25 aprile 2020 – Torniamo ai valori della Vera Resistenza, che oggi significano: “No alla guerra, no alla Nato!”
il 25 aprile ricorre la Festa della Liberazione, che avrebbe coinciso con la nostra tradizionale Festa dei Precursori, ovvero l’anniversario della fondazione del Circolo Vegetariano VV.TT. (inaugurato a Calcata il 26 aprile 1984). In questi giorni di coercizione, a causa del Covid-19, abbiamo dovuto rimandare a data da destinarsi la nostra celebrazione (vedi programma annullato: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2020/02/19/treia-25-e-26-aprile-2020-festa-dei-precursori-presentazione-e-programma/).
Malgrado la defaillance del nostro programma la concomitante Festa della Liberazione mantiene la sua consistenza, ovvero in qualche modo verrà ricordata e troverà forme istituzionali di svolgimento. Su questo punto ho notato che, in prossimità della festa, ci sono state parecchie critiche da parte di alcune forze politiche sull’opportunità di mantenere in piedi questa commemorazione, a causa delle conseguenze di quel “fatidico” 25 aprile del 1945. Dalle forze democratiche definito “un giorno fondamentale per la storia d’Italia con un significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoria delle forze armate alleate, dall’Esercito Cobelligerante Italiano e delle forze partigiane durante la guerra civile scaturitasi nella seconda guerra mondiale contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.”. Questi i valori che vengono ricordati ogni anno, da allora. Ma diverse opinioni vengono avanzate da ambienti politici avversi i quali ricordano che dal 1945 in poi iniziò la sudditanza dell’Italia agli interessi egemonici, politici, finanziari e militari dei nuovi alleati, gli USA. Come dire che eliminato un occupante, i nazifascisti, se ne è insediato un altro.
Debbo ammettere che da un punto di vista formale e sostanziale ciò corrisponde al vero, ma occorre anche discriminare sull’insorgenza di questo “male”, ovvero considerare che la causa principale risiede nella oscura volontà imperialista dimostrata durante il fascismo dal suo fondatore Benito Mussolini, il quale sconsideratamente decise di gettare l’Italia in una guerra disastrosa e non condivisa dal popolo, una guerra che avrebbe causato morte e distruzioni inenarrabili, assolutamente ingiustificata dal punto di vista della giustizia sociale e nazionale. Una guerra di aggressione cieca contro forze preponderanti: la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e soprattutto la Russia. Questa singola azione decisa da Mussolini, qualsiasi fossero state le sue ipotetiche buone azioni svolte durante il suo governo ventennale, fu la causa conseguente ed inevitabile della situazione di sudditanza in cui oggi ci troviamo.
La NATO, forza di occupazione americana in Italia, con le sue 123 basi, con le sue imposizioni politiche e militari sui nostri governi può così operare solo in conseguenza della disastrosa decisione di Benito Mussolini. La causa di ogni male odierno dell’Italia è una sua diretta responsabilità. E, se debbo essere sincero, ritengo che -comunque- in quel lontano periodo della Resistenza anch’io avrei imbracciato le armi contro le forze retrive del nazifascismo, poiché quelle erano le forze maligne incombenti nelle contingenze in cui l’Italia si trovava. Oggi è diverso, oggi debbo dire che la Festa della Liberazione andrebbe integrata tramite l’affrancamento dalla sudditanza dell’occupazione yankee.
Pertanto il 25 aprile 2020, per la difesa dei valori della Resistenza e soprattutto per la difesa dei termini costituzionali che impediscono all’Italia di ricorrere alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, sento il dovere di ripetere la nostra proposta:
La difesa e salvaguardia dell’onore nazionale non possano risultare dalle continue guerre di aggressione sostenute dai nostri governi e che ledono il principio stesso costituzionale di rinuncia alla guerra. Con le armi atomiche e chimiche di distruzione di massa, che ormai contraddistinguono il sistema militare delle nazioni egemoni, la presenza di un esercito mercenario, com’è quello italiano, è solo un invito all’aggressione. E la presenza sul suolo patrio di basi munite di arsenali atomici e di missili (sotto il diretto controllo alieno) non aiuta assolutamente la causa della difesa della nostra patria, anzi…
Perciò in occasione di questo 25 aprile 2020 credo sia opportuno chiedere al Parlamento l’abbandono della partecipazione alla NATO, facendo dell’Italia una nazione neutrale pacifica e permettendo, attraverso il risparmio così effettuato, di affrontare la corrente congiuntura economica.
Paolo D’Arpini
Per promuovere la petizione per l’uscita dell’Italia dalla NATO – Link per la firma: https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale
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Integrazione e commento di Jure Eler:
“Caro Paolo, come sappiamo lo Storia non a si fa con i “se”. Ma poniamo che il regime fascista non si fosse avventurato, prima, nelle imprese coloniali – anche se sappiamo furono una necessità del fascismo per scaricare in Africa mandrie di suoi proletari scalzi così da dare “un sogno al Popolo” – e poi ponendosi a fianco, e anche oltre, Hitler, come in Grecia. Così non fece Franco, mantnendo la Spagna neutrale durante la Seconda guerra mondiale.
