37 anni dopo – Sabra e Shatila… non abbiamo dimenticato!

Dal 16 al 18 settembre ricorre il 37° anniversario dei massacri dei campi palestinesi di Beirut di Sabra e Shatila. Quando nel 1982 le forze fasciste libanesi (i falangisti) sotto il controllo e la diretta direzione del ministro della Difesa israeliano, Ariel Sharon, entrarono nei campi e per intere lunghe 40 ore fecero uno dei più atroci e orrendi massacri della storia umana. Più di 3.000 cadaveri mutilati, dilaniati, stuprati, lasciati marcire al sole. Bambini, donne e anziani, vengono barbaramente uccisi e sepolti in fosse comuni o trasportati sui camion autorizzati dal comando diretto di Sharon.

L’orrendo massacro fu compiuto dopo l’uscita delle forze dell’Olp di Yasser Arafat, (dopo 88 giorni di eroica resistenza contro l’esercito invasore israeliano entrato in Libano il 4 giugno 1982) e la ritirata prematura della forza di pace internazionale (francesi, italiani e americani) che doveva garantire la sicurezza dei campi di Beirut.

L’8 febbraio 1983 Ariel Sharon fu costretto alle dimissione da Ministro della Difesa del governo di Menahim Begin, sulla base della condanna della Commissione israeliana di indagine Kahan, condanna che poteva anche essere confermata nel giugno 2001, dalla Corte di Cassazione Belga per i crimini di guerra e contro l’umanità, ma che per l’assenza del testimone chiave del primo responsabile materiale dell’eccidio, il falangista libanese Elie Hobeika, ucciso a Beirut in un strano attentato il giorno prima della sua testimonianza contro Ariel Sharon (il 24/1/2002), non fu confermata, appunto.

Oggi e dopo 35 anni, il popolo palestinese continua ad aspettare giustizia e una giusta condanna per i carnefici. La verità non ha bisogno di tribunali e di giudizi, perché la verità è chiara, scritta e visibile anche per chi come l’Onu e la Comunità internazionale dopo settantuno anni non riescono e non vogliono trovare una soluzione giusta, equa e duratura del conflitto arabo-israeliano.

Non esiste pace senza giustizia, come non esiste la Palestina senza Gerusalemme.

“Il mio popolo ha sette vite,ogni volta che muore rinasce più giovane e bello”, il grande poeta palestinese Mahmoud Darwish.

Roma, 16 settembre 2019

Dr. Yousef Salman

Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio

Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia

cell.: 347.9013013

y_salman@tiscali.it

Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso (E. Che Guevara)

من يناضل يمكن أن يخسر، ولكن من لا يناضل فقد خسر مسبقا

Chi salva la vita di un bambino salva il mondo intero

I commenti sono disabilitati.