Il M5S di Luigi di Maio perde seguito e consensi perché obbedisce alla UE e alla NATO! La Lega di Matteo Salvini se ne giova finché è all’opposizione…
Le elezioni in Umbria confermano la crisi del sistema politico della Repubblica Pontificia asservita alla NATO e all’UE!
L’esito delle elezioni in Umbria conferma che crescono il malcontento, il malessere, l’insofferenza e la rivolta delle masse popolari contro il corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista ha imposto anche nel nostro paese da quando circa quaranta anni fa ha ripreso in mano nel mondo intero la direzione del corso delle cose. I partiti che da trenta anni a questa parte hanno composto i governi che hanno attuato nel nostro paese il programma della borghesia imperialista perdono terreno ad ogni elezione. Il PD di Romano Prodi e di Matteo Renzi, erede della combriccola del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) e del PCI di Berlinguer, perde ovunque voti ad ogni elezione. Il Partito di Berlusconi, da circa trenta anni portavoce politico della malavita organizzata e di molti gruppi imperialisti, segue la stessa strada. Si allarga la breccia che con il voto del 4 marzo 2018 le masse popolari hanno aperto nel sistema politico della Repubblica Pontificia asservita alla NATO e al Fondo Monetario Internazionale (FMI) diretti dai gruppi imperialisti USA e all’UE (Commissione e Banca Centrale) dei gruppi imperialisti europei.
I tentativi fatti dal M5S di Luigi Di Maio e dalla Lega di Matteo Salvini di rabberciare la breccia erano destinati al fallimento. Il fallimento è già lampante per il M5S da quando ha accettato di servire la NATO e l’UE, prima in compagnia della Lega e poi in compagnia del PD. Finché aveva dato voce all’insofferenza delle masse popolari per l’ordine imposto dalla comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, il M5S aveva raccolto attivisti ed elettori. Da quando cerca di conciliare con le imposizioni dell’UE e della NATO le prospettive che ha fatto balenare agli occhi delle larghe masse, non fa che perdere voti e attivisti.
Matteo Salvini ha cercato di salvarsi: prima ha fatto il bastian contrario nel governo Conte di cui faceva parte e poi si è sganciato dal governo. Ma vive di promesse che non è in grado di realizzare. Nel primo governo Conte lo si è visto all’opera. L’emancipazione dall’UE e la creazione di una moneta ausiliaria (i minibot) sono rimasti chiacchiere. Ha invece fatto il campione della persecuzione degli emigranti, della repressione dei lavoratori (misure contro scioperi, picchetti, blocchi stradali e altre forme di lotta) e contro le famiglie che occupano case lasciate vuote e all’abbandono. Si è sganciato dal governo in tempo per raccogliere il malcontento nelle elezioni in Umbria e ne raccoglierà ancora, nelle prossime elezioni. Andare al governo, sarà la sua fine, benché abbia già raccolto i favori della criminalità organizzata (la cricca Fontana e Caianiello è solo un esempio) e di quei gruppi imperialisti che avevano in Berlusconi il loro esponente politico. Ma già ora la sua scesa non è irresistibile: in Umbria alle regionali di ottobre c’erano più elettori che alle europee di maggio (703.000 contro 687.000), ma la lega ha raccolto meno voti (154.000 contro 171.000).
Noi comunisti dobbiamo mobilitare ed elevare la resistenza che le masse popolari oppongono in ogni campo della vita sociale al catastrofico corso delle cose. Dobbiamo fare dei lavoratori organizzati una forza politica capace di prendere in mano il governo del paese e instaurare il socialismo: 1. potere delle masse popolari organizzate attorno al Partito comunista, 2. gestione pubblica pianificata dell’attività economica del paese per soddisfare i bisogni delle masse popolari e stabilire rapporti di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi, 3. partecipazione crescente delle masse popolari alle attività specificamente umane da cui le classi dominanti da sempre le escludono.
Nell’immediato dobbiamo mobilitare i lavoratori avanzati, in particolare in ogni azienda capitalista e in ogni istituzione pubblica (scuole, ospedali, ecc.), perché costituiscano organismi che tutelino diritti e occupazione, prevengano e contrastino i piani dei padroni, si colleghino tra loro e rafforzino la resistenza anche fuori dalle aziende e dalle istituzioni.
