Finanziarizzazione. La disuguaglianza e le sue origini – di Luigi Caroli
La più grande minaccia alla sicurezza e al benessere di tutti noi era – cinquant’anni fa – il comunismo. Di conseguenza, i giornali ne parlavano quasi tutti i giorni. Oggi, una minaccia politica resta ancora, ma i media non ne fanno cenno alcuno.
E’ il CAPITALISMO FINANZIARIO SFRENATO E SENZA SCRUPOLI. Dilaga in gran parte del mondo, osannato dall’ideologia liberal e protetto dalla potenza americana.
Da circa quarant’anni, il capitalismo dei mercati finanziari ha preso saldamente il potere in Occidente. E ciò succede anche se le sue ripetute crisi – che avvengono a distanza di pochi anni – hanno minato la prosperità e il benessere dei cittadini comuni.
Il dominio della finanza sull’economia ha aumentato – in misura insopportabile – la disuguaglianza. Qualche numero vi aiuterà a capirne l’intensità.
I ricchi sono diventati sempre più ricchi e le loro tasse – lungi dall’aumentare in proporzione – sono state addirittura ridotte dai governi. La scusa? Se una persona, specie un imprenditore, guadagna di più (risparmiando sulle tasse), potrà più facilmente creare posti di lavoro e distribuire benessere.
Fole! E’ avvenuto l’esatto contrario.
Il salario medio di un operaio statunitense – negli ultimi 40 anni – è rimasto uguale.
E’ salito un pochino quello medio delle donne ed è diminuito quello degli uomini.
Per contro, è aumentata – dell’80% – la produttività.
I ricchi capitalisti se la sono goduta tutta mentre a chi l’aveva – in larga misura – generata, non sono toccate neanche le briciole.
E – fatto singolare – è diminuita di molto l’incidenza sul PIL della produzione industriale (scesa sotto il 14%). Per contro, è cresciuta – a dismisura – l’incidenza della finanza (passata dal 3 al 18%).
Gli stipendi vigenti nella finanza (mondiale) sono molto alti. Superiori di parecchio a quelli delle più nobili e delle più utili professioni. Le operazioni finanziarie avvengono a ritmo inconsulto. Lo scambio delle azioni avviene a ritmo frenetico, aumentando – di molto – gli incassi complessivi dell’intermediazione.
Quel che è peggio, la finanza non investe nella produzione ma preferisce farlo (per tre quarti sul totale) nella finanza.
I maneggioni (stessa radice di manager) guadagnano cifre folli e si autopremiano, anche quando le cose vanno male. Obama nel 2009 ha lasciato che i grandi banchieri
che avevano creato voragini(ricorda il fallimento Lehman Brothers del 15 settembre 2008), riempite dai soldi del Tesoro americano(solo in quel caso i neoliberisti hanno considerato utile l’intervento dello Stato), ne prendessero una grossa parte per attribuirsi ricchissimi premi.
MALUS PER IL 99,9%, BONUS PER LO 0,1%. Costoro non creano valore, ma estraggono valore senza che nessuna loro attività venga controllata. Ci sono nel mondo centinaia di banche ombra, di cui non si conoscono i proprietari.
Risultato di tutto questo? Avete certo letto che l’1% della popolazione del pianeta possiede il 50% della ricchezza mondiale. Il 5% ne possiede il 90%.
Il primo 1% possiede il 50%, il secondo 1% possiede il 18%, il terzo 1% possiede il 10%, il quarto 1% possiede il 7%, il quinto 1% possiede il 5%, il 20% possiede zero.
La RICCHEZZA MONDIALE è 520.000 miliardi di dollari. I super-ricchi, VERI PAPERONI, sono 1500 (lo 0,2% del totale). Sono coloro che possiedono almeno 1 miliardo di dollari. Possiedono complessivamente 6.200 miliardi, pari al 12% del totale. Alla creazione dei meccanismi – perlopiù truffaldini – che consentono smisurati arricchimenti a un discreto numero di persone la cui maggior dote è la mancanza di scrupoli, contribuiscono prestigiose Università inglesi (patria del liberismo), le grandi banche d’affari e il Tesoro statunitensi e perfino i bocconiani, avvizzito fiore della nostra parrocchietta economica. Quando si tratta di far leva sulla miglior preparazione (derivante dalla casta d’appartenenza) per imbrogliare i più ignoranti (i risparmiatori) non si tirano indietro. Sappiate che da un paio d’anni hanno la cattedra di BITCOIN (la cui quotazione in cinque anni è salita da 1 dollaro a 20.000 ma, da mesi, oscilla tra i 3300 e i 3800 dollari). Il professore di bitcoin raccomanda agli allievi: nelle catene di Sant’Antonio l’importante è il “timing”. I professori della Bocconi pontificano sul quotidiano FAKE NEWS alzando al cielo i lai verso i populisti che esprimono dei dubbi, ma quelli sono “ignoranti che sbagliano i congiuntivi”.
