“Salviamo il Mondo dalle guerre e dalla povertà” – Marcia Perugia Assisi dell’11 ottobre 2020

C’è un’immagine che mi ossessiona da alcuni mesi, un’immagine diffusa da un telegiornale che mi ha colpito profondamente, che mi interpella e che grida ogni giorno alla mia coscienza che bisogna fare qualcosa per mettere fine alle guerre e, soprattutto, alle stragi di civili e di popolazioni inermi.

Questa immagine è un bimbo che cammina, da solo, in mezzo ad una strada di in una città bombardata della Siria. La strada è piena di macerie e tutt’intorno i palazzi sono in gran parte crollati. La strada è deserta e il bimbo, di non più di quattro anni, cammina a piccoli passi completamente solo in mezzo a questa desolata catastrofe. Da allora, ho pensato a questo bimbo ogni giorno chiedendomi che fine abbia fatto e come sia possibile che la nostra « civiltà » sia arrivata a permettere simili violenze sugli abitanti del nostro pianeta e in particolare sui più fragili e indifesi.

Ciò mi induce a pensare che sia necessario e urgente immaginare, costruire e imporre un nuovo modello di civiltà basato sulla Pace, l’Amore, la Solidarietà e la Fratellanza universale. Non è impossibile, basta volerlo e intraprendere le misure e le iniziative adeguate e imprescindibili. Per cominciare, è necessario e urgente mettere fine alla costruzione e al commercio di armi da guerra che devono assumere pienamente la loro vera, naturale identità, quella di costituire un crimine contro l’umanità. Le attuali spese per gli armamenti che incidono pesantemente sul bilancio di tutti i Paesi del mondo, in particolare sui più ricchi e industrializzati, devono essere riconvertite, e non solo a beneficio dei Paesi stessi, in spese per la salute e per la sicurezza umana, per il cambiamento climatico, per la cooperazione internazionale e per aiutare i Paesi più poveri.

L’emergenza del coronavirus ci offre un’occasione straordinaria e imperdibile. Il Parlamento e il Governo hanno fatto slittare varie scadenze fiscali su tutto il territorio nazionale, hanno prorogato i termini per varie gare pubbliche e rimandato a data ulteriore molti eventi in tutti i settori ivi comprese le spese corrispondenti. La salute degli abitanti e la loro incolumità devono infatti essere messe al di soprà di tutto ciò che finora era stato considerato necessario e prioritario. Il primo compito dello Stato essendo quello di garantire la sicurezza dei cittadini, chiediamo al Governo e al Parlamento di prendere, d’urgenza, tutte le misure necessarie per far slittare e riassegnare un’ingente parte delle somme per le spese di armamenti, previste nel bilancio 2020, verso i settori prioritari della sicurezza umana.

Sul piano nazionale, un’ attenzione particolare deve essere riservata ai seguenti bisogni: attrezzamento degli ospedali in letti e materiale di rianimazione, acquisto di respiratori, rafforzamento del personale delle unità di terapia intensiva, acquisto di tests, maschere e disinfettanti, sostegno massiccio alla ricerca di trattamenti idonei. È anche necessario prevedere il versamento di un premio di rischio per tutti i lavoratori del settore sanitario e degli altri settori coinvolti dalla pandemia: infermieri, medici, personale sanitario, trasportatori, fattorini, cassiere di supermercato, commercianti di prodotti essenziali, vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti, idraulici, elettricisti, badanti etc… che operano in prima linea e rischiano la vita ogni giorno al fine di assicurare le cure mediche di tutti i tipi e attendere ai bisogni essenziali della vita quotidiana.Se necessario, tale misura dovrebbe essere applicata anche ai successivi bilanci fino a ristabilire le condizioni di una vera sicurezza umana.

Sul piano internazionale, la cooperazione con i Paesi poveri deve essere ripensata e adeguata alla dignità umana, all’intrinseca qualità dell’essere e dei suoi valori imprescindibili. Non ci dobbiamo più accontentare di portare un aiuto materiale, di sfamare per qualche tempo le popolazioni più povere. È di un’importanza fondamentale portare loro la scuola, la cultura, la capacità nel ‘fare’, non solo accessoriamente ma prioritariamente affinché possano affrancarsi e rendersi indipendenti da noi, dal nostro aiuto occasionale ed estemporaneo.

È arrivato il tempo di focalizzare la nostra attenzione e le nostre energie per la diffusione di una cultura di Pace e l’adozione di misure volte a permettere a tutti di condurre una vita appagante, di sostituire la competizione con la cura di ogni essere umano e di rimpiazzare lo sfruttamento dell’ambiente con la sua preservazione. Molte associazioni a livello locale e internazionale si adoperano di già per diffondere una cultura di Pace e sensibilizzare i cittadini del Mondo intero su questa impellente necessità.

In Italia a Perugia la Tavola della Pace organizza ogni due anni la Marcia per la Pace Perugia-Assisi accompagnata da una serie di incontri e dibattiti dedicati alla ricerca delle soluzioni ai problemi che incombono. Tre giorni di incontri, creatività, cultura, laboratori, seminari, dialoghi e altre manifestazioni.

La pace non è solo il contrario della guerra .“La pace è molto di più. È il frutto del rispetto dei diritti umani di tutti gli uomini e tutte le donne. La pace non è solo il rifiuto della violenza. La pace è lavoro, cibo, acqua, salute, istruzione, dignità, uguaglianza, giustizia, rispetto, fraternità, nonviolenza, libertà, dialogo, democrazia, legalità, solidarietà, inclusione, accoglienza, responsabilità, diritti umani, memoria” Flavio Lotti -Tavola della Pace -

Apriamo subito un grande cantiere internazionale di pace. Ciascuno si prepari, rifletta e scelga cosa deve cambiare, cosa vuole costruire, e incontriamoci l’11 ottobre per la Marcia Perugia-Assisi della Pace e della Fraternità e durante i due giorni precedenti per mettere assieme le nostre idee e dare corpo alle soluzioni. Tutte le informazioni si trovano presso il Comitato promotore Marcia Perugia-Assisi, via della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 075/5737266 – 335.6590356 – fax 075/5721234 – email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it – www.perugiassisi.org

Anna Maria Campogrande

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