USA, Ue, Russia e Cina – Posizioni sistemiche geopolitiche di fronte alla crisi venezuelana ed oltre

Le posizioni di Moavero riguardo alla crisi venezuelana mi confermano che è un uomo del Quirinale. E sta dettando la posizione italiana sul Venezuela. Oggi la posizione ufficiale di Conte, cioè del governo, è molto simile a quella della Mogherini, cioè della Commissione Europea e il M5S sta scontando una micidiale subalternità dovuta alla paura che salti il governo; una subalternità che pagherà a caro prezzo.

Vediamo i pro della posizione della Commissione Europea, fatta propria dal nostro governo: se si rifanno subito le elezioni presidenziali è difficile che il signor nessuno Guaido (che non si è mai presentato alle presidenziali, che è di fatto sconosciuto in Venezuela ed è osteggiato dalle altre primedonne dell’opposizione) possa vincere. Certo, da una parte sarebbe un colpo alla sovranità del Venezuela, un cedimento ai diktat imperiali, ma dall’altra parte c’è un’alta probabilità che i Bolivariani possano rivincere.

Secondo me gli Europei sarebbero soddisfatti, perché penserebbero di aver messo a tacere Trump e schivato l’ennesima crisi internazionale.

Ma vediamo la realtà: gli USA vogliono il Venezuela e continueranno a volerlo si dovesse votare un giorno sì e uno no sotto gli occhi di un milione di osservatori internazionali.

Agli USA delle elezioni non interessa un bel nulla, a meno che non vadano nella direzione da essi voluta e “facilitata”, come in Brasile.

Agli USA della legalità internazionale e di quella delle nazioni non importa un bel nulla. E a fronte delle solite minacce, non credo che la UE si opporrebbe ai nuovi tentativi di destabilizzazione e di rovesciamento di un governo legittimo non asservito, nemmeno se le elezioni fossero santificate dall’alto giudizio (mi’ nonno) della UE.
Guardate la crisi con l’Iran. La Fortezza Europa ha partorito il topolino della INSTEX, la società finanziaria comunitaria che serve ad aggirare le sanzioni contro Teheran. Ma dove si sta tenendo, proprio in questi giorni, la riunione voluta da Trump che ha come obiettivo quella di organizzare una sorta di NATO anti-Iran centrata su USA, Israele e Arabia Saudita? A Varsavia, che è un Paese nato e UE (e “sovranista” di destra).
Certo, la UE ufficialmente nicchia, ma l’Impero le sta già mettendo i piedi in testa.
(Piotr)

Commento di F.R.: “la UE conta una sega, e l’Italia è la mano che si muove. Preghiamo Vlad e Xì che sappiano mettersi di traverso anche questa volta ad un’azione di forza (per ora diplomatica, domani probabilmente militare) che gli USA desiderano da anni condurre. Il punto non è volere ma potere… allo stato attuale, chi altri può svolgere il ruolo di katechon? non certo noi Europei, che costantemente ci allineiamo ai dettami imperialisti anche quando nuocciono a noi stessi…”

Commento di F.G.: “A me dà l’impressione che, come i Cinque Stelle, Vlad e Xi la stiano menando come ai tempi della Libia: aggrottano la fronte, arricciano il naso e poi?
Dove sono le loro navi nei Caraibi, i loro S300 o, meglio S400 antiaerei (quelli negati alla Siria, ma venduti a Arabia Saudita e Turchia!), le loro Forze Speciali, le loro colonne di soccorsi per svuotare l’infiltrazione pseudoumanitaria dei golpisti? In Siria, aldilà della più meno spessa cortina fumogena del “ritiro delle truppe”, in un terzo del territorio nazionale occupato gli Usa e i loro mercenari e pulitori etnici curdi fanno quello che gli pare, fingendo di combattere i ridotti Isis, ma sterminando la popolazione civile araba e negandogli gli aiuti in arrivo da Damasco. Mentre fanno quel che gli pare, a ridosso di Aleppo, i turchi e i loro mercenari Al Nusra e Isis in Idlib e Afrin, in preparazione dell’ulteriore annessione di territorio concordato con gli Usa nella “zona cuscinetto” di 40 km, che non è altro che annessione. Come in Iraq. Mentre, sbattendosene altamente dei rimbrotti russi, i gangster israeliani continuano. a bombardare a piacimento tutta la Siria, con la scusa della presenza iraniana. Fino a che punto vogliamo fare affidamento sui responsabili russi e sui prudenti cinesi?…”

