Proposto un Referendum Nazionale sulla TAV,
Un Referendum Nazionale sulla TAV, consentirebbe ai cittadini di conoscere prima di scegliere tra un SI od un NO:
- politici e giornalisti non potrebbero più evitare di motivare i loro perché;
- emergerebbero i numeri della sua inutilità e dei suoi danni ambientali in Val Susa;
- conosceremmo le banche e le imprese che vogliono mungere soldi pubblici;
- ogni regione potrà dimostrare quali opere siano davvero necessarie.
(Fernando Rossi)
Commento di M.P.: “La TAV va avanti da tropo tempo è giusto che i cittadini diano la propria opinione, referendum Ok, purché non sia truccato come molte cose che ho visto in giro, e no al quorum altrimenti è una cosa inutile”
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No Tav pride. La mattina dopo il lungo vertice notturno a palazzo Chigi, l’Aula del Senato discute le mozioni sulla Torino-Lione. Discussione inutile ai fini pratici, ma densa di significato politico. Il M5S affida l’intervento finale ad Alberto Airola, senatore piemontese tra i più ostili all’opera (ha minacciato di lasciare il M5S), che scalda la curva grillina, riceve applausi a scena aperta e abbracci finali. Le sue parole non lasciano spazio ad ipotesi di trattativa: «Le ragioni portate avanti da chi vuole la Tav sono fake news. L’accordo di base tra Italia e Francia nel 2001 prevedeva che i lavori partissero a saturazione della linea esistente, attualmente sfruttata per meno del 15 per cento. Le proiezioni fatte venti anni fa, di aumento del traffico, sono miseramente crollate, come confermato recentemente dallo stesso Osservatorio della Torino-Lione. Inutile, quindi, far andare un treno merci, non un treno passeggeri, in gallerie da 57 chilometri alla velocità di 160 chilometri orari, guadagnando, rispetto all’attuale linea, una manciata di minuti». Airola incalza sulla «repressione» attuata contro la popolazione della Valsusa, ricorda che la Corte dei conti francese «ha già detto che è un’opera troppo cara e consiglia di ammodernare la linea esistente». E ancora: «Non ci sono penali da pagare, del tunnel non è stato costruito neppure un centimetro, il Portogallo ha rinunciato senza pagare un centesimo di penali».
«La Francia non ha stanziato un solo euro per il tunnel di base. Quindi, il tunnel non può partire», attacca il senatore, tra gli applausi dei suoi e nel silenzio dei leghisti. «Chi insiste su quest’opera, quindi, non ha a cuore l’interesse del popolo, ma di multinazionali ed euromafie, che non aspettano altro che aggiudicarsi ricchi appalti». Il finale è dedicato alle promesse di Beppe Grillo alle popolazioni della Valsusa: «È scoccata l’ora di dare giustizia al popolo valsusino e riconoscere, dopo quasi trent’anni, che avevano ragione loro. Non solo vogliamo mantenere una promessa fatta tanto tempo fa da Beppe e tutti noi, ma li ringrazieremo per quello che hanno fatto per il Paese». I leghisti applaudono timidamente solo quando Airola annuncia il sì alla mozione Lega-M5S che si limita a ribadire quanto scritto nel contratto di governo, e cioè che il progetto della Tav va «integralmente ridiscusso».