Dichiarazione di Firenze del 6 aprile 2019 alla Contro-celebrazione del 70° della Nato
“Dichiarazione di Firenze” propone la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi UE della Nato, costruendo una rete organizzativa a livello di base capace di sostenere la dura lotta x conseguire tale obiettivo vitale x il nostro futuro
Il 6 aprile 2019 al Cinema Odeon di Firenze la rinascita del movimento pacifista di massa:
Ouverture
Il 70° anniversario della Nato è stato celebrato dai 29 ministri degli Esteri riuniti non nel quartier generale della Nato a Bruxelles, ma in quello del Dipartimento di Stato a Washington.
Maestro di cerimonie il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che si è limitato ad annunciare il discorso di apertura pronunciato dal segretario di Stato Michael Pompeo.
La Nato – spiega il Dipartimento di Stato – è importante perché, «grazie ad essa, gli Stati uniti possono meglio affrontare, militarmente e politicamente, le minacce globali ai loro interessi: la Nato rimane fondamentale per le operazioni militari Usa nella regione transatlantica (cioè in Europa) e in altre regioni strategicamente critiche, come il Medio Oriente e l’Asia Meridionale».
È quindi lo stesso Dipartimento di Stato a dirci chiaramente che la Nato è uno strumento degli Stati uniti. Nessuna reazione politica in Italia. L’unica risposta è venuta dal Convegno che, promosso dal Comitato No Guerra No Nato e da Global Research, centro di ricerca diretto da Michel Chossudovsky, ha riunito al cinema-teatro Odeon di Firenze il 7 aprile circa 600 partecipanti.
Le conclusioni sono esposte nella «Dichiarazione di Firenze», riportata qui di seguito:
“DICHIARAZIONE DI FIRENZE”
«Il rischio di una grande guerra che, con l’uso delle armi nucleari potrebbe segnare la fine dell’Umanità, è reale e sta aumentando, anche se non è percepito dall’opinione pubblica tenuta all’oscuro dell’incombente pericolo.
È di vitale importanza il massimo impegno per uscire dal sistema di guerra. Ciò pone la questione dell’appartenenza dell’Italia e di altri paesi europei alla Nato.
La Nato non è una alleanza. È una organizzazione sotto comando del Pentagono, il cui scopo è il controllo militare dell’Europa Occidentale e Orientale.
Le basi Usa nei paesi membri della Nato servono a occupare tali paesi, mantenendovi una presenza militare permanente che permette a Washington di influenzare e controllare la loro politica e impedire reali scelte democratiche.
La Nato è una macchina da guerra che opera per gli interessi degli Stati uniti, con la complicità dei maggiori gruppi europei di potere, macchiandosi di crimini contro l’umanità.
La guerra di aggressione condotta dalla Nato nel 1999 contro la Jugoslavia ha aperto la via alla globalizzazione degli interventi militari, con le guerre contro l’Afghanistan, la Libia, la Siria e altri paesi, in completa violazione del diritto internazionale.
Tali guerre vengono finanziate dai paesi membri, i cui bilanci militari sono in continua crescita a scapito delle spese sociali, per sostenere colossali programmi militari come quello nucleare statunitense da 1.200 miliardi di dollari.
Gli Usa, violando il Trattato di non-proliferazione, schierano armi nucleari in 5 Stati non-nucleari della Nato, con la falsa motivazione della «minaccia russa». Mettono in tal modo in gioco la sicurezza dell’Europa.
Per uscire dal sistema di guerra che ci danneggia sempre più e ci espone al pericolo imminente di una grande guerra, si deve uscire dalla Nato, affermando il diritto di essere Stati sovrani e neutrali.
È possibile in tal modo contribuire allo smantellamento della Nato e di ogni altra alleanza militare, alla riconfigurazione degli assetti dell’intera regione europea, alla formazione di un mondo multipolare in cui si realizzino le aspirazioni dei popoli alla libertà e alla giustizia sociale.
Proponiamo la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della Nato, costruendo una rete organizzativa a livello di base capace di sostenere la durissima lotta per conseguire tale obiettivo vitale per il nostro futuro». (il manifesto, 9 aprile 2019)
*******
Da Firenze la rinascita del movimento pacifista di massa: Ouverture
di Jeff Hoffmann
L’Italia è più fedele alla NATO che all’ONU e finchè ci sarà la NATO non esisterà nessun Europa! Ecco due prime pillole dall’intensissima conferenza internazionale di Firenze sul bilancio storico dei 70 anni di nato che si è svolta il 7 aprile a Firenze al Teatro Cinema Odeon: “Uscire dal sistema guerra, ora!”. Sembrano riflessioni piuttosto forti quelle suggerite da Franco Dinelli di Pax Cristi.
Michel Chossudovsky, invece, ci ha spiegato in tono molto pacato che gli interventi militari sono associati ad atti concomitanti di sabotaggio economico e manipolazione finanziaria. L’obiettivo finale, dice il direttore del Global Research Centre del Canada, è la conquista sia delle risorse umane e naturali che delle istituzioni politiche. Il progetto egemonico degli states è di trasformare i paesi sovrani in territori aperti. CONTINUA QUI
L’Italia è più fedele alla nato che all’ONU e finchè ci sarà la nato non esisterà nessun Europa! Ecco due prime pillole dall’intensissima conferenza internazionale di Firenze sul bilancio storico dei 70 anni di nato che si è svolta il 7 aprile a Firenze al Teatro Cinema Odeon: “Uscire dal sistema guerra, ora!”. Sembrano riflessioni piuttosto forti quelle suggerite da Franco Dinelli di Pax Cristi.
Michel Chossudovsky, invece, ci ha spiegato in tono molto pacato che gli interventi militari sono associati ad atti concomitanti di sabotaggio economico e manipolazione finanziaria. L’obiettivo finale, dice il direttore del Global Research Centre del Canada, è la conquista sia delle risorse umane e naturali che delle istituzioni politiche. Il progetto egemonico degli states è di trasformare i paesi sovrani in territori aperti.
L’attacco prima mediatico e poi con le bombe sulla popolazione dell’ex Yugoslavia corrisponde al millimetro alle affermazioni dell’economista e analista politico. E vale anche per la Libia, mentre adesso è il Venezuela ed il suo presidente ad essere nel mirino del sistema nucleare-criminale atlantico neoliberista. Il problema di fondo è il falso storico della liberazione. L’Italia non è mai stata liberata: è stata occupata militarmente come il resto dell’Europa occidentale e conseguentemente quella orientale.
E “che dire della mancata sovranità alimentare del popolo africano?”, si chiede il prof. Franco Cardini nel suo applauditissimo intervento durante la tavola rotonda sulla cultura di pace. Il problema secondo lo storico è che la guerra è radicata nelle nostre radici culturali, da Mosè e Aronne a Troia, e che la Pace va conquistata.
La giornata è iniziata con la proiezione di un video a cura del coordinamento nazionale NO guerra – NO nato che ha ricostruito la storia del Patto atlantico, che tutti i presenti, compreso il generale Mini, hanno definito una non alleanza in quanto esiste un’unica struttura di comando in mano agli Stati Uniti. Nella conclusione della conferenza, dopo gli interventi del pubblico, è stata letta e tradotta oralmente la “Dichiarazione di Firenze”, che è stata scritta in inglese perché diretta non solo all’Italia ma anche a tutta l’Europa e che Pressenza pubblicherà quanto prima.
Chossudovsky e l’intero gruppo organizzatore della giornata ritiene che Firenze, sia per la sua storia sia per aver dato i natali a Don Milani, a Ernesto Balducci e Alberto L’Abate, come ha sottolineato fortemente Alex Zanotelli, potrebbe e dovrebbe essere la Città da cui riparte un movimento pacifista mondiale che, ci suggerisce Chossudovsky, non potrà essere collegato a nessuno schieramento politico e dovrà essere un movimento di protesta di massa capace di autofinanziarsi e di restare indipendente per non perdere la propria autonomia politica e intellettuale. In particolar modo, sottolinea ancora Chossudovsky, non dovrà chiedere finanziamenti come hanno fatto altre reti di protesta a Wall Street, a Rockfeller o a chiunque altro di lorsignori. Il movimento di massa dovrebbe integrare le manifestazioni contro il sistema guerra con una campagna contro le varie riforme economiche neoliberali. E’ ovvio che il capitalismo e il sistema neoliberista stanno riducendo alla povertà i popoli europei ed il resto del mondo. Secondo l’agenda neoliberista guerra e globalizzazione vanno di pari passo.
Gli obiettivi dell’Associazione “Per un mondo senza guerre”, del Global Research Centre e della rete di co-organizzatori sono:
il ritiro dei 29 paesi membri dalla nato, che porterebbe all’abolizione della stessa
la chiusura delle basi e installazioni militari USA di ogni stato membro nella nato
il ritiro di tutto il personale statunitense dei paesi membri della nato
il rifiuto dei paesi membri di pagare il finanziamento delle basi USA
il congelamento dei budget militari e il ricollocamento a programmi sociali civili delle risorse
Manlio Dinucci
Effemeride (caduco, dura una giornata) “il manifesto” del 09.04.2019