Resistere all’imperialismo USA con coraggio e determinazione… per salvare il pianeta dalla distruzione
Intervista di Mostafa Afzalzadeh con Andre Vltchek per Farhikhtegan
D: Vediamo l’ascesa dei Paesi che resistono al bullismo di Stati Uniti e suoi alleati. Cosa rende possibile questa resistenza?
R: Credo che ci siano due fattori principali. Il primo è “morale”: i popoli sono sempre più consapevoli della brutalità di colonialismo, neo-colonialismo ed imperialismo occidentali che torturano il pianeta da secoli. Tale consapevolezza è diventata possibile sopratutto grazie ai media non occidentali come RT, Telesur, Press TV, CGTN, ed anche NEO, Global Times e Sputnik. Il secondo è “l’aspetto pratico”: Paesi come Iran, Venezuela o Cuba si guardano intorno e ciò che vedono sono gli orrori che accadono nelle nazioni vicine che hanno ceduto ai dettami occidentali: Iraq, Afghanistan, Honduras, per esempio. Vedono totale devastazione e collasso arrivando a una logica conclusione: “Essere schiavi dell’impero occidentale non paga. È meglio mantenere la dignità e lottare per l’indipendenza, non importa quale. Morire in piedi è meglio che sopravvivere in ginocchio, in una pozza di escrementi”.
D: Gli Stati Uniti si sono indeboliti o i Paesi che resistono sono diventati più forti?
R: Entrambe. Gli Stati Uniti sono deboli perché moralmente defunti. Non c’è nulla di incoraggiante nel terrorizzare altre nazioni. Gestire un impero è profondamente nichilista e cupo. Vivere di saccheggio è deprimente. Depressione e pessimismo, nichilismo e continue esplosioni di aggressività indeboliscono l’animo. D’altro canto, la resistenza positiva e lo spirito rivoluzionario rafforzando sia nazioni che individui. L’ho descritto in dettaglio nel mio libro di filosofia rivoluzionaria “Ottimismo rivoluzionario, nichilismo occidentale”.
D: Cosa succede a un Paese che non resiste all’oppressione dei Paesi potenti? Cosa spinge i Paesi ad arrendersi all’occidente e non credere nel proprio potere?
R: Crollo totale. È successo ad esempio all’Indonesia dal colpo di Stato sponsorizzato dagli Stati Uniti nel 1965. Sfortunatamente, accadrà nel Brasile del regime di Bolsonaro, a meno che il Paese non si opponga. È successo nella Russia di Eltsin. I Paesi si arrendono all’occidente perché abbassano la guardia e i loro giovani vengono completamente indottrinati dalla propaganda occidentale, come possiamo vedere ora ad Hong Kong. Certo, le élite locali svolgono spesso un ruolo molto negativo: vengono corrotte dall’occidente e usano il loro potere contro il proprio popolo usando i meda che possiedono come strumento di indottrinamento e di riduzione degli standard intellettuali della propria nazione. Anche l’istruzione può essere un’arma a doppio taglio: “istruzione” non significa sempre “conoscenza” positiva, può essere qualcosa che costringe brutalmente una persona ad accettare concetti ortodossi e banali che me rovinano la creatività e fanno sì che il popolo accetti un modo di pensare iniettato dall’estero (occidente). Anche quantità eccessive di “cultura” pop nichilista progettata per condizionare negativamente il cervello, indeboliscono un Paese nel suo insieme.
D: Stati Uniti e Gran Bretagna sono tanto influenti quanto sembra o sono meno potenti della volontà delle nazioni, rappresentandosi coll’aiuto del soft power?
R: Stati Uniti e Gran Bretagna, ma soprattutto gli Stati Uniti, sono estremamente potenti e letali militarmente. Insieme hanno abbastanza armi nucleari da distruggere la vita sul nostro pianeta molte volte, ancora e ancora. Tuttavia, come società, sono sempre più deboli. Se vi mescolaste tra nordamericani e inglesi, una cosa che vi colpirebbe è che la maggior parte di loro sono confusi, insicuri e incerti su innumerevoli cose basilari. Hanno molta paura. Hanno paura di ammalarsi o invecchiare. Hanno il terrore di finire senza lavoro, per strada. Molti sono incredibilmente soli. Ma il loro cervello è condizionato, orientato ad abbracciare l’individualismo estremo e quindi hanno sempre più paura di dedicarsi a qualcosa o qualcuno. Desiderano disperatamente far parte di una famiglia, di una comunità o di un movimento, ma non possono dedicarsi a nulla. Se lo fanno, diciamo che si sia un comunista o qualcos’altro, li ridicolizzeranno ed insulteranno. È un mondo piuttosto brutto popolato da persone soprattutto deboli e viziate che parlano in grande, blaterano in grande credendosi dei grandi, ma sono terribilmente insicuri e infelici, spesso si suicidano. Pensano di essere liberi, ma non lo sono. Pensano di essere ben informati, ma molti sono come lo SIIL, totalmente indottrinati.
D: In che misura la resistenza del popolo iraniano e, nel complesso, di ciò che viene chiamato Asse della Resistenza (Siria, Iraq, Yemen…) è un modello per i Paesi dominati dal mondo? Come possono i Paesi che resistono, consegnare le loro esperienze ad altri Paesi?
R: Solo con uomini e donne determinati, scrittori, giornalisti e registi. Il problema è che in occidente quasi nessuno conosce l’eroica lotta dei popoli iraniano, siriano, venezuelano o cubano e pochissimi sono veramente consapevoli della sofferenza di uomini, donne e bambini yemeniti. E l’occidente controlla sostanzialmente la informazioni da luoghi come Africa, Asia (eccetto la Cina) e in larga misura America Latina. Ed è proprio qui che va fatto sapere alla gente cosa succede nel mondo. I cubani dovrebbero ora essere vicini a iraniani, siriani e venezuelani. A russi e cinesi, con tutti coloro che vengono attaccati dall’occidente. In un certo senso, questo inizia, ma lentamente. Le vittime dovrebbero unirsi e combattere. Sopravvivere, sconfiggere l’imperialismo insieme e costruire un mondo molto migliore, insieme. La resistenza dei Paesi eroici va salutata. L’imperialismo dovrebbe vergognarsi, in modo stridente. Dobbiamo aiutarci, sostenerci a vicenda. La tendenza è nella giusta direzione. Vorrei solo che le cose si muovano più velocemente. Non voglio che miliardi di esseri umani continuino a morire di sofferenze, inutilmente, come ora: vivi ma morti. Credo nella giustizia, giustizia sociale. Ecco perché sostengo i Paesi che lottano contro l’imperialismo. Non mi aspetto che siano perfetti. Mi aspetto solo che siano migliori di quelli che torturano il mondo. Migliori, più forti e più gentili.
Andre Vltchek
Traduzione di Alessandro Lattanzio – 22 Ottobre 2019 da Aurorasito