Instabilità climatica del pianeta Terra… ed il mito dei gas serra – Alcuni pareri
Molte migliaia di anni fa, come riportato da tutte le cronache scritte e i petroglifi, pitture rupestri et similia delle antiche culture umane, gli Dei camminavano tra gli uomini, era la cosiddetta Età dell’Oro, oro che serviva agli Dei (per scopi a noi ignoti) e che solo successivamente, quando quest’ultimi si eclissarono (almeno in apparenza), anche gli uomini utilizzarono come mezzo di arricchimento e status symbol.
Negli ultimi secoli la comunità scientifica, prevalentemente di dottrina scientista, ha ovviamente relegato queste narrazioni nell’ambito della mitologia, con la semplice teorizzazione che l’umanità ha sempre avuto l’esigenza di creare dei miti per esorcizzare l’ignoto e soprattutto la paura.
Alle soglie del 2020 l’umanità pare stia percorrendo ancora gli stessi sentieri, alla faccia dello scientismo culturalmente dominante, perché nuovi miti pare stiano emergendo diffondendosi repentinamente a macchia d’olio in tutto il mondo.
Naturalmente non dubito minimamente che gli esperti climatici, nel loro ampio background culturale e ambientalista, sappiano che non più tardi di pochi secoli fa, dal Tardo Medioevo fino quasi alla fine dell’Età Moderna, il clima terrestre mutò decisamente raffreddandosi, venendo definito dagli scienziati la Piccola Età Glaciale (non Era, come scrivono in molti erroneamente, perché un’era è di milioni di anni e non di pochi secoli), con gravissime ripercussioni sulla qualità della vita delle popolazioni, soprattutto nell’Emisfero Boreale, forse perché ne abbiamo maggiore documentazione storica, ma dovette colpire tutto il mondo.
I ghiacciai avanzarono enormemente occupando intere valli montane, i fiumi ghiacciarono, gli inverni furono sempre più rigidi, molti porti settentrionali divennero inaccessibili perché il mare congelava per km, in particolare in Islanda e Groenlandia che non poterono più essere rifornite e divennero inospitali, le carestie e le epidemie divennero frequenti mietendo milioni di vite umane.
Nei secoli precedenti la Piccola Età Glaciale, al contrario il clima era particolarmente caldo (definito Periodo Caldo Medievale), infatti, i Vichinghi poterono insediarsi in Islanda e successivamente una spedizione guidata da Eiríkur Rauði (Erik il Rosso, secondo le cronache danesi) sbarcò in Groenlandia, che era lussureggiante di vegetazione e vi si insediarono fondando numerose fattorie, le stesse che dovettero abbandonare secoli dopo per il protratto raffreddamento di cui ho fatto cenno.
Con questi accenni storici mi limito solo a ribadire che il clima è mutato varie volte nel corso della storia dell’umanità, non intendo negare che in questo periodo vi abbia concorso l’attività antropica particolarmente rilevante, come mai in precedenza è avvenuto. Ma non mi stupirei che tra qualche decennio, anziché l’aumento delle temperature che tutti prevedono, al contrario si ripeta quanto avvenuto nel Tardo Medioevo, e il clima si raffreddi per motivi a noi ignoti (attività solare, vulcanica, correnti oceaniche, ecc.).
Quindi, tornando al punto nodale e iniziale, gli uomini di fronte all’ignoto ricorrono agli Dei per attingere presunte conoscenze e certezze, per esorcizzare la paura. In passato gli Dei potevano essere veramente in carne e ossa e aggirarsi tra gli umani, magari di provenienza aliena (come riportato da quasi tutte le civiltà della terra), oggi più prosaicamente e pragmaticamente è molto più probabile che vengano creati in laboratorio o negli studi cinematografici di Hollywood o della CIA e con la complicità dei mass media asserviti, vengano imposti all’opinione pubblica perché siano seguiti e onorati come si addice al loro rango.
