“La TAV non passerà!” ditelo a monsieur Salvini, caporal bucaiolo
Salvini sa benissimo che il Movimento è contro la TAV da vent’anni, sa che l’analisi costi benefici – quella vera di Toninelli – è negativa, eppure insiste nel dire che quel dannato buco s’ha da fare. Ma non solo. Salvini sa che il Movimento non è affatto contro le grandi opere. Ma ha una lista di TAV (utili) ed altre opere che vanno da sud a nord oltre che puntare in maniera sacrosanta sulla manutenzione delle malconce infrastrutture già esistenti. Il Movimento vuole investire eccome ma ad una sola condizione, che le opere siano utili. Più o meno come avviene in qualunque paese civile visto che a pagare sono i cittadini. Il Movimento si è poi dimostrato flessibile su opere come la TAP o il Terzo Valico che non potevano più essere fermate come avrebbe voluto. Eppure, nonostante tutto questo, Salvini si è impuntato sulla TAV e vedremo se avrà il buon senso di fermarsi o farà saltare il governo del cambiamento.
Del resto non c’è nessun compromesso possibile. Di Maio ha finalmente detto chiaramente che finché il Movimento starà al governo la TAV non si farà visto che è un dimostrato spreco. Punto e a capo. Una posizione di buon senso e di coerenza che in una eventuale rottura metterebbe la croce su Salvini che dovrebbe spiegare ai cittadini perché ha mandato all’aria il governo del cambiamento per quel dannato e inutile buco.
Dovrebbe spiegare perché si è schierato coi resti del Pd e di Forza Italia e con tutte le caste del vecchio regime che tifano TAV in maniera sfegatata. Anche perché dicono che Salvini non sia un fesso e dovrebbe aver capito che le caste del vecchio regime vogliono la TAV per due motivi. Il primo è scontato, si tratta di una abbondante mangiatoia pronta per l’abbuffata. Il secondo è che le vecchie caste sanno che la TAV è un punto di disaccordo tra Lega e Movimento e quindi ci hanno puntato con tutta la loro propaganda giornalaia nella speranza proprio di far litigare il governo e di fermare quindi il cambiamento in modo da poter tornare a comandare e far buchi in tutto il Belpaese alla faccia dei contribuenti. E proprio questo sarebbe il destino di Salvini.
Fare il Capitan Buco condottiero dei bucaioli ma anche il Capitan Casta e il Capitan Mafia e il capitano di tutti quelli che hanno devastato l’Italia e vorrebbero tornare su qualche poltrona e riportare il paese ai bei tempi che furono. Altro che cambiamento, restaurazione del vecchio regime politico mafioso con Salvini a fare il maggiordomo dell’ormai andato Padrino Berlusconi e di tutta la gentaglia trombata che gravita in quel mondo di mezzo. E vedremo quanti elettori lo seguiranno. Vedremo quanti entusiasti leghisti dell’ultim’ora seguiranno Salvini nel tornare indietro e ridare l’Italia in mano a chi l’ha tradita e devastata. Una mossa molto rischiosa. Le rivolte scoppiate in tutta Europa dimostrano come l’unica frattura politica vera che esista oggi è tra popolo e caste figlie del passato, è tra vecchi partiti traditori ed elitari e nuovi movimenti populisti, è tra ribelli assetati di cambiamento e conservatori perbenisti senza idee e senza cuore. La crisi ha accelerato l’implosione della chimera neoliberale.
Lobby politiche ed affaristiche hanno depredato i popoli di diritti, di dignità, di sovranità, d’identità, di umanità in nome di una fantomatica globalizzazione che invece di portare il benessere promesso ha fatto dilagare la povertà e la disuguaglianza ma anche la paura e il disorientamento di cittadini sempre più ridotti ad effetti collaterali di logiche mercantilistiche ciniche e senza volto e stravolgimenti sociali fuori controllo come l’immigrazione clandestina di massa. L’Europa tutta è ad un bivio storico tra vecchio e nuovo.
Il Movimento 5 Stelle è una delle risposte più avanzate e innovative a questa ondata di cambiamento. Salvini deve decidersi da che parte stare. Ma non a parole. A fatti. Come con la TAV. O sta col cambiamento o sta coi bucaioli. La storia non aspetta nessuno.
Tommaso Merlo