I vegani sono anche talebani (talvolta)
Se “l’amore per la vita” diventa ideologico – Il caso conclamato dei vegani talebani
Succede non di rado che qualcuno in televisione, intervistato sulle motivazioni della sua scelta vegetariana, ci tiene a precisare di non essere vegano per non adottare una scelta estrema considerata da “talebani”. E così succede che alcuni considerino estremisti tutti coloro che sono coerenti con una loro positiva visione delle cose, perorando per contro la politica della moderazione, delle mezze misure, come la più sensata e razionale. Se avesse adottato lo stesso criterio ogni grande mistico, scienziato o letterato saremmo ancora all’età della pietra.
Ebbene si, noi vegani siamo talebani, siamo talebani dell’amore e della vita; siamo gli estremisti del bene, del rispetto non solo di alcuni appartenenti alla famiglia dei viventi, ma di tutti, nessuno escluso; noi difendiamo il diritto all’esistenza di ogni essere in grado di soffrire, il diritto a non essere imprigionato, sfruttato, violentato, ucciso; il nostro amore per la vita si estende dall’uomo all’animale e difendiamo da ogni ingiustizia l’essere umano e l’animale allo stesso modo di chi difenderebbe suo figlio dalle grinfie di un assassino.
Noi non siamo per le mezze misure; aderiamo totalmente ad ogni cosa ritenuta giusta. Noi non vogliamo ridurre la violenza, la tortura, le ingiustizie, il numero dei morti (sia umani che non) ma abolirle definitivamente. Non volgiamo solo non uccidere ma non causare sofferenza alle vittime del nostro egoismo; non vogliamo ridurre la violenza ma abolirla; non vogliamo gabbie più grandi ma vuote; non chiediamo mattatoi più salubri ma rasi al suolo: per questo noi siamo estremisti, talebani. Ma siamo estremisti anche nella tolleranza verso chi non ha ancora la capacità di aprirsi agli ideali dell’amore universale; verso chi ha bisogno di ampliare la propria coscienza e liberarsi dal propria ristretta visione delle cose; verso chi cerca di trovare giustificazioni per non rinunciare al piacere della gola e magari accusa inconsapevolmente sensi di colpa quando qualcuno gli fa notare gli effetti prodotti dalla sua scelta di vita.
Franco Libero Manco – Vegano talebano
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Commento di Paolo Mario Buttiglieri: “…per esperienza se vogliamo costruire una rete bisogna prima di tutto costruire noi stessi. Una rete alternativa è fatta da singole persone alternative. Per me esistono persone che amano e persone che non amano. Quando si incontrano due persone che amano entrano automaticamente in rete. E condividono ciò che sono e ciò che hanno. La rete è una cosa automatica tra persone che amano. Il mondo alternativo spesso è popolato di persone che non amano ma che parlano molto di amore. Ma l’amore a parole non serve a nessuno…”