Isteria collettiva (di sinistra), la Mozione Segre in Italia e un martirio col fuoco in Francia
L’isteria collettiva (di sinistra) produce vittime. Una è Liliana Segre.
Nel famoso articolo di Pietro Colaprico su La Repubblica del 26 ottobre scorso, intitolato “Liliana Segre, ebrea. Ti odio” Quegli insulti quotidiani online, si è affermato che la senatrice a vita riceveva 200 insulti al giorno. Una cosa che ha fatto scandalizzare tutti (anche me). L’articolo citava un rapporto dell’Ossevatorio sull’antisemitismo.
Tuttavia la senatrice Segre ha detto che lei di quegli insulti non sapeva nulla, perché non ha nemmeno i social. Ma non ne sapeva nulla nemmeno l’Osservatorio sull’Antisemitismo.
Infatti il rapporto citato diceva una cosa diversa (https://osservatorioantisemi-c02.kxcdn.com/wp-content/uploads/2019/09/AM_2018_annuale_28ott2019.pdf).
Intanto si riferiva all’anno passato e non a quello in corso, poi parlava di 197 episodi di antisemitismo all’anno e non al giorno e inoltre, e qui sta il punto cruciale, la quotaparte di insulti non erano all’indirizzo della sola signora Segre: “personaggi pubblici come Gad Lerner, Emanuele Fiano, Sandro Parenzo, Enrico Mentana e Liliana Segre sono spesso vittime di invettive antisemite, specie sui social”(pag. 12).
Cioè 197 all’anno sono stati nel 2018 gli episodi di antisemitismo in generale, di varia tipologia (133 quelli sul web) e rivolti contro i più disparati bersagli.
Se, come penso sia giusto, ci rifiutiamo di pensare che Pietro Colaprico sia un analfabeta che non sa leggere, allora dobbiamo concludere che l’articolo voleva deliberatamente affermare una cosa falsa: fake news! L’intendimento di questa clamorosa fake news di Repubblica a me sembra ovvio: tirare la volata all’istituzione della Commissione Segre di cui non c’è assolutamente bisogno per contrastare razzisti, xenofobi e istigatori vari o calunniatori, perché basterebbe applicare la Legge Mancino e poche altre, per dare loro sonore legnate. Però ce n’era bisogno per un altro motivo: far passare sottobanco una dichiarazione di illegittimità delle posizioni “sovraniste”. Leggetevi la mozione e capirete che è così, perché ci sono due punti specifici – in quello che per altro è uno testo estremamente ripetitivo – dove si equipara “l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o più in generale l’intolleranza” ai “nazionalismi” e agli “etnocentrismi” (http://moked.it/blog/2019/10/30/commissione-lodio-testo-della-mozione-liliana-segre/). E quindi, ahimè, avevano ragione Salvini (che per altro è filosionista) e la Meloni a dire che quei punti servivano a ostacolare le loro idee politiche. Ripeto: ahimè. Perché fornire in modo così plateale la parte della ragione a Salvini e alla Meloni è un atto di suprema idiozia dettata dall’affanno e dall’unica arma politica di cui i liberal sono ancora dotati: l’isteria collettiva, per l’appunto.
Non solo, ma se posizioni politiche “euroscettiche” e “sovraniste” o slogan politici come “Prima gli Italiani” o “No all’immigrazione incontrollata” vengono sanzionati per via amministrativa, in puro stile maccartista o staliniano, perché ricadono nelle neo fattispecie criminali di “etnocentrismo” e “nazionalismo”, se vengono nascosti sotto il tappeto di una Commissione parlamentare invece di essere contrastati con un’efficace battaglia politica, poi queste cose si pagano politicamente, e si pagano care. Già non passa giorno che Fratelli d’Italia e Lega non crescano nei sondaggi. O gli si toglie da sotto i piedi i motivi del loro consenso o questo non potrà che crescere, e non c’è Commissione Segre che tenga. Anzi! Ricordatevi del richiamo del liberal di sinistra David Paul Kuhn sul New York Times: “Scusate, liberal, ma non è stata l’intolleranza a far eleggere Donald Trump!” …
Chi ha voluto la Commissione Segre questo articolo non lo ha letto e in realtà a quanto pare nemmeno i clintonoidi lo hanno letto, benché il New York Times sia un loro giornale, e continuano imperterriti, toccando i ferri da cavallo del politicamente corretto e poi tirandoli in testa a qualcuno. Sembrerebbe invece che lo abbiano fatto Alexandria Ocasio-Cortez, Bernie Sanders e Jill Stein. Lo ha fatto anche Jeremy Corbin, secondo me. Da noi a sinistra posso pensare che lo abbiano letto quelle tre persone che cito dopo. Poi nessun altro. Ignoramus et ignorabimus!
Per ora, il risultato immediato di tutto ciò è che dopo questa sovraesposizione mediatica della senatrice Segre, un vero e proprio scudo umano usato da persone che non sanno più come fermare la marea montante dei loro avversari politici (basterebbe in realtà che cambiassero in senso più filo-operaio e più gente comune la loro politica, come ormai, dopo Rampini e dopo Cacciari, afferma anche Prodi), dopo questa sovraesposizione, dicevamo, gli insulti all’indirizzo della signora Segre sono iniziati a fioccare veramente. D’altra parte è così che funziona uno scudo: si becca i colpi al posto di chi sta dietro. E mi ricorda anche una cosa che diceva Noam Chomsky: “L’Anti-Defamation League è una fabbrica di antisemitismo”:
“Prima dell’articolo Liliana Segre non riceveva 200 insulti e non aveva bisogno di scorta, adesso è finita alla ribalta e non solo li riceve eccome, è pure diventata un bersaglio per tutti quegli animali analfabeto-psicotici che se sentono profumo di cinepresa non esitano a fare le cose più turpi e immonde col sorrisetto ebete.” (Nicolò Zuliani, “Liliana Segre non riceveva 200 insulti al giorno… prima.”. Termometro Politico, 11 Novembre 2019).
