Sterco del diavolo, bergoglio e tutte le case e le cose del vaticano…
Un immobile su cinque in Italia sarebbe di proprietà della Chiesa di
Roma. 115mila gli indirizzi riferibili al Vaticano – racconta Il Tempo
– , che solo nella Città Eterna potrebbe disporre di 23mila tra
terreni e fabbricati intestati a diverse entità, quali diocesi,
congregazioni, confraternite. Tutte direttamente o indirettamente
riconducibili alla Santa Sede. Un patrimonio che si incrementa nel
tempo, per i lasciti e le donazioni dei fedeli.
Il libro “Avarizia“, di Emiliano Fittipaldi, si basa sugli estratti
inediti delle relazioni della dissolta “Commissione referente
sull’organizzazione della struttura economica del Vaticano” (Cosea),
struttura voluta da Papa Bergoglio per fare chiarezza nel mare magnum
delle attività finanziarie della Santa Sede. Nel libro si legge che
sulla ricchezza dei vari enti aleggia un alone di segretezza ,
determinata dalle asimmetrie nelle normative dei vari Paesi. Ad
esempio in Europa e negli Stati Uniti le leggi sulle fondazioni
tutelano la privacyin modo assoluto, rendendo di fatto impossibile la
conoscenza del patrimonio ecclesiastico.
Secondo la Cosea, le istituzioni vaticane gestiscono attività, proprie
e di terzi, per un valore di 9-10 miliardi di euro, di cui 8-9 in
titoli e 1 miliardo in immobili. Ma, secondo Fittipaldi, il patrimonio
immobiliare è sottostimato. Infatti, il valore contabile del 2012, di
un miliardo di euro, aggiornato secondo valutazioni di mercato,
darebbe un risultato di circa 4 miliardi di euro. Soldi che non sono
solo in Italia.
Due ramificazioni del Vaticano deterrebbero consistenti risorse
all’estero. L’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede
Apostolica) è proprietaria di una società francese, la Sopridex Sa,
con sede a Parigi, che ha attività iscritte a bilancio per 46,8
milioni di euro. E poi Propaganda Fide, la Congregazione per
l’evangelizzazione dei popoli. Un’istituzione che, al 2012, deteneva
titoli e conti bancari per 170 milioni di euro e immobili per un
valore di 90 milioni di euro. Ma il Vaticano è anche estremamente
liquido. L’Obolo di San Pietro, le offerte fatte dai fedeli destinate
a opere di carità, determinò nel solo 2013 un gettito per le casse
vaticane di 73 milioni di euro.