In ogni iniziativa della Lega, dovunque sono presenti lavoratori, dobbiamo portare la parola d’ordine della nazionalizzazione e della gestione pubblica di ogni azienda che i padroni vogliono ridurre, smembrare, chiudere o delocalizzare. Se non facciamo valere la sovranità sulle attività produttive del nostro paese, la sovranità nazionale contro l’UE e la NATO resta nel campo delle chiacchiere elettorali.
Il PD è da anni il partito dei gruppi d’affari italiani e stranieri, asservito all’UE e alla NATO, ma ha ancora legami con una parte degli organismi e dei gruppi di lavoratori sorti quando il movimento comunista era forte: con tutti questi dobbiamo stabilire legami per elevare la resistenza al corso delle cose e far fronte senza riserve agli effetti della crisi sociale in corso, in campo economico, culturale ed ambientale.
Agli elettori e agli attivisti del M5S dobbiamo indicare la strada del legame con i lavoratori delle aziende e delle istituzioni che lottano per la difesa dei posti di lavoro: è l’unica via per cambiare il corso delle cose. Il M5S continuerà a perdere voti e consensi finché governerà senza nazionalizzare le aziende che i padroni vogliono ridurre, chiudere, smembrare o delocalizzare, supino agli ordini della UE e della NATO.
Nazionalizzare tutte le aziende che i padroni vogliono ridurre, chiudere, smembrare o delocalizzare, nazionalizzare i loro impianti, la loro rete commerciale, i loro brevetti e marchi, riorganizzare l’apparato produttivo al servizio delle masse popolari: questo deve essere il nucleo dell’attività governativa! Senza instaurare la sovranità sull’apparato produttivo non conquisteremo mai la sovranità nazionale!
A chi obietta la disastrosa gestione dell’apparato produttivo pubblico, dobbiamo far notare che essa è incominciata negli anni ’70. Prima l’apparato produttivo pubblico (IRI, ENI, banche, ecc.) era stato un componente della ripresa postbellica e del “miracolo economico”. Finché la borghesia fu impegnata a contrastare il movimento comunista, cioè fino agli anni ’70, i suoi funzionari fecero funzionare in modo efficiente il settore pubblico dell’economia: industrie, banche e perfino aziende agricole (come facevano funzionare la polizia, i carabinieri, le FFAA, Gladio, la P2, ecc.).
Il settore pubblico dell’economia ha avuto un ruolo positivo fino a quando la borghesia imperialista arrivò alla conclusione che non ne aveva più bisogno perché il movimento comunista, causa i limiti della sua sinistra e la collaborazione dei revisionisti moderni (la destra del movimento comunista), si era suicidato da sé. E d’altra parte la borghesia imperialista, causa la sovrapproduzione assoluta di capitale, aveva bisogno di privatizzare l’apparato produttivo pubblico e anche i servizi pubblici (con risultati di cui il Ponte Morandi di Genova è solo il più clamorosamente noto). Ma ora il settore privato (capitalista) dell’economia funziona così bene, che i capitalisti chiudono e delocalizzano (vedi FIAT, Whirlpool, IVECO, ecc.).
La sovranità sull’apparato produttivo è la base per la sovranità nazionale contro UE e NATO!
Faremo dell’Italia il primo dei nuovi paesi socialisti!
Il primo paese che romperà le catene del sistema imperialista mondiale, sarà di esempio e aprirà la strada anche alle masse popolai degli altri paesi e si gioverà del loro sostegno!
Nessuna azienda deve essere chiusa, smembrata, ridotta di dimensioni, venduta a gruppi stranieri!
Nazionalizzare senza indennizzo le aziende che i capitalisti vogliono vendere, smembrare, ridurre, delocalizzare!
Impedire lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese è il punto principale di una vera lotta per la sovranità nazionale!
Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare né sicurezza personale senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia!
Costituire un governo deciso e in grado di far valere la sovranità nazionale iscritta nella Costituzione del 1948 contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti, le sue istituzioni (UE, BCE, FMI) e il suo braccio armato (la NATO)!
Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovo-pci@lists.riseup.net, nuovopci@riseup.net