Ebbene, fino alla fine del regime di Franco la presenza militare Usa nella Penisola Iberica era scarsa, pressochè nulla. Ma già prima della sua morte, nel 1970 la presenza Usa in Spagna era comparabile a quella in Italia, superiore alle 10.000 unità (cfr. https://core.ac.uk/download/pdf/41172056.pdf pagg. 56 e 63 [***]“LE BASI MILITARI DEGLI STATI UNITI IN EUROPA: POSIZIONAMENTO STRATEGICO, PERCORSO LOCALIZZATIVO ED IMPATTO TERRITORIALE”).
Attualmente l’Italia “ospita” il doppio delle truppe USA presenti in Spagna, ma ciò deriva essenzialmente non da scelte politico-militari ma semplicemente per fattori strategici di teatro. Quindi il discorso non cambia: se anche Mussolini avesse fatto la scelta di Franco, le basi Usa e Nato in Italia ce le avremmo comunque, con relative conseguenze per la nostra indipendenza, sovranità, etc etc.
D’altra parte, il dare al popolo un nemico interno (comunisti, non ancora gli ebrei), uno esterno (le plutocrazie, la perfida Albione etc.), e sogni imperiali di gloria patria, già implicava mettesi in futuri guai grossi inevitabili, dai quali solo una vittoria del Nazismo avrebbe potuto salvare. (Così non è stato, come sappiamo, grazie soprattutto all’Armata Rossa che ha liberato l’Europa da Vienna a Berlino, mentre per i Balcani ci ha pensato Tito). Cose che, come già detto, il ducetto iberico ha evitato di fare.
Quindi, ritengo non per “una singola sconsiderata azione” vado condannato il Fascismo e il Duce, ma per tutta la sua politica supportata all’interno da chi sappiamo, e dall’esterno pure. Ma la storia dell’occupazione Nato-Usa in Italia ha altre, più vaste, radici, collegandosi al motivo per cui sul Giappone son piovute le atomiche. E dare a Mussolini la responsabilità di questo, farne addirittura “la causa di ogni male odierno dell’Italia”, è errato, e assolve troppi altri attori “democratici” o “socialdemocratici” del’epoca e attuali.
Tutto questo non toglie che il 25 Aprile giorno della Festa della Liberazione debba essere simbolo di liberazione da ogni oppressione e occupazione, in ogni parte del mondo, contro Popoli, Nazioni e Natura, una violenza distruttiva e una minaccia contro ogni progresso umano rappresentata in Italia in primo luogo dal tallone militare Nato, senza però trascurarne i responsabili a monte, le forze politico economiche che sono il motore della Nato e loro braccio armato, la grande finanza e il complesso militar-industriale mondiali con le loro presenze anche in Italia, con un programma vorace e predatorio che solo dalla guerra e dalla distruzione può trarre il suo sostentamento, quindi in ultima analisi il Capitalismo nel suo complesso ed i suoi sostenitori.”
(Jure Eler)
p.s. Un documento che vi consiglio (link al testo qua sopra):
[***] “LE BASI MILITARI DEGLI STATI UNITI IN EUROPA: POSIZIONAMENTO STRATEGICO, PERCORSO LOCALIZZATIVO ED IMPATTO TERRITORIALE” a cura di UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE, UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI KOPER/CAPODISTRIA-PRIMORSKA, NAPOLI “FEDERICO II”, PARIS-SORBONNE (PARIS IV – U.F.R. DE GEOGRAPHIE), PIEMONTE ORIENTALE “A. AVOGADRO”, SALERNO, SANNIO, UDINE — XXI CICLO DEL DOTTORATO DI RICERCA IN GEOPOLITICA, GEOSTRATEGIA E GEOECONOMIA (SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M-GGR/02 anno 2007 – 2008)
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Mia rispostina: “Caro Jure, ti ringrazio per l’integrazione sulle cause remote e collaterali della situazione di sudditanza nella quale l’Italia si trova. La tua analisi, dal punto di vista causale e storico, ha sicuramente un senso, ma un conto è la proiezione sulla situazione geopolitica internazionale, un altro è la sventura nazionale, conseguenza diretta (per l’Italia e per tutti gli italiani) della dichiarazione di guerra da parte di Mussolini. I morti ci sono stati, le distruzioni ci sono state, il conflitto civile e gli odi conseguenti ci sono stati e questa responsabilità non può essere ignorata. Secondo me, come tu stesso affermi in prima battuta, la storia non è fatto di “se” ma di fatti concreti… e questi sono lì innegabili e messi in fila uno per uno con tutti i loro effetti. Ti auguro una buona giornata della liberazione totale… Ciao, Paolo”
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Commento di Grazia: “Sì Paolo, ho letto e condivido quello che hai scritto.. il mio omaggio alla Liberazione non vuole essere retorico, infatti c’è bisogno di un nuovo linguaggio per comunicare alle giovani generazioni e in questo tempo di amnesia credo che noi Pantere Grigie possiamo ancora fare la nostra parte … https://youtu.be/h_8O57J8Hyg per me la musica ha un ruolo importante nella trasmissione di messaggi perché arriva subito al cuore, è come un grande veicolo che abbraccia tutto il mondo. Un abbraccio a te e alla comunità di Treia. Grazia”