Nuovo messaggio per un nuovo anno del nuovo partito comunista italiano
L’anno che sta per finire ha segnato anche in Italia una svolta nella lotta politica. Chi non lo capisce, è fuori strada. Con il voto del 4 marzo le masse popolari hanno posto fine alla successione oramai quarantennale di governi: prima del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) e poi delle Larghe Intese tra il PD di Prodi (e dei suoi successori fino a Renzi e Gentiloni) e le formazioni radunate da Berlusconi. Erano i governi delle Larghe Intese tra partiti e coalizioni per attuare anche in Italia il programma con cui la borghesia imperialista in tutto il mondo (portabandiera del nuovo corso furono alla fine degli anni ’70 Ronald Reagan (USA), Margareth Thatcher (Gran Bretagna) e Papa Woityla) fa fronte alla sua crisi creando degrado sociale e ambientale senza fine. Erano i governi tesi ad eseguire le misure dettate per l’Italia dall’Unione Europea dei gruppi imperialisti italiani, francesi, tedeschi e degli altri paesi coalizzati tra loro contro le masse popolari.
…. (…) Il M5S è frenato dal suo legalitarismo e dalla presunzione che sia possibile cambiare il corso delle cose senza mobilitare e organizzare le masse popolari contro la borghesia imperialista (e a questo titolo rientra pienamente nella categoria della sinistra borghese: per distinguerlo dai gruppi della sinistra borghese derivati dalla decomposizione del vecchio PCI corroso dai revisionisti moderni, lo indichiamo come sinistra borghese di nuovo tipo).
In sintesi il governo M5S-Lega cerca di tamponare meglio che gli riesce i guasti più vistosi che la borghesia imperialista produce, ma essa ne produce senza limiti e il problema è proprio eliminare il suo dominio.
(…) Per l’Italia la sopravvivenza della borghesia imperialista implica la distruzione del tessuto produttivo di merci esistente nel paese, che essa trasferisce in paesi dove i profitti sono più alti. Essa deve fare di ogni progresso tecnologico e scientifico un mezzo per ridurre il numero dei lavoratori e sfruttarli maggiormente. Deve spremere denaro dalle masse popolari per soddisfare i titolari del suo sistema finanziario. Ogni anno il governo italiano (che i gruppi imperialisti italiani nel 1981 hanno privato del potere sovrano di creare moneta) versa dai 70 agli 80 miliardi di euro solo per interessi ai titolari del debito pubblico e continua quindi a ridurre gli investimenti pubblici e a indebitarsi, mentre tutta la lunga trattativa che il governo M5S-Lega ha appena concluso con la Commissione Europea verteva su 5 o 6 miliardi di euro in più o in meno di deficit del bilancio governativo per l’anno a venire.
Quest’anno la successione dei governi formati per imporre in Italia il programma della borghesia imperialista si è rotta. I vertici della Repubblica Pontificia non hanno osato violare il risultato del meccanismo di legittimazione dei governi che loro stessi avevano costruito su loro misura. M5S e Lega hanno ottenuto seguito e voti perché hanno ispirato in larghe masse la fiducia che avrebbero posto fine ad alcune delle piaghe più dolorose e vergognose prodotte dalla borghesia imperialista. In questo il loro governo non è come quelli che lo hanno preceduto. Ma non si propongono di porre fine al dominio della borghesia. Non è il governo delle masse popolari organizzate: le masse popolari sono ancora troppo poco organizzate e troppo poco orientate a prendere il potere. È un governo che vuole rimediare ai mali del capitalismo senza eliminare il capitalismo. Sopravvive solo se freneticamente tappa ora qua e ora là qualcuna delle falle che la borghesia apre senza posa. Proprio per questo crea una situazione di perenne agitazione, senza capo né coda, che spaventa i gruppi legati più o meno direttamente alla sinistra di vecchio tipo (fino a Potere al Popolo!, Eurostop, Rete dei Comunisti e simili): ad essi, abitudinari e pacifisti, elettoralisti e pigri, questa agitazione pare peggio perfino del corso certo catastrofico ma a senso unico ben definito imposto dai governi delle Larghe Intese. Chi invece si propone di spingere avanti la lotta di classe, chi non ha paura della guerra ma la previene combattendo le cause, chi non teme il disordine causato dalla distruzione del vecchio mondo e premessa indispensabile del nuovo ordine, trova in questa situazione di perenne frenetica agitazione in sensi opposti una quantità di occasioni, appigli e spunti per far avanzare la rivoluzione socialista e ne approfitta al massimo delle sue capacità e queste le sviluppa senza riserve.
Qui sta, ora e nei mesi a venire, il compito di noi comunisti del (n)PCI, del Partito dei CARC e di tutti quelli che in qualche misura seguono la nostra linea. La borghesia e il clero mirano a riportare le cose nell’alveo seguito dai governi precedenti, a far rispettare anche dal governo M5S-Lega le regole dettate dalle istituzioni dei gruppi imperialisti, dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea, dalla NATO, benché anche queste istituzioni siano giorno dopo giorno indebolite dalle contraddizioni che crescono tra i gruppi imperialisti perché ognuno deve valorizzare il suo capitale. Noi facciamo avanzare la rivoluzione socialista, la costruzione del nuovo potere, del potere delle masse popolari organizzate. Usiamo a questo fine tutto quello che esiste, anche quello che il nemico stesso crea.
Nei sei mesi trascorsi dal suo insediamento il governo M5S-Lega ha dato la prova dei suoi limiti, ma ha anche ben messo in luce le catene dell’Unione Europea e del sistema finanziario internazionale, l’arroganza dei gruppi imperialisti italiani e stranieri e dei partiti ed esponenti delle Larghe Intese. Ha fatto emergere chiaramente quello che i governi delle Larghe Intese e il potere occulto del Vaticano tenevano accuratamente nell’ombra. Lo farà ancora di più nei prossimi mesi: tanto più quanto più elettori e attivisti di M5S e Lega lo faranno lavorare.
Noi dobbiamo giovarci di questa scuola e di questa palestra. Dobbiamo mobilitare elettori e attivisti di M5S e Lega a inchiodare il governo