25 gennaio 2020 – Dai pacifisti USA appello internazionale contro la guerra in Medio Oriente…
Per il 25 gennaio 2020 dagli USA è stata lanciata una giornata contro una nuova guerra in Medio Oriente, l’iniziativa è delle storiche reti pacifiste UNAC ed altre sigle.
The People of the World Say: NO WAR! The Trump administration is dragging the United States into a war with Iran that could engulf the whole region and could quickly turn into a global conflict of unpredictable scope and the gravest consequences. The people of the world need to rise up and stop it. For all who believe in peace, for all who are opposed to yet another catastrophic war, now is the time to take action. On Saturday, January 25 in cities across the globe, there will be protests against a new war in the Middle East. Please join us. Don’t forget to contact Congress and tell them to prevent Trump from being able to carry out his war!
In Italia oltre all’appello che ho girato, trovato in un articolo di Mao Valpiana, Movimento Nonviolento, su Pressenza, è stata preannunciata anche una mobilitazione diffusa del Coordinamento della sinistra di opposizione, con contenuti diversi, anche contro la NATO
“Per questo come Coordinamento Nazionale proponiamo che – nell’ambito più generale delle campagne unitarie – la giornata nazionale di mobilitazione del 24/25 gennaio, decisa dalla Assemblea del 7 dicembre, sia dedicata all’opposizione all’imperialismo e alla guerra. Una giornata di iniziative in tutta Italia (presidi, assemblee, cortei) prioritariamente presso basi militari Nato, consolati Usa, comandi militari e caserme, prefetture, per rivendicare insieme il No alla guerra, la rottura con la Nato, il ritiro immediato delle truppe italiane da tutte le missioni. Una giornata che contemporaneamente in tante città raccolga il rifiuto delle politiche guerrafondaie e al tempo stesso faccia emergere anche su questo terreno una opposizione aperta anche al governo italiano. Un governo che col sostegno di tutta la sinistra parlamentare mantiene le truppe nei teatri di guerra e ribadisce il proprio ossequio alla Nato….”
Del coordinamento fanno parte i gruppi della sinistra PCL, PCI, sinistra anticapitalista, che sono promotori, e anche Risorgimento socialista, Potere al Popolo, PRC, soprattutto nella componente di Eleonora Forenza e Imma Barbarossa
Credo inoltre che siano già state preannunciate mobilitazioni locali, sicure due a Livorno caricate anche sui siti delle associazioni USA.
La giornata si sarebbe prestata ad una mobilitazione interessante diffusa nel paese e che avrebbe fatto parlare per un giorno di guerre, armi, pace. Tra l’ altro c’è anche la guerra libica in evoluzione. Il silenzio, il disinteresse e la mancanza di dibattito nel nostro paese fa pensare…
Marco Palombo
Commento di M.C.: “…l’appello è firmato da ogni genere di associazioni, che NON hanno fatto nulla (o peggio) sulla questione Libia, Siria (un po’ meglio Yemen). Non hanno fatto nulla, o hanno agito male, vista la posizione di certe Ong dal 2011 a ieri. Ricordo una grande solitudine e tante amarezze dal 2011 a oggi. Personalmente, aderirò solo a iniziative promosse da Rete dei comunisti o comunque soggetti che dal 2011 non sono stati ignavi o peggio…”
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Notizia collegata: No war on Iran – Scrive UNAC: “Saturday, January 25th Join the Global Day of Protest: http://nepajac.org/jan25actions.htm – No War on Iran! Actions have been called across the country and across the world, 190+ organizations endorsing…”
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Nota di V.B.: “Un Comitato internazionale aveva lanciato l’idea di una manifestazione internazionale per la pace ed antimperialista il 25 gennaio 2020. Purtroppo l’appello delle organizzazioni che hanno lanciato la manifestazione italiana hanno completamente stravolto il senso dell’appello internazionale , trasformandolo in un ambiguo: non siamo né dalla parte degli aggrediti, né dalla parte degli aggressori. Che fare? Forse una manifestazione alternativa o uno spezzone dichiaratamente antimperialista?”