L’eccesso di finanziarizzazione ha ridotto al minimo la crescita della produzione e dello scambio dei beni. Sta abbattendo salari e stipendi (tranne quelli della finanza) e ha generato una crisi di fiducia nel futuro che ha completamente cancellato l’ottimismo degli anni Sessanta e Settanta. La natalità – in Italia e in Europa – continua a diminuire. In Africa rimane alta e quindi l’emigrazione non potrà che crescere – vista anche la spoliazione dei loro terreni e dei loro giacimenti da parte di cinesi, francesi e company. A poco serviranno i muri e Salvini dovrà mettere in cantiere le cannoniere. Incuranti di tutto ciò, i principali adepti del NEOLIBERISMO formano un circolo ristretto di potere che domina la scena in Europa e in America e ne dirige l’andamento in materia di politica economica e di relazioni interne.
I poveri, non solo lo diverranno sempre più (non dimenticate che negli USA, dove il reddito medio è quasi due volte il nostro, 80 milioni su 325 sono poveri e un consistente numero di costoro vive peggio, non avendo assistenza sanitaria, dei nostri 8 milioni di poveracci) ma diverranno SCHIAVI senza neanche il diritto alla protesta. L’ideologia che impera è il NEOLIBERISMO. Il loro figlio è stato il GLOBALISMO. Ha giovato a una parte consistente degli abitanti di CINA, INDIA E VIETNAM, a una parte di COREA DEL SUD, ETIOPIA, NIGERIA e a parti minori di altri piccoli Paesi. Ha fatto diventare stra-ricchi 15 mila americani ma ha peggiorato la situazione di tutti gli altri. E’ – con la Cina – lo Stato dive sono state create le maggiori disuguaglianze. In 30 anni sono quintuplicati: SUICIDI (ora sono 45 mila all’anno), MORTI PER OVERDOSE (150 mila all’anno), CARCERATI – in 4800 prigioni (sono 2,5 milioni).
In Italia, possiamo annoverare tra gli entusiasti neoliberisti: Mario Monti, Mario Draghi (in attesa – dopo il 31 ottobre – di una nomina presidenziale bis di quella alla “Napolitano”), Alberto Alesina (che insegna ad Harvard e visita la Bocconi per scrivere con Francesco Giavazzi) e tutti i Bocconi Boys. Con una sola eccezione: ILARIA BIFERINI. Laureata, col massimo dei voti, alla Bocconi, ha già scritto due libri, in cui dissente totalmente dal verbo bocconiano.
“NEOLIBERISMO E MANIPOLAZIONE DI MASSA” (2017) e “I COLONY DELL’AUSTERITY” (recente). Riferisce che: LE MISURE IMPOSTE DAL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE E DALLA BANCA MONDIALE AI PAESI DEL TERZO MONDO SONO LE STESSE IMPOSTE AGLI STATI DELL’UNIONE EUROPEA.
A ruota, il gruppo dei strapagati lacchè: Luciano Fontana, Francesco Fubini e le GRANDI FIRME, autorevoli e supponenti estensori di fake news, Repubblica e Il Sole 24 Ore (che non ha mai difeso un piccolo imprenditore o un risparmiatore).
Attardati, ma in rimonta, arrivano coloro che si spacciano di sinistra. A sinistra non hanno il cuore ma il portafogli. Il seggio che cercano di conservare li ha trasformati in neoliberisti d’accatto. Sbandierano migranti, disoccupati, senza casa e tartassati da tasse (che loro cercano di non pagare).
VIGE IN TUTTO IL MONDO IL PENSIERO UNICO che accomuna DESTRA e SINISTRA.
Al culmine, le élites che ODIANO I POPULISTI (qualcuno dei vecchi sinistri ha dimenticato quando cantava “AVANTI POPOLO, ALLA RISCOSSA”?). Loro sono passati alla riscossione. E, per non correre rischi, hanno impegnato parte del bottino nel tentativo di distruggere i populisti. Ci riusciranno?
Sul “quotidiano fake news”, sabato 26, Ferruccio De Bortoli ha mostrato chiaramente di non sapere un cazzo di quel che scrivono i maggiori esperti mondiali di economia scrivendo: “L’austerità aiuta la crescita”.