Claudio Martinotti Doria
Intervento-integrazione di Andrea Bizzocchi:
“GRETA, LA NUOVA PALADINA DELL’AMBIENTE, E LA SOLITA MANIPOLAZIONE MEDIATICA DELLE MASSE
Da un po’ di tempo abbiamo la nuova star mediatica dell’ambientalismo: Greta Thunberg. E’ questo il nome della ragazzina svedese balzata agli onori delle cronache e sbandierata come nuova paladina dell’ambiente.
Ora, chiunque conosce anche solo minimamente i principi della manipolazione mediatica, sa benissimo che quando i media mainstream parlano insistentemente di qualcuno o qualcosa (in particolare di qualcuno o qualcosa che fa la cosa giusta, cioè politicamente corretta), la prima cosa che si deve fare è drizzare le orecchie e pensar male. Ci si prende non spesso ma sempre.
Mi sono fatto una domanda molto semplice: ma se le mie figlie (o qualunque altro ragazzino) fossero andate davanti al parlamento italiano, anche per una causa straordinariamente giusta (che, per essere chiari, non è quella della bufala del riscaldamento globale), avrebbero ottenuto la stessa attenzione da parte dei media? La risposta è un inequivocabile NO. La domanda successiva è dunque: perché Greta Thunberg invece sì? Perché viene invitata al vertice sul clima delle Nazioni Unite e al World Economic Forum di Davos (controllato dai Rotschild)? Perché si prostrano ai suoi piedi alcuni tra i peggiori personaggi in circolazione (Jean-Claude Junker, tanto per fare un nome, che le fa il baciamano in una sarabanda di flash impazziti) responsabili di decisioni che costano sofferenza a milioni di persone, o altri personaggi (Mattarella) impalpabili ma comunque servi del potere? Perché, addirittura e soprattutto, e questa è la goccia che ha fatto traboccare il mio personale vaso di sopportazione, viene candidata al Premio Nobel (una mossa in piena linea con il Nobel ad Obama dieci anni fa. Magari si potrebbe dare postumo a Chico Mendes che infatti, poiché era un ambientalista vero, è stato assassinato)?
Nessun adolescente al mondo (ed è pieno di adolescenti impegnati in cause importanti. Sono tutti sconosciuti) sarebbe mai riuscito ad assurgere alla popolarità di questa ragazzina, e questo, evidentemente, perché a qualcuno faceva comodo che la Thunberg diventasse una star, con ciò in grado di manipolare (a sua insaputa, non abbiamo dubbi su questo) la coscienza ma soprattutto la mente di milioni e milioni di persone.
Nessuno di noi può sapere se Greta Thunberg sia stata una invenzione di marketing sin dall’inizio oppure se sia stata “sfruttata” in tal senso quando aveva già iniziato i suoi scioperi per il clima? Io propendo per la seconda ipotesi ma questo non è comunque decisivo.
La domanda fondamentale da porsi è: come è possibile che una sconosciuta ragazzina sia stata fatta diventare dal nulla un simbolo dell’ambientalismo (sia chiaro, dell’ambientalismo politicamente corretto, perché l’ambientalismo vero è un’altra cosa), capace di toccare il cuore di milioni di persone e di coinvolgere nella cosiddetta lotta per il clima milioni e milioni di suoi coetanei?
LA COSTRUZIONE DI UNA STAR
Vediamo dunque di vederci un po’ più chiaro. Da agosto 2018 la ragazza sciopera da scuola ogni venerdì mattina piazzandosi davanti al parlamento svedese con il suo bel cartello “sciopero scolastico per il clima”. E fin qui, nulla di male.
Scavando appena sotto la superficie si scopre che l’idea dello sciopero non è sua ma di un esperto di marketing pubblicitario (tale Ingmar Rentzhog) al fine di creare rumore e pubblicità gratuita per il lancio del libro della madre della ragazza, la famosa (nel suo paese) cantante d’opera Malena Ernman. Parrebbe dunque che, quantomeno inizialmente, gli scioperi per il clima della piccola Greta fossero semplicemente una trovata pubblicitaria per il lancio del libro della madre. E anche, tutto sommato, la cosa può starci. C’è di ben peggio. Non ci scandalizziamo di certo per questo.