Commento di P.P.: “Ve li vedete i Russi che intervengono militarmente a 10.000 km da casa e i Cinesi a 15.000? Con degli eserciti tutti configurati per la difesa, senza portaerei e altri mezzi per la “proiezione di potenza”?
La Russia è molto debole, la sua situazione interna sta deteriorandosi (a parte l’agricoltura che è rinata), è totalmente circondata dalla Nato. Già il suo intervento (limitatissimo) in Siria è stato un miracolo e di sicuro ci sono delle dialettiche che io non conosco a fondo, ma deleterie, tra Putin e la serpe in seno Medvedev (gli ultimi provvedimenti economici, specie quello sulle pensioni, hanno abbassato sensibilmente il consenso a Putin). Lo stesso vale per l’Iran, che dopo Ahmadinejad è stato un disastro autolesionista continuo.
Gli USA hanno una strategia, seppur perseguita caoticamente perché in una crisi sistemica pochissime ciambelle riescono col buco: organizzare la loro area d’influenza storica in un impero formale, circondare gli avversari euroasiatici con un cordone sanitario fatto di guerre, caos e sanzioni, sperando così che la loro situazione interna si deteriori.
E’ una strategia molto sensata. E sia la Russia che l’Iran la stanno subendo, anche con situazioni interne non floride. La Cina è più solida.
Dal canto loro la Russia e la Cina contano sull’approfondimento della crisi sistemica che vede gli USA tendenzialmente penalizzati sul piano finanziario ed economico. Il problema è che l’egemonia si gioca su tre fattori: quello economico, quello militare e quello politico/ideologico. E, secondo me (e credo anche secondo Russi e Cinesi) il primo ormai è irrecuperabile da parte degli USA. Quello politico/ideologico è invece ancora a favore degli USA anche se è abbastanza dipendente dal primo, mentre il fattore militare è ancora appannaggio degli USA, per quanto dalla fine della II Guerra Mondiale non abbiano mai vinto una guerra.
Sul piano di una guerra nucleare sono tutti pari. Ma non è una gran consolazione.
Se i tre fattori egemonici fondamentali non fossero divisi, non ci sarebbe caos sistemico. E invece c’è…”

Commento di F.G.: “Le distanze geografiche qui contano poco, come dimostrano gli Usa. E furono gli stessi russi a rammaricarsi di non essere stati pronti a reagire sulla Libia. Troppe attenuanti basate sull’assunto delle debolezze economiche. E quelle statunitensi allora?
Com’è che si è arrivati a una Russia totalmente circondata dalla Nato e non agli Usa con i russi a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Nicaragua, ad Haiti?
E perchè aspettare centinaia di incursioni israeliane, limitandosi a borbottare, prima di concedere il sistema S300 e neanche l’S400 che invece ricevono turchi e sauditi. Realpolitik? Mica un po’ miope, per caso?
Contare sull’approfondimento della “crisi sistemica” degli Usa è come contare su un buon vento che ci porti via il riscaldamento climatico.
Anche la comunicazione dei due colossi euroasiatici sull’enormità che si sta verificando in Venezuela e sugli abusi scandalosi di Trump e Israele non è all’altezza del pericolo.
Credo che varrebbe la pena coltivare qualche dubbio sulla sagacia e coerenza delle strategie sinorusse…”

Articolo collegato: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/02/12/vibrata-protesta-contro-i-ministri-italiani-che-hanno-accolto-a-braccia-aperte-i-golpisti-venezuelani/

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