Estate selvaggia… ed il rumore che uccide
Estate selvaggia! Come convivere con i rumori dei locali notturni e delle feste di paese? Roba da esaurimento nervoso. Lo dice anche l’Organizzazione mondiale della sanità, che denuncia: «Più del 30% delle persone è esposto a livelli di rumore superiori a 55 decibel durante la notte». Per capirsi, la quantità di decibel perché si possa parlare di quiete e di risposo non deve superare i 30 decibel. Il problema è che non si tratta solo di fastidio o di convivenza difficile. Il rumore e la mancanza di sonno possono provocare anche guai (seri) di salute: abuso di sonniferi, malattie cardiovascolari, stress, nevrosi, problemi a livello cognitivo durante il giorno e di conseguenza calo del rendimento nello studio o nel lavoro. Per non parlare dei costi: per visite mediche, farmaci e aggiustamenti nell’appartamento.
Contro la movida selvaggia ogni comune adotta le sue misure:
stabilisce gli orari entro cui la musica deve finire, i decibel che
non deve superare. Pena: multe, sanzioni, obbligo di adeguamenti
«fonici» e perfino chiusure.
Ma per gli amanti della vita notturna una buona notizia sembrerebbe
essere nascosta nelle pieghe dell’ultima legge di Bilancio. Una norma,
introdotta durante l’esame in Senato, stabilisce che il livello dei
rumori dovrà corrispondere ai criteri della legge quadro
sull’inquinamento acustico, mentre finora si faceva riferimento
all’articolo 844 del codice civile che lasciava valutare al singolo
giudice se i livelli dei decibel erano accettabili o no. «La
situazione in realtà cambia poco – spiega Silvano Baselli,
rappresentante della Federazione italiana dei pubblici esercizi -
perché questo codicillo riguarderà solo le cause civili, cioè il 3-5%
del totale e perché la discrezionalità del giudice resterà comunque
alta».
Tuttavia il provvedimento non contiene solo cavilli burocratici. Tanto
che cambia anche l’unità di misura con cui si calcola il rumore: d’ora
in avanti non si parlerà più solo di decibel ma di Leq, il livello
equivalente. Significa che il livello del rumore sarà valutato tenendo
conto solo della sorgente da cui le emissioni provengono (ad esempio
le casse di un impianto acustico) e non del rumore ambientale
percepito (le voci, la gente che canta).
In sostanza, non si potranno superare i 55 Leq dalle 6 alle 22 e i 45
Leq dalle 22 alle 6 del mattino: non sono parametri alti ma almeno
sono certi per tutti. «È proprio questo il punto – spiega Fabrizio
Coniglio, presidente del Coordinamento nazionale No degrado e mala
movida – La legge serve anche al locale che così sa fin dove può
arrivare e la decisione non viene lasciata tutto nelle mani della
soggettività di un inquilino stressato, di una rilevazione o di un
giudice che reputa accettabili o meno i livelli di rumore. In questo
modo si eviterà anche di far durare le cause per anni».
Stralcio di un articolo di Maria Sorbi da Il Giornale