Il coronavirus rende più di una guerra, alla grande finanza…
Monetizzare il sociocidio
Possiamo immaginare cose ne consegue, dopo settimane, forse mesi, di blocco in casa in un paese che già lamenta i più lunghi tempi d’attesa d’Europa, addirittura per trattamenti salvavita, grazie alla riduzione alla lisca di pesce del servizio sanitario pubblico. Una devastazione a favore di indecenti regalie al privato da parte di quella stessa classe dirigente politico-economica, che ora pretende di risanarci dalla cosiddetta pandemia con provvedimenti che farebbero arrossire Mussolini. Una devastazione che cadrà sulle spalle dei soliti noti, cioè di una popolazione di sudditi le cui problematiche sanitarie psicofisiche saranno state ingigantite dal prolungamento della reclusione senza aria, senza sole, senza movimento e socialità. Tutto questo si assommerà al sociocidio di categorie di piccole e medie imprese della produzione e del commercio, con il loro seguito di partite Iva, precari, part time, disoccupati, semioccupati, artigiani. Un’ecatombe alla quale si provvede in questi giorni di lockout, monetizzando la reclusione e i danni conseguenti con lo spargimento scriteriato e propagandistico di elemosine una tantum.
Chi perde e chi vince
Un recupero, se mai possibile, di una sopravvivenza collettiva, dopo il blocco e il conseguente smantellamento di tante realtà produttrici e distributrici, vedrà di certo una nuova, cioè antica, gerarchia di classe, con una spaventosa concentrazione della ricchezza in alto e un ancora più spaventoso allargamento della povertà assoluta e di quella al limite della sopravvivenza. Oggi sui 17 milioni, domani chissà. Chi ci avrà guadagnato in termini economici e politici sono sempre gli stessi: quelli che gestiscono il denaro e sanno speculare e volgere le crisi in guerre; coloro che, occupandosi della salute, cioè della vita, si sono eretti, vieppiù, a domini del destino terreno degli umani; e quelli che, offrendo, con provata esperienza, la risposta metafisica alle sofferenze e speranze terrene e ultraterrene dei credenti.
Quando ci hai le madonne
Al quale proposito notiamo, con raccapriccio, l’esultante nota di “Vaticano. Com” che ci informa come nel cielo, improvvisamente radioso e dal quale fino a un attimo prima scrosciava la pioggia su un papa in bianco e nella piazza, sia apparsa…. la Madonna, vista, fotografata e filmata dai fedeli. Il miracoloso evento sarebbe coinciso con le parole del pontefice: “Perché temete? Non avete fede?” E, zac, ecco la Madonna a suggerire la risposta dall’alto dei cieli…
Fulvio Grimaldi – https://fulviogrimaldi.blogspot.com/