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Nota di P.B.: “Che fare? Possiamo semplicemente manifestare il giorno 25 in risposta all’appello dei gruppi pacifisti statunitensi. Incredibile, ma sono molto più avanti rispetto ai gruppi pacifisti italiani e della sinistra di opposizione italiana. Per esempio, la loro prima rivendicazione è “NO alla guerra con l’Iran, Basta sanzioni!”
http://nepajac.org/unac_011520.html
Mentre, Sinistra Anticapitalista fa un incontro dietro la parola d’ordine: “NO agli USA e NO all’Iran, entrambi imperialisti”. E che non spreca una parola su Israele — che invece, di imperialismo, ne sa qualcosa: ha invaso e occupato la Palestina, invaso e occupato una parte della Siria, invaso più volte il Libano prima di essere respinto dai Hezbollah, e ora proclama di voler occupare tutta la trans Giordania. Se non è imperialismo questo! L’Iran, invece, che ha dispute territoriali con alcuni stati ai suoi confini, ha sempre cercato di risolverle diplomaticamente, non ha mai invaso né occupato nessun altro paese. La sua presenza in Siria è stata RICHIESTA dal governo legittimo.
Ecco quindi il gioco di Sinistra Anticapitalista: tacere su Israele e presentare l’Iran come l’aggressore. Proprio la velina che Netanjahu ha dato a Trump da leggere e evidentemente anche a qualcuno tra i promotori della manifestazione italiana del 25. Così si giustifica una futura aggressione contro l’Iran, già allo studio a Tel Aviv e a Washington.
Ma tutto ciò è una pecca di Sinistra Anticapitalista. Non c’entra con l’appello italiano per il 25 gennaio. Non confondiamo le due cose.
Come ho già detto, l’appello italiano per il 25 gennaio parla di “ingerenze iraniane”, è vero, e questo è sì una sbavatura: ma non dice altro. Non dà addosso all’Iran, non lo equipara agli USA, come fa Sinistra Anticapitalista.
E, in compenso, l’appello italiano chiede: (1.) la revoca dell’embargo contro Iran; (2.) la negazione dell’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato ONU (sarebbe da sottoscrivere l’appello solo per questa rivendicazione); (3.) il ritiro della proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente; (4.) il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e dall’Afghanistan, e altro ancora.
Ma queste sono rivendicazioni nostre, porco giuda! Come si fa a non essere d’accordo? A volersi distanziare comunque, a causa di qualche sbavatura di linguaggio e il silenzio sui crimini imperialisti UE passati e futuro (leggi esercito UE)?
Io non butterei il bambino con l’acqua sporca. Sono per aderire alla giornata del 25, appunto, sulla piattaforma dei pacifisti statunitensi, miracolosamente senza sbavature.
Basta con il Calvinismo: “una volta che hai peccato, sei peccatore e dannato per sempre.”
Basta con il Calvinismo, dico. Perché gli organizzatori del 25 in Italia sono tutti peccatori, è vero, ma lo siamo anche noi. Già, anche noi. Dove eravamo quando l’esercito israeliano stava uccidendo a sangue freddo — settimana dopo settimana — decine di giovani palestinesi disarmati? Dove eravamo quando la Francia ha cominciato la sua guerra del Vietnam nel Malì? Dove eravamo quando l’Italia ha annunciato di voler mandare truppe nel Niger, facendoci tornare all’epoca di quando c’era Lui?
Da nessuna parte. Tutti zitti e buoni.
Allora stiamo zitti ora, non facciamo i Calvinisti e andiamo il 25.”
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Nota di F.G.: “Con la solita disinvoltura politica e una valutazione ideologica si parla di “sbavatura” riguardo all’appello italiano, modificato rispetto a quello statunitense, che due giorni fa ho diffuso in inglese, per la mobilitazione del 25 gennaio (25 gennaio 2020: giornata di mobilitazione internazionale per la pace – Appello). Pur di entrare nel gregge ed erigere davanti a qualche macchina fotografica o telecamera la propria persona con relativi cartelli, si passa sopra assolute indecenze per qualunque antimperialista non prono al consociativismo democraticista dei taralucci e vino e che regolarmente finiscono col rafforzar le più ambigue e nefaste motivazioni e parole d’ordine.
