Roma. Proposta l’erezione di un monumento per gli animali…

Considerato che gli animali, specialmente quelli d’affezione e domestici
hanno dato un contributo determinante all’uomo nel corso del suo
cammino evolutivo, condividendo fatiche e sofferenze nel duro lavoro
dei campi, restando spesso uccisi nella battaglie per la libertà del
nostro paese durante i conflitti armati, patendo insieme all’uomo la
fame, le ferite, salvando da morte sicura molte persone in
innumerevoli circostanze con il trasporto, specialmente in località
montane ed inaccessibili, di medicinali e viveri, sfamando gli esseri
umani con il loro latte, coprendoli con la loro lana e difendendo la
sua proprietà ed il suo gregge.

Considerando il grande valore del loro silenzioso sacrificio a
vantaggio dell’essere umano, considerata la loro, spesso, abnegazione
e la loro fraterna affezione; considerato che l’animale al pari
dell’uomo è in grado di soffrire, di nutrire sentimenti e quindi di
avere diritto ad una giusta considerazione, si lancia il progetto per
realizzare una scultura/monumento da collocare, possibilmente nei
pressi di un luogo simbolo, come il mattatoio, per commemorare tutti
gli animali che sono stati utilizzati dall’uomo e che hanno
contribuito al progresso della società umana.

E’ giusto ricordare che l’esercito di Napoleone contava 180.000
cavalli prima di invadere la Russia; alla fine della disastrosa
ritirata ne restarono soltanto 60. Durante la prima guerra mondiale
sul fronte europeo si sono ritrovati 11 milioni di cavalli, 200 mila
tra piccioni e colombi, 100 mila cani e moltissimi altri come muli,
asini, maiali, buoi, oche e galline. Animali adibiti al trasporto di
armi, vettovaglie, fare la guardia, trovare feriti, segnalare la
presenza di gas, spedire messaggi, tenere compagnia ecc.

Si calcola che nella prima Guerra Mondiale siano morti otto milioni di
cavalli e innumerevoli muli ed asini. Il quotidiano inglese The
Guardian riferisce che nella prima Guerra Mondiale i soldati usassero
le lucciole per leggere le cartografie di notte. Un cane di nome Rob
fece oltre 20 lanci col paracadute nel Nord Africa e in Italia e un
piccione viaggiatore, denominato Cher Amì recapitò una dozzina di
messaggi senza mai fallire. Durante la prima Guerra Mondiale morirono
20.000 piccioni. In Vietnam 5000 cani affiancarono le truppe
americane; di questi solo 150 tornarono a casa, gli altri morirono
uccisi o abbandonati a se stessi in quel territorio. Da considerare
che gli animali d’allevamento e specialmente quelli da compagnia sono
sempre le prime vittime non sopravvivono mai durante una guerra.

Nel Central Park di New York vi è la statua dedicata al cane Balto,
capo muta della slitta che trasportò l’antitossina tifoide da Nemana
per 900 chilometri sopra il suolo ghiacciato, oltre corsi d’acqua
traditori, attraverso tormente artiche, sino a Nome, nell’Alaska
colpita dal flagello del tifo nell’inverno del 1925. la statua è
dedicata alla resistenza, alla fedeltà, allo spirito indomabile dei
cani da slitta. Anche nella maggiore stazione ferroviaria di Tokio c’è
un grazioso monumento ad un cane che attese invano in quella stazione
il ritorno del suo padrone fino alla fine dei suoi giorni. A Bologna,
alla finestra dell’attuale palazzo Bersano, in via Oberdan, vi è il
monumento dedicato al cane che dalla gioia di veder ritornare l’amato
padrone per abbreviare il tragitto si buttò da quella finestra
uccidendosi.

Nel centro di Londra è stato realizzato un monumento nazionale
dedicato agli animali che hanno combattuto, sofferto e sono morti
affianco delle forze britanniche e con gli Alleati in guerra. Il
monumento raffigura un cavallo, un cane e due muli carichi con intorno
un muro di pietra su cui sono scolpiti altri animali coinvolti nella
varie guerre.

Si cercano artisti disposti ad elaborare un modello/prototipo da far
approvare al Comune di Roma.

Sottoporre i bozzetti o modellini a: Franco Libero Manco, presidente AVA
francolibero.manco@fastwebnet.it

I commenti sono disabilitati.