed elevare la loro resistenza a questo corso delle cose. Il marxismo-leninismo-maoismo ci offre gli strumenti necessari per definire le vie che concretamente dobbiamo seguire.
Noi dobbiamo far leva sulla resistenza che anche senza il nostro intervento le masse popolari già oppongono al corso delle cose: rafforzarla ed elevarla creando ovunque organismi operai e popolari che si coordinino agendo come nuove autorità pubbliche fino a creare le condizioni per fare ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia il Governo di Blocco Popolare. Dobbiamo senza riserve e francamente illustrare le lezioni dell’esperienza della lotta di classe agli esponenti e agli organismi della sinistra borghese di vecchio tipo (in sostanza i frammenti del primo PCI e dei suoi derivati e gli ammiratori dei primi paesi socialisti e dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin) e a quella di nuovo tipo (in sostanza esponenti e gruppi del M5S). Grandi sono il malcontento, l’insofferenza e la ribellione delle masse popolari a fronte del corso delle cose e l’abbrutimento che in mille modi la borghesia imperialista fomenta: non dobbiamo spaventarci del fatto che molti gruppi reazionari (Lega di Matteo Salvini, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, gruppi scimmiottatori del fascismo di Benito Mussolini) ne approfittano e trovano seguaci ed elettori. Dobbiamo con audacia far valere le ragioni del malcontento, dell’insofferenza e della ribellione delle masse popolari e sfruttare l’operato della Lega nel primo governo di Giuseppe Conte e della Lega e di FdI nei governi regionali e nelle giunte comunali dove collaborano con la banda di Berlusconi, con la malavita organizzata e con il resto delle Larghe Intese PD-Berlusconi.
La nostra opera è complessa, la nostra lotta sarà lunga, ma la nostra vittoria è certa. Le masse popolari sono deluse per l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, ma la borghesia imperialista non lascia loro altra via di salvezza che ingaggiarsi nella seconda ondata: sta a noi aprire la via.
Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@riseup.net