Leggiamo qui sotto, dall’appello italiano, quella che secondo P.B. è solo qualche “sbavatura”:
Si evita con la massima e molto sospetta circospezione di evitare in ogni caso i responsabili di TUTTE le guerre, di TUTTI i genocidi, di TUTTE le pulizie etniche, di TUTTE le sanzioni sociocide, di TUTTI gli assassini mirati (da Obama in poi), di TUTTE le extraordinary renditions, di TUTTA la decrebrazione mediatica, confondendo in un indistinto miscione le cosiddette “potenze regionali e globali che si contendono con la guerra aree di influenza….” E chi sarebbero queste potenze regionali e globali per il cittadino comune? Forse la Russia, l’Iran, la Siria, oltre, forse agli USA e Israele, che invece andrebbero nominati come gli UNICI responsabili di ogni aggressione, violazione dei diritti umani, crimini di guerra e contro l’umanità”! E’ la tecnica della marionetta Greta e del movimento sorosiano sardinesco dei Fridays For Future e Extinction Rebellio, che non fanno nomi, ma colpevolizzano chiunque abbia più di 25 anni con il chiaro proposito di occultare i veri, concretissimi responsabili.
Stessa domanda SENZA RISPOSTA: chi sono coloro che, secondo l’appello, “reprimono, torturano, corrompono”? Guadi a nominarli. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di americani, britannici, francesi? Oppure quelli che vengono indicati da Repubblica, dal manifesto, da Pompeo o Bolton?
Chi sono le popolazioni le cui proteste hanno occupato pacificamente le piazze e le strade, da Baghdad a Tehran, da Beirut ad Algeri, da Damasco al Cairo (e, a titolo di copertura, Gerusalemme)? Quelle che sono care al Corriere, alla CNN, alla BBC, al manifesto, a Repubblica, a Soros, alla Cia, alla NED, a Freedom House, all’Atlantic Council, a tutti gli arnesi della destabilizazione al fine della dittatura mondiale dei mercati a obbedienza USA-UE-Nato che le pagano tutte e che tutte sono mobilitate contro governi che irritano Washington e Netaniahu? Avete letto una sola parola in difesa dei manifestanti per la libertà e la giustizia massacrati dagli sbirri dell’oligarchiafilo-Usa, golpista e non, in Bolivia, Cile, Francia, Colombia? Che altro ci vuole per percepire il tanfo imperialista e collateralista degli autori di questo appello ?
Non basta, questo appello di mistificatori e infiltrati mirato a completamente eludere colpe e meriti, crimini e difesa dai crimini, guerrafondai patologici e forze che difendono la verità e il diritto, conclude con la richiesta delle solite missioni di peacekeeping a mandato ONU, forma soft dell’imperialismo economico, sociale, culturale e militare dell’Occidente. Onu che ha sulla coscienza l’avallo a tutto ciò che capita in testa ai serial killer Usa, ma che se ne infischia quando Israele manda a cagare lei e tutte le sue risoluzioni in difesa dei palestinesi, o quando per un anno si diverte a fare il tiro al piccione su ragazzini e infermiere inermi a Gaza. Qualcuno ha sentito una parola del segretario generale dell’ONU, il pacioccone fantoccio Guterres, sull’incredibile operazione dello Stato Criminale, in un paese sovrano, contro un generale, protetto da immunità diplomatica di uno Stato sovrano, vincitore di quella che gli Usa definiscono la “guerra al terrorismo”, un terrorismo tutto spurgato dalla bandiera a stelle e strisce o da quella di David?
Ricordate altre istanze quando si sono invocati “corpi civili di pace” ? Ovviamente dove occorreva consolidare una missione militare imperialista non riuscita e porsi come interposizione a difesa dell’Ordine gradito all’Occidente: in Jugoslavia, in Siria, in Nordirlanda, o sotto forma di contingente italiano in Libano a difesa dei confini abusivi israeliani. Missioni, Ong e corpi civili che si spera non opprimano, maltrattino, torturino, stuprano, uccidano, come succede con certe missioni ONU o ONG in Somalia, ad Haiti, Centroamerica, Mali, Niger, ovunque…..
