I comunisti italiani si ribellano alla censura persecutoria della Comunità Europea
Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che apertamente prescrive ai governi europei di denigrare con più vigore il comunismo e cancellare ogni traccia (monumenti, nomi di vie e piazze, ecc.) dei successi del movimento comunista
Cosa insegna questo a tutti quelli che aspirano a una comprensione più avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta del proletariato e delle altre classi oppresse contro la borghesia e il clero per poterla spingere più avanti, fino all’instaurazione del socialismo?
Cresce in ognuno dei paesi europei il malcontento delle masse popolari per il corso catastrofico delle cose che i gruppi imperialisti impongono da quarant’anni a questa parte. La rinascita del movimento comunista è per la borghesia un pericolo incombente. Le masse popolari sono sempre più insofferenti. I risultati elettorali sono solo uno dei campi in cui esse esprimono il rigetto dei partiti e degli uomini politici impegnati ad attuare il programma dei gruppi imperialisti: eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia durante la prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) quando il movimento comunista era forte nel mondo, distruzione dell’apparato produttivo di beni, privatizzazione del settore pubblico dell’economia e dei servizi pubblici, aziendalizzazione delle scuole e degli ospedali, ricolonizzazione dei paesi oppressi, saccheggio e devastazione del pianeta, cambiamento climatico, riarmo e guerra.
Il Parlamento è una delle istituzioni dell’Unione Europea. L’UE è l’organismo creato dai gruppi imperialisti europei per imporre il loro programma. Ognuna delle sue istituzioni (in primo luogo la Commissione Europea e la Banca Centrale) è impegnata a farlo attuare ai governi dei singoli paesi. È un organismo che i gruppi imperialisti hanno creato e che fanno funzionare esplicitamente contro la volontà della massa della popolazione. Ogni volta che in qualche paese hanno indetto referendum, l’apparato di intossicazione delle idee e dei sentimenti di cui i gruppi imperialisti dispongono non è stato sufficiente e la maggioranza della popolazione ha detto NO. Essi hanno sempre più difficoltà a governare alla vecchia maniera. Ricorrono quindi a nuovi strumenti.
Questa è l’origine della Risoluzione contro il comunismo che il Parlamento Europeo ha approvato il 19 settembre. Con essa i gruppi imperialisti europei dichiarano apertamente la denigrazione che di fatto da anni praticano contro la prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero dalla nascita e dai progressi dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin e dalla sua vittoria contro l’aggressione nazifascista scatenata da Hitler e Mussolini e benedetta dal Vaticano, dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese, dalle vittorie di Cuba e del Vietnam.
Perché lo fanno? La propaganda anticomunista deve diventare onnipresente e più ossessiva perché le masse popolari sono sempre più malcontente e insofferenti, la rinascita del movimento comunista avanza ed è un pericolo sempre più grave per la borghesia e il suo clero. La stessa ragione per cui la repressione deve diventare più larga, la repressione selettiva propria del sistema di controrivoluzione preventiva non basta più. Per un motivo analogo anche se i contrasti tra i gruppi imperialisti si acuiscono, in faccia alle masse popolari devono sostenersi. Causa i contrasti al loro interno e l’insofferenza delle masse popolari, i vertici della Repubblica Pontificia hanno sempre più difficoltà a costituire un governo e il “pilota automatico” di Mario Draghi non è sufficiente a procedere nell’eliminazione delle conquiste, nelle grandi opere dannose e utili solo alla speculazione finanziaria, nella delocalizzazione delle aziende e distruzione dell’apparato produttivo, nella privatizzazione dei servizi. Quindi non a caso quando i vertici della Repubblica Pontificia hanno costituito il governo M5S-PD, i gruppi imperialisti di tutto il mondo e le loro istituzioni hanno esplicitato il loro appoggio. Questo non rende il governo M5S-PD più forte: è solo una conferma che è instabile e che non realizzerà le promesse che fa.
In questo contesto, denunciare i crimini della borghesia imperialista, organizzare manifestazioni d’ogni genere contro l’UE, la NATO, avanzare rivendicazioni contro i padroni e il loro governo, praticare insomma un’opposizione radicale è necessario e giusto, ma non basta. Occorre un piano di guerra delle masse popolari contro la borghesia e il clero, per sostituire al governo di “quelli che hanno i soldi” il governo delle masse popolari organizzate. Nelle aziende una parte importante del proletariato si trova già in una qualche misura organizzata e abituata al lavoro collettivo. Ogni azienda capitalista e pubblica può e deve diventare l’agenzia locale del governo nazionale delle masse popolari organizzate.