Nota 1: Il testo della Mozione Segre sarebbe totalmente accettabile se fosse scientificamente e onestamente applicato fino alle sue ultime conseguenze. Ma ciò non sarà mai, perché comporterebbe la messa in stato d’accusa dell’imperialismo etnocentrista, razzista e xenofobo occidentale, e quindi del nostro stile di vita basato sulla sofferenza – e spesso la scomparsa per deflagrazione, fucilata o taglio della gola – di quello degli altri, come ha fatto notare con garbo Fulvio Grimaldi qui: https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/11/odio-razzismo-xenofobia-nazionalismo.html
Nota 2: Prodi ha ribadito un concetto già espresso da Rampini, cioè che la sinistra dovrebbe smetterla di fare esclusivamente la difensora delle mini-identità, dei diritti civili, e ricominciare a difendere anche i lavoratori. Ne è nata una polemica del tipo “gay vs operai”, alimentata da Fassino (http://www.gaynews.it/2019/11/13/romano-prodi-la-sinistra-fallita-puntando-diritti-civili-social-colpa-piero-fassino-lgbt/). Fassino, contestando Prodi, ha asserito che diritti civili e diritti sociali non sono in contrapposizione o in alternativa. Giustissimo. Se non che in tutto il mondo occidentale i diritti civili sono andati in sostituzione dei diritti sociali man mano che la sinistra doveva adempiere al suo nuovo compito: tradire i suoi propri patti costitutivi, mollare gli ultimi, i penultimi e persino i terzultimi e passare al servizio del capitale e dell’imperialismo, delle élite. Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento nessuna femminista e nessun omosessuale militante si sarebbero mai sognati di scindere i diritti civili da quelli sociali. Adesso è invece uno sport internazionale.
Risultato: gli operai votano a destra e i professionisti, i grandi manager e i finanzieri a sinistra, le persone in difficoltà votano a destra e i ricchi a sinistra, le periferie votano a destra e i centri votano a sinistra. Tranne alcuni residui di nostalgia il mondo è sottosopra.
La realtà 1
Lo scorso 8 novembre uno studente dell’Università Lione 2, di ventidue anni, si è dato pubblicamente fuoco e ora è in condizioni gravissime con ustioni sul 90% del corpo.
Lo sapevate? No! Ne sono sicuro. Queste cose non bisogna farle sapere (http://www.leparisien.fr/amp/faits-divers/lyon-un-etudiant-brule-a-90-apres-s-etre-immole-par-le-feu-en-pleine-rue-08-11-2019-8189613.php?__twitter_impression=true).
Perché non bisogna farle sapere? Perché questo ragazzo ha scritto in modo chiarissimo il motivo del suo estremo gesto di protesta e indignazione:
“Lottiamo contro il montare del fascismo, che non fa che dividerci […] e del liberismo che crea ineguaglianze.
Io accuso Macron, Hollande, Sarkozy e la UE di avermi ucciso creando questa incertezza sul futuro di tutti noi, accuso anche Le Pen e gli editorialisti di aver creato paure secondarie.
Il mio ultimo desiderio è che i compagni continuino la lotta. Viva il socialismo, viva l’autogestione, viva la sicurezza sociale”.
(Piotr)
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Commento di F.G.:
“Intanto, caro Piero, Liliana Segre è stata vittima a 13 anni, forse, e non oggi. Quando parliamo dei 200 messaggi d’odio antisemita, possiamo anche pensarla alla Andreotti: a pensar male forse ci si azzecca. Gli autoattentati per attaccare l’avversario, strategia perenne e indispensabile per l’establishment e in particolare per quello sionista, ce lo dovrebbero avere insegnato. Secondo, l’antisemitismo non esiste, vale quanto l’avversione dei bergamaschi di sopra per quelli di sotto. Esistono l’islamofobia, quella sì razzista e l’antisionismo-antisraelismo, prettamente politico ed etico.
Quanto alle “posizioni euroscettiche, sovraniste, prima gli italiani, no all’immigrazione incontrollata”, non ritengo debbano essere contrastate né con la Gestapo che si incista nella Commissione Segre, né, come chiedi tu, con “una efficace battaglia politica” e non capisco perché si debbano pagare care. Sono concetti politici del tutto legittimi e anche giusti, anche se se ne appropriano i finti e fasulli, alla Salvini, selezionati dall’Alto per sputtanarli. Per il resto sono d’accordo.” (F.G.)
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Commento di U.B.: “Che il recente caso degli insulti alla senatrice Segre, nello specifico ad una anziana reduce dall’orrore dei campi di concentramento, siano un gesto vile e riprovevole, non c’è neanche bisogno di dirlo, è cosa che si commenta da sé. Ma da qui ad inaugurare appositamente, una commissione “contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo” ci sembra quanto meno fuor di luogo, totalmente inutile e frutto di una visione viziata dalla solita, ipocrita, demagogia buonista…” (U.B.)