La ciliegina su questa operazione di finto pacifismo ed effettivo collateralismo colonialista, che ancora persegue obiettivi ottocenteschi di dominio, questo sì razzista, anziché togliersi dai coglioni ovunque abbia già segnato col sangue e la rapina la sua presenza nei secoli passati, è la richiesta di “una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa”. Piano che non è che uno sciagurato tentativo neocolonialista UE e delle sue oligarchie franco-germanico-britanniche, con sguatteri italiani al seguito, di imporre il trionfo dei mercanti europei, con la complicità delle classi corrotte africane, sulle risorse del continente, tra l’altro sottratte ai loro legittimi titolari con l’infamia di un’emigrazione sollecitata e forzata, mirata anche a destabilizzare le società e culture europee e a fornire manovalanze schiavizzate alle loro classi dirigenti.
Quanto all’aereo abbattuto “per errore” nei cieli di Tehran, gli ignavi dell’appello dovrebbero informarsi un po’ meglio su quanto perfino il New York Times, vantandosene, ha documentato e di cui questi sedicenti attori sulla scena della lotta ai crimini di guerra avrebbero dovuto informarsi, a condizione di essere interessati alla verità (se ne può avere contezza dal mio scritto “www.fulviogrimaldicontroblog.info Colonialismo: Berlino 1885- Berlino 2020 E’ IL TURNO DELLA LIBIA — La solita manina misteriosa nella caduta dell’aereo a Tehran).
Per un intervento non dissimile da questo, di critica alla sua disponibilità a adottare le più disinvolte e imprecise posizioni politiche o concettuali proposte da altri, il padre padrone dell’associazione NO War mi ha democraticamente escluso dalla lista email dell’associazione. Io riterrei opportuno che noi escludessimo dalla nostra tolleranza e pazienza le perniciose deviazioni sono suggerite da attori politici che con un genuino e chiaro antimperialismo non hanno nulla a che fare. Anzi.”
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Dall’appello italiano per una mobilitazione il 25 gennaio (lo trovare intero su Google)
Nella crisi del vecchio ordine internazionale, potenze regionali e globali si contendono con la guerra aree di influenza sulla pelle delle popolazioni locali. La sola alternativa consentita al momento è il mantenimento dei regimi teocratici o militari – comunque illiberali e non rispettosi dei diritti umani – con i quali si fanno affari, chiudendo occhi e orecchie su repressione, torture e corruzione. La guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade….
Non possiamo stare a guardare Dobbiamo gridare il nostro no alla guerra, alla sua preparazione, a chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi. Guerre che, in ogni momento, possono fare da miccia ad un conflitto globale tanto più preoccupante per il potenziale degli armamenti nucleari oggi a disposizione dei potenti del mondo. Le vittime innocenti dell’aereo civile abbattuto “per errore” da un missile, dimostrano una volta di più che la guerra è un flagello per tutti, nessuno può chiamarsi fuori, siamo tutti coinvolti. Manifestiamo il nostro sostegno alle popolazioni, vere vittime delle guerre, a chi si rivolta da Baghdad a Teheran, da Beirut ad Algeri, da Damasco, al Cairo, a Gerusalemme, a Gaza. Quel che sta avvenendo nel Golfo Persico, aggiungendosi alle sanguinose guerre e alle crescenti tensioni in corso, mette in luce la drammatica attualità e il vero realismo dei ripetuti ma inascoltati appelli di Papa Francesco per l’avvio di un processo di disarmo internazionale equilibrato. L’UE, nata per difendere la pace, deve assumere una forte iniziativa che – con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza – miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo da un patto per una gestione condivisa dei flussi migratori.
ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan, richiedendo una missione di peacekeeping a mandato ONU ed inviare corpi civili di pace; • adoperarsi per la sicurezza del contingente italiano e internazionale in missione UNIFIL in Libano”