Ogni comunista, ogni gruppo organizzato di comunisti può e deve quindi da subito
- sostenere in ogni azienda i lavoratori avanzati che resistono all’uno o all’altro aspetto del catastrofico corso delle cose, in primo luogo quelli che resistono alla chiusura, alla delocalizzazione o alla riduzione della loro azienda,
- aiutare ogni gruppo di lavoratori avanzati a occuparsi con più forza e con efficacia crescente della sua lotta particolare,
- spingerlo ad andare oltre il suo caso particolare e legarsi in ogni modo agli altri gruppi che anch’essi nel loro particolare resistono e assieme creare la rete del nuovo potere che si rafforzerà fino a costituire un proprio governo d’emergenza che farà fronte al sabotaggio, al boicottaggio, alle sanzioni e all’aggressione della comunità internazionale dei gruppi imperialisti fino a instaurare il socialismo.
Per socialismo intendiamo un sistema sociale caratterizzato da tre elementi:
1. il governo del paese (il potere politico) nelle mani delle masse popolari organizzate aggregate intorno al partito comunista e guidato dall’obiettivo della transizione dal capitalismo al comunismo;
2. la gestione pianificata pubblica delle aziende che producono beni e servizi, che devono soddisfare i bisogni individuali e collettivi della popolazione,
3. la promozione, con tutti i mezzi del potere sociale, della crescente partecipazione della popolazione, in particolare delle classi che la borghesia esclude, alle attività specificamente umane (gestione delle attività politiche e sociali del paese, cultura, sport, ecc.).
Il primo atto dell’instaurazione del socialismo è semplicemente la conquista del potere.
Comunisti, alla riscossa!
Superiamo la sfiducia creata dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria che la fondazione, i progressi e la vittoria dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin avevano sollevato in tutto il mondo, tra le classi sfruttate e i popoli oppressi.
Causa dell’esaurimento è stata l’incapacità rivoluzionaria dei partiti come il vecchio PCI diretto dai revisionisti moderni, Togliatti prima e Berlinguer poi. Tutto quello che Berlinguer seppe dire nel 1980, l’epoca dei Consigli di Fabbrica, agli operai di Torino, fu che se loro avessero occupato Mirafiori, il PCI li avrebbe appoggiati … cioè avrebbe presentato una mozione in Parlamento e indetto forse anche qualche manifestazione!
Un paese in cui le aziende che producono beni e servizi sono proprietà dei capitalisti, nessuno lo può governare se non ha l’appoggio di “quelli che hanno i soldi”, per quanti voti raccolga e per vasto che sia il consenso popolare. Quindi lo governa in conformità degli interessi tra loro contraddittori dei capitalisti: questa è la dittatura della borghesia quale che siano le procedure seguite per designare nuovi governi (cosa invece importante per i capitalisti perché ognuno vuole e deve far valere i suoi interessi non solo contro le masse popolari ma anche contro ogni altro capitalista).
La sola via d’uscita dal pantano in cui la borghesia affonda ogni giorno un po’ più l’umanità, è l’instaurazione del socialismo. Questo è il compito dei comunisti.
Bando al disfattismo e alla rassegnazione, bando ai sacerdoti del “pessimismo della ragione”. Proprio ragionando con i più avanzati strumenti della conoscenza accumulati dall’umanità Marx ed Engels hanno elaborato la scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto la loro storia. Lenin, Stalin e Mao l’hanno sviluppata e confermata con i successi delle lotte che hanno guidato. Nonostante le sconfitte e la momentanea decadenza del movimento comunista cosciente e organizzato causate dai limiti della nostra comprensione delle condizioni e delle forme della lotta del proletariato, proprio la ragione ci rende ottimisti: ci dice che l’instaurazione del socialismo e la transizione al comunismo sono possibili e necessari. Invece la borghesia ha ragione ad essere pessimista: la ragione dice che il suo dominio è alla fine.
I tempi della riscossa dipendono da noi comunisti. Per trasformare le masse popolari in combattenti della rivoluzione socialista, i comunisti devono anzitutto trasformare se stessi in promotori del piano di guerra con il quale le masse popolari organizzate prenderanno il potere.
Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@riseup.net