D-Day, 6 giugno 1944. Il giorno della “vittoria” americana…
1) Lo sbarco in Normandia fu accompagnato da campagne di bombardamento alleato che costarono 50.000 morti tra i civili francesi. E’ una tipica condotta di guerra statunitense, che prevede di fare preliminarmente terra bruciata con l’aviazione. E’ ciò che è avvenuto recentemente anche a Raqqa, in Siria.
2) Churchill, il gasatore di Iracheni, si infuriò quando il governo gli impose di non usare più le armi chimiche sull’Iraq perché andavano contro le convenzioni internazionali. Protestò che quelle convenzioni valevano “solo per i popoli civili e non per quelli barbari”.
Infine scagliò il bombardamento su Dresda alla fine della II Guerra Mondiale, questo sì barbarico, a puro scopo terroristico. Non lo dico io, lo ammise lui stesso. Infatti quando i caporioni dell’aviazione britannica e statunitense riproposero un’azione simile, Churchill affermò che non era possibile perché “il popolo britannico non avrebbe sopportato un’altra azione terroristica come quella di Dresda”.
3) Noam Chomsky ricorda nel processo di Tokyo “lo sconcertante dissenso dell’unico giudice asiatico indipendente, Radhabinod Pal dell’India, che scrisse: “Quando si esaminerà la condotta delle nazioni forse si scoprirà che l’unica legge è quella secondo la quale “solo la sconfitta è considerata un crimine”… Se qualsiasi distruzione indiscriminata di vite e di proprietà civili è considerata ancora illegittima, durante la guerra del Pacifico, la decisione di usare la bomba atomica è l’unica che si avvicina alla linea di condotta… dei capi nazisti… Niente di simile può invece essere attribuito agli imputati qui presenti” a Tokyo. Di questi, sette furono impiccati insieme a 900 altri giapponesi giustiziati per crimini di guerra; tra di loro vi era anche il generale Yamashita, giustiziato per le atrocità commesse da truppe che alla fine della guerra non erano più sotto il suo controllo. In questa vicenda sono state sempre ignorate anche le prese di posizione di alti ufficiali Usa, come quella dell’ammiraglio William Leahy, capo di Stato Maggiore durante le amministrazioni Roosevelt e Truman, secondo il quale le armi nucleari erano “nuovi e terribili strumenti di una guerra incivile”, “una barbarie moderna indegna dell’uomo cristiano”, un ritorno alle “norme etiche diffuse tra i barbari del Primo Medio Evo”; il loro uso “ci riporterebbe, in termini di crudeltà contro le popolazioni civili, ai tempi di Genghis Khan” (4).
4) Infine ricordo quanto dichiarò il generale statunitense Curtis LeMay, responsabile dei feroci bombardamenti su Tokyo (200.000 vittime civili) durante i quali per la prima volta fu usato il napalm: «Penso che se avessimo perso, io sarei stato trattato come un criminale di guerra … Per fortuna eravamo dal lato dei vincitori».
Sapeva quel che diceva: durante il processo di Norimberga, i bombardamenti tedeschi su Londra (23.000 vittime civili) vennero considerati crimini di guerra.
E’ chiaro come la luce del sole che tutti questi episodi, da ambio le parti, sono stati crimini di guerra. Come credo che sia evidente che non si tratta di pesare quanti più morti ci sono stati, ma di poter valutare storicamente e politicamente la narrazione dei vincitori per poter arrivare ad un punto di vista indipendente e non ideologico, almeno pari a quello del giudice indiano Radhabinod Pal e dell’ammiraglio William Leahy.
P.P.