Se leggete solo quel quotidiano farete figuracce discutendo con chi si fosse veramente informato leggendo qualcuna delle centinaia di pubblicazioni di prestigiosi economisti o i libri di due Premi Nobel per l’economia. JOSEPH STIGLITZ (2001) e PAUL KRUGMAN (2008). Loro scrivono l’esatto contrario. Per più del 90% degli economisti “veri”:
IN UN PAESE IN CRISI ECONOMICA, L’AUSTERITA’ E’ UN VERO E PROPRIO SUICIDIO. IL PAESE SI RIAVRA’ SOLO DOPO MOLTI, MOLTI ANNI E DOPO GRANDISSIME SOFFERENZE DEI SUOI CITTADINI. Ma…i ricchi “manipolatori di massa” – come li definisce Ilaria – otterranno un aumento dei loro stipendi. Sono strapagati per mentire da chi diverrà – lui sì – ancora più ricco con l’austerità.
Sono ormai molti i Paesi semidistrutti da una teoria spacciata (e considerata) come Vangelo da due autorevoli professori (una è donna, Carmen REINHART, l’altro è Kenneth ROGOFF).
Raccontata nel 2010, è stata stroncata nel 2013 da un ventottenne studente di economia che, rifacendo i conti che non gli tornavano, ha scoperto un errore nel foglio di calcolo che avrebbe dovuto convalidare la “nuova teoria”.
“Vedete? Ecco la prova empirica”. Quella visibile è la “balla empirica”!
In aggiunta alla contestazione dello studente, altri professoroni hanno evidenziato delle trascuratezze ed omissioni indegne di un professore universitario. Ma… basandosi su quella teoria, nel 2011 e nel 2012 Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea (la BCE diretta dal famoso e immeritatamente lodato Mario Draghi) avevano martoriato Grecia, Portogallo e Irlanda che l’hanno subita sulla loro pelle. Il maggior propalatore italiano di fake news, Federico Fubini, che per più giorni – allo scopo di annientare i nostri populisti – ha scritto balle colossali (che avrebbero potuto far fallire le banche italiane e tutta l’Italia) e si è augurato – vero traditore – che intervenisse la TROIKA per sottoporre l’Italia all’austerità che aveva imposto nel 2010 alla Grecia, è stato smerdato, davanti all’intera redazione, dal corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi, che ha evidenziato le sue bugie. Il tifoso di Berlusconi, che dirige una mezza dozzina di vicedirettori, ha punito il mentitore assegnandogli diversi altri articoli in prima pagina e un viaggio-premio – come inviato speciale – a DAVOS (Svizzera) per la riunione del Fondo Monetario. Ha così potuto rilevare – dopo accurate indagini – che in quel contesto Merkel (che lo bazzica da più di dieci anni) è più conosciuta di Conte. Che fiuto! Il “vero” giornalista rimane in castigo.
L’indefesso propagatore di menzogne, reduce da Davos, svela con un articolone odierno una scoperta fatta ad Harvard (dove insegna il suo “amico” Alesina).
Sono predisposti al fallimento i Paesi che hanno un alto tasso di mortalità infantile.
La colpa del nostro fallimento, inevitabile se non torneranno tutti i governanti di prima (compreso Berlusconi), è dei meridionali. Le loro strutture sanitarie non sono dotate dei miliardi che i ladroni milanesi sperperavano finanziando il celeste Formigoni. Talvolta (sono pugliese) gli ospedali nel sud non hanno neanche l’acqua corrente.
Un altro vicedirettore (Fubini lo è ad personam – forse cambia le pantofole al direttore) si è esibito – il 28 gennaio – in una scoperta. La nuova straordinaria balla che fa seguito a quella di De Bortoli di sabato 26 è la AUSTERITA’ ESPANSIVA.
Questa cazzata solenne, propalata nel 2009 da Alesina e da una sua giovane allieva, SILVIA ARDAGNA – ora capo economista in Goldman Sachs – fece sì che, quando il giovane studioso ventottenne scoprì che l’AUSTERITA’ NON FACEVA MIRACOLI (perché l’unico miracolo l’aveva fatto chi aveva compilato il foglio di calcolo errato), I BOCCONI BOYS FOSSERO LETTERALMENTE DERISI PER QUESTA SCOPERTA (?) DALL’INTERO CONSESSO ACCADEMICO MONDIALE. Si sbellicarono letteralmente.
Caro lettore, chiudo raccomandandoti un po’ di austerità. Farà bene a te e a tutta l’Italia. Non comprare più il “quotidiano fake news”.
Luigi Caroli – 10 febbraio 2019 – Milano ste72mi@yahoo.it
PS: Juncker e altre autorità finanziarie europee e mondiali si sono scusati per l’austerità imposta ai greci e ad altri sfortunati Paesi. Solo gli imbecilli insistono. Hanno il loro tornaconto.