Una riflessione sui Fridays For Future e sul “fenomeno” Greta Thunberg…
…credo che sia giunto il momento di avviare una riflessione collettiva aperta e approfondita. Io mi sono buttato entusiasticamente fin dalle primissime battute a Firenze nel movimento dei FFF (fridays for future), e partecipo assiduamente con le mie caratteristiche certo né di studente né di giovane (credo che le distinzioni siano importanti, non certo per creare divisioni). Tuttavia nel corso di questi mesi si sono delineate con maggiore chiarezza alcune caratteristiche degli obiettivi di questo movimento (? o/e della diffusione mediatica!) che a me cominciano a sollevare alcune perplessità, e credo richiedano qualche considerazione critica. Non ho mai inteso togliere nessun merito all’iniziativa di Greta, ma mi sembra strano che nessuno si chieda se senza il lancio mediatico mondiale il suo gesto avrebbe avuto questo successo esplosivo (anche, sia chiaro, senza nulla togliere all’ammirazione sincera per lo slancio di milioni di giovani).
Personalmente fin dall’inizio espressi chiaramente riserve (che peraltro hanno radici nel mio impegni di decenni) quando la riduzione delle emissioni sembrava diventare (e purtroppo per molti è) l’obiettivo predominante, se non assoluto.
Non voglio qui tediarvi con considerazioni circostanziate (ne ho scritto molto, anche sinteticamente sul Manifesto il 7 giugno, anche con rilievo limitato: https://ilmanifesto.it/lemergenza-non-riguarda-solo-la-co2/), ma da allora ho accumulato ulteriori perplessità concrete.
L’affermazione che “Niente sarà più come prima” la declinerei piuttosto “Tutto cambierà, ma se non saremo attenti potrebbe non cambiare la situazione, ma potrebbero prevalere altri poteri economici forti che tesi a sfruttare la crisi ambientale secondo i propri interessi”:
Mi sembra sinceramente strano che non si vedano in internet (in cui non sono certo un navigatore provetto!) i tantissimi segnali inquietanti, che non voglio necessariamente considerare veri, d’altra parte si trova tutto e il contrario di tutto, è la rete bellezza.
Non intendo qui fare (e annoiarvi con) lunghe considerazioni, né mi sento di avere la verità in tasca. Guarda caso rialza la testa l’industria nucleare in crisi, candidandosi sfacciatamente come scelta “carbon free” (spero non sia necessario argomentare, ma posso farlo se richiesto, segnalo solo questo: http://effimera.org/antropocene-capitalocene-nucleocene-leredita-dellera-nucleare-incompatibile-lambiente-terrestre-umano-angelo-baracca/). Dietro gli interessi della cosiddetta “energia green” siamo certi di distinguere il grano dal loglio. Anche dietro le rinnovabili (tema su cui non mi sento competente) vi sono grosse speculazioni e interessi.
E l’obiettivo primario di azzerare le emissioni lascia da parte altri temi e obiettivi vitali per il futuro che reclamano i giovani. La lotta ai pesticidi e all’agricoltura chimica non è meno prioritaria. E poi c’è un tema fondamentale che Marinella Correggia ed io abbiamo sollevato (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/09/27/guerre-e-armi-della-nato-sono-nemiche-del-clima-eco-pax-unica-via-di-marinella-correggia-ed-angelo-baracca/): le attività e produzioni militari e le guerre sono fra le maggiori responsabili delle emissioni e delle alterazioni climatiche e ambientali, oltre (non interessa?) a vittime e devastazioni ambientali e materiali immani. Anche qualora le emissioni delle attività produttive potessero venire azzerate, i militari e le loro attività continuerebbero a avvelenarci e a ucciderci!
Ma c’è ben di più: i governi si buttano a fare a gara per proporre imposte e provvedimenti contro le attività che producono emissioni — timidissimi ovviamente, proprio perché non hanno la benché minima intenzione di danneggiare i potenti interessi che li sorreggono! — e sembrano cercare le risorse nelle pieghe dei bilanci: MA LE RISORSE CI SONO ECCOME, BASTA LA VOLONTÀ DI TAGLIARE LE SPESE MILITARI, BELLEZZA! Viene da dire “Elementare (troppo) Watson”.
Mi sembra necessario chiedersi: se questo movimento avesse assunto come prioritaria oltre all’azzeramento delle emissioni anche l’opposizione alle guerre, avrebbe avuto tutto questo entusiasmo mediatico?! Ho colto segni allarmanti di interazione in mailing list che direi veramente di guastatori, questa la voglio riportare perché mi aspetto francamente che si ripeteranno: “anti-western” activists produce bias and disinformation, starting from climate change to war and conflicts and much more. It is well know in the sphere of global disinformation.
Ho espresso una mia vera preoccupazione, che mi sta crescendo ogni giorno. Il problema non è certo di staccarsi da questo movimento – io ci sono e intendo rimanerci immerso e dare tutto il contributo possibile – semmai di intervenirvi con le proprie forze per rendere veramente efficaci le sue azioni e i suoi obiettivi.
Un abbraccio a tutt@
Angelo Baracca
(Stralcio di una lettera diramata sulla lista disarmo@peacelink.it)
Altri articoli collegati:
https://www.resistenze.org/sito/os/ms/osmsji28-021846.htm (Zamudio)
https://www.resistenze.org/sito/os/ec/osecjl01-021859.htm (Engdahl)
Per chi vuole aggiungo anche: https://www.sinistrainrete.info/ecologia-e-ambiente/15991-piero-pagliani-due-o-tre-cose-sul-clima-e-i-fridays-for-future.html