Le 20 condizioni per l’accordo al Conte-bis consegnate da Di Maio
Di Maio consegna a Conte una lista di venti punti di programma M5s e fa scoppiare il caos. Tanto che la Borsa azzera i guadagni (e lo spread risale). Ira anche del partito democratico, dalla Boschi a Orlando, sino a DelRio con molti esponenti che parlano di un chiaro passo indietro. E improvvisamente la strada verso il Conte-bis sembra diventare impervia.
APPROFONDIMENTI
Conte-bis in bilico. Di Maio: «Senza i nostri punti del programma si torna al voto»
I VENTI PUNTI CONSEGNATI DA DI MAIO A CONTE
Il primo dei venti punti programmatici dei gruppi parlamentari del M5S, consegnati dal leader Luigi Di Maio al premier incaricato Giuseppe Conte per la formazione di un nuovo governo, è il taglio del numero dei parlamentari. Non sorprende visto che il leit motiv dei pentastellati di questi ultimi mesi è stata questa riforma ormai in dirittura d’arrivo. «Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula», è scritto nel documento. A seguire, la manovra, che ad avviso del Movimento deve essere «equa»: «stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa». Poi il cambio di paradigma sull’ambiente. «Un’Italia 100 per cento rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal – è scritto nel documento – che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento.
Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile». Al quarto punto, una «seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo». E ancora, il dimezzamento dei tempi della giustizia e la riforma del metodo di elezione del Csm. «Abbiamo pronta una riforma – si legge – che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva». Al punto sei l’autonomia differenziata e la riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Segue la legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Ue nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino. Punto 8: un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica, riforma del sistema bancario (punto 9). E ancora al decimo punto, tutela dei beni comuni come la scuola, l’acqua, la sanità, le infrastrutture.
Punto 11: le politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, seguito dalla tutela dei minori e dalla fine della vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, arrivando alle politiche espansive (punto 14) con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht. Al punto 15 i giovani e il futuro tra innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico. Seguono le proposte per ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale. E ancora, tutela del cittadino (punto 17): del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi. Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico (punto 18); penultimo tema, la tutela degli animali e il contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio. Chiude la lista il sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e la promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.