Ma poi ad un certo punto, improvvisamente, tutti i media si interessano di lei, facendola diventare una vera e propria stella capace di rifulgere di luce propria (si fa per dire, perché i flash e l’attenzione mediatica li fornisce qualcun altro). Perché i media internazionali, di concerto, hanno dunque deciso di farla diventare il simbolo dell’ambientalismo (lo ribadisco: dell’ambientalismo politicamente corretto)? Più precisamente: chi ha voluto sfruttare la sua immagine (la ragazza, per inciso, è anche affetta dalla Sindrome di Asperger) per toccare il cuore di milioni di persone per una causa apparentemente buona e giusta? In sintesi: “cui prodest?”.
Se andiamo al sodo vediamo che l’essenza del messaggio della Thunberg, o meglio il messaggio che viene veicolato dai media è uno e solo uno: “l’uomo è il cancro del pianeta. Siamo in troppi. Occorre ridurre la popolazione, porre controlli più severi, accentrare sempre il potere nelle mani di chi già comanda per salvare il pianeta, ecc.”. Non è la ragazzina che dice queste cose, è ovvio, ma il messaggio che passa nell’inconscio della psiche collettiva è quello: occorre ridurre la popolazione, porre controlli più severi, accentrare sempre il potere nelle mani di chi già comanda, ecc.
Sarà un caso, ma questo messaggio collima perfettamente con i piani di controllo del clima, depopolamento, deindustrializzazione, impoverimento delle masse, ecc., portati avanti da quei poteri forti che controllano non solo i media ma anche l’economia e la finanza, l’emissione di denaro (a debito), il comparto medico/farmaceutico, quello dell’istruzione, dell’energia, del cibo (ogm e non), delle sementi e così via. Insomma, quei circoli di potere mondialisti che controllano il pianeta e affamano intere popolazioni mondiali mandandone al tempo stesso sul lastrico altre (vedi Grecia, e l’Italia è sulla buona strada). Si commuovono per la ragazzina ma a quanto pare non versano una lacrima per i 25.000 morti di fame, sete e malattie correlate di cui sono direttamente responsabili con le loro decisioni prese attraverso il FMI, la World Bank, la UE ecc., che controllano direttamente.
LE VERE RAGIONI
Che il pianeta stia avviandosi verso una catastrofe ambientalista è innegabile. Come potrebbe essere altrimenti se pensiamo allo stile di vita consumista di poco meno di un terzo della popolazione mondiale (più di due miliardi di deficienti consumisti, che saremmo noi occidentali), più un altro terzo la cui aspirazione è di diventare un deficiente consumista, mentre l’ultimo terzo muore di fame o ci va vicino? Non possono esserci dubbi che siamo di fronte ad una catastrofe ambientale. Anzi, ci siamo nel bel mezzo: deforestazione, estinzione di specie animali, inquinamento di terre, acque e aria, isole di plastica che vagano per gli oceani e via dicendo. Nessuno lo nega certamente.
Ma non si può predicare da un lato la riduzione delle emissioni mentre dall’altro non si fa altro che promuovere uno stile di vita consumista che si basa sul Nulla (tutto ciò che compriamo è del tutto inutile al nostro benessere. Anzi, ci fa stare peggio) e non si fa altro che rompere i coglioni con pseudomanovre economiche che dovrebbero rilanciare la crescita ed i consumi.
I nostri stili di vita iperconsumisti sono la prima causa della catastrofe ambientale, epperò non vengono mai messi in discussione (servono a tenere buone le masse con i Black Friday). La visione della vita capitalista/idiota/consumista non viene mai messa in discussione. Ci ha provato qualche anno fa quel grande uomo che risponde al nome di Pepe Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, con uno straordinario discorso all’ONU nel 2013 in cui criticava, appunto il non senso dello stile di vita consumista. Ebbene, il vecchio Pepe ha ricevuto qualche tiepido applauso di circostanza ed è finita lì. Potevano candidare lui al Nobel (se penso che lo hanno dato ad Obama alle buone intenzioni!). Ma ecco che invece, bum, al Nobel candidano Greta Thunberg.
LA BUFALA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
Sono moltissimi gli scienziati non allineati che hanno smontato la bufala del riscaldamento globale (citiamo i nostri Zichichi e Rubbia, per non tirare fuori lo scandalo, passato sottotraccia ovviamente, delle email della University of East Anglia relative a dati contraffatti). In realtà non c’è nessun riscaldamento globale in atto. Il fatto è che i riscaldamenti globali (seguiti da periodi di freddo/glaciazioni) ci sono sempre stati anche in passato quando l’attività industriale era ancora là a venire e l’essere umano non era ancora quel cancro che effettivamente è. Invece che di riscaldamento globale dovremmo invece parlare forse un po’ più seriamente di cambiamenti climatici indotti; che sono ben altra cosa: nevicate mai viste fuori stagione, alluvioni, terremoti, tornado e uragani, piogge torrenziali seguite da siccità prolungate. Questi fenomeni che si sono estremizzati negli ultimi anni sono perlopiù man made attraverso quelle operazioni di ingegneria climatica volgarmente dette scie chimiche (ma non solo le scie).
Quale lo scopo? Indurre shock e paura nelle popolazioni per poi far accettare le soluzioni proposte dai Poteri Forti. Si chiama P-R-S (problema, reazione, soluzione) ed è uno schema sempre valido (pensiamo all’11 settembre e alle guerre e alla militarizzazione della società che ne sono seguiti).
Come ben scrive l’amico Marcello Pamio “il Global Warming non è altro che un Cavallo di Troia per scopi tutt’altro che ambientalistici o naturalistici”. I fini che si perseguono sono altri, in primis un controllo sempre più autoritario sulle popolazioni e la riduzione delle popolazione mondiale.
Del resto questi, guarda un po’, sono gli stessi obiettivi primari di quei circoli di potere che controllano il pianeta e che si rifanno in prima battuta alle teorie malthusiane e del darwinismo sociale.
Il problema del riscaldamento globale, dei buchi nell’ozono, ecc., sono stati introdotti guarda un po’, dal famoso Club di Roma* con il testo catastrofista “I limiti dello sviluppo” che divenne la Bibbia dei movimenti ambientalisti mondiali. Solo qualche anno dopo, in una delle sue pubblicazioni, il Club di Roma si espresse così: «Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, giungemmo all’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, mancanza d’acqua, la carestia e cose del genere fossero adatte». Tutto chiaro?
OWNING THE WEATHER
Il problema del clima è dato in realtà da una precisa volontà di controllo del clima, volontà esplicitata nel famoso documento “Owning the weather by 2025” presentato alla US AIR FORCE dal Center for Strategy and Technology già nel 1996. E qui occorre tirare in ballo la geo-ingegneria climatica e le armi ad energia diretta date da HAARP e simili. Possibile mai che in mezzo a tutti i problemi che abbiamo con l’ambiente le scie chimiche non c’entrino nulla? A cosa servono le scie? A schermare i raggi del Sole per non far aumentare le temperature sul pianeta? O forse a schermarli perché il Sole (fonte di Vita) fa male e ci fa venire il cancro alla pelle (invece le creme ad alta protezione solare piene zeppe di nanoparticelle che milioni di imbecilli si spalmano quelle no, non fanno male)? Forse che le scie sono innocue? Ma se lo sono, perché allora spruzzarle quotidianamente?
Qualche dubbio? Noi siamo ragionevolmente certi che se Greta Thunberg avesse scioperato davanti al parlamento svedese con un cartello recante la scritta “Stop chem trails”, di certo non sarebbe stata invitata al vertice sul clima delle Nazioni Unite, non sarebbe stata invitata a parlare al Forum di Davos, i potenti non si sarebbero prostrati ai suoi piedi, non avrebbe ricevuto il baciamano dello spregevole Jean Claude Juncker, Matterella (sigh!) non avrebbe lanciato l’allarme ambiente citando la ragazzina svedese, ma soprattutto, ne siamo certi, non sarebbe stata candidata al Nobel per la Pace.
Solamente le proteste vuote o che fanno comodo al Sistema vengono rilanciate dai media e vengono appoggiate da tutti gli schieramenti politici. Gli Indipendentisti catalani vanno in prigione e la Thunberg si prende il Nobel. E chi segue la Thunberg, ne siamo certi, son gli stessi che gridavano “Yes. We can!” inneggiando a Barack Obama.
*Il CLUB DI ROMA è una fondazione “ambientalista” voluta dai Rockfeller e costituita a Villa Serbelloni (Bellagio, Como) di proprietà dei Rockfeller, il cui scopo era di organizzare la propaganda sulla crisi ambientale in ottica catastrofista per giustificare la centralizzazione del potere, la soppressione dello sviluppo industriale sia in Occidente che nel Terzo Mondo ed il controllo della popolazione mediante l’eugenetica.
Andrea Bizzocchi
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Nota integrativa di Vincenzo Zamboni:
LA CO2 NON RISCALDA.
L’intera atmosfera trattiene il calore, o meglio rallenta (non può bloccarla!) la sua dispersione.
Il che è ovvio: se non lo facesse accadrebbe che durante la notte la temperatura scenderebbe rapidamente verso la temperatura dello spazio vuoto esterno, che è mediamente di appena 3 °K, cioè -270 °C.
Nel miscuglio aria la CO2 è una componente percentuale piccolissima.
La frazione di CO2 è circa 400 ppm, ovvero 4/10^4 = 0,04% (frazione molare), quindi la sua azione è minima nel miscuglio, ed è assurdo imputarla di effetto termico: infatti inevitabilmente l’energia cinetica della molecola (derivata dall’assorbimento di radiazione) viene scambiata con quella circostante negli urti, e si disperde secondo le solite distribuzioni statistiche tra tutte, ovvero il calore assorbito dalla CO2 (per esempio negli scattering con i fotoni infrarossi emessi dal terreno) viene distribuito, e vale a questo punto il tradizionale principio di equilibrio termico: il calore scorre spontaneamente dai corpi più caldi a quelli più freddi, cioè in questo caso dagli strati inferiori a quelli superiori dell’atmosfera, per poi disperdersi nello spazio.
Certo, CO2, vapor d’acqua e metano rallentano il processo, ma tra questi la CO2 è il responsabile minore, data la esiguità della sua presenza : il vapor d’acqua è intorno al 6-7%.
Ma la CO2 artificiale è circa il 4,5% del totale, quindi è uno 0,0008% dell’aria, ovvero un decimillesimo del vapor d’acqua.
Quindi cosa c’entra l’anidride carbonica con il riscaldamento del pianeta ?
Niente !
Infatti la Terra prosegue le sue oscillazioni termiche a lungo termine esattamente come ha fatto nei millenni precedenti all’era industriale (appena tre secoli, una miseria rispetto al passato), e le fluttuazioni temporanee mostrano, nell’ultimo secolo e mezzo, oltre alle fasi di riscaldamento, due raffreddamenti (l’ultimo di ben 35 anni) e un regime stazionario, quindi l’alternarsi di ben tre comportamenti diversi nonostante che le emissioni di CO2 indiutriali siano state in costante aumento per lo sviluppo tecnologico e l’aumento di popolazione.
La CO2 artificiale è innocente e il gloobal warming è oscillazione naturale, senza influsso antropogenico.
L’idea non è mia: è quanto viene mostrato dalle registrazioni di temperature.
Quelle degli ultimi 150 anni sono certe, poiché realizzate con i termometri a mercurio (che sono strumenti molto precisi).
Per i tempi antichi dobbiamo basarci sulle cronache (avanzamento e regressione dei ghiacci e delle zone innevate) e più indietro ancora dobbiamo invece fidarci delle analisi dei carotaggi dei “ghiacci eterni”, una tecnica che non so come funzioni, so solo che esiste.
Vincenzo Zamboni
Martedì 19 marzo 2019
Fonte: https://www.facebook.com/notes/vincenzo-zamboni/la-co2-non-riscalda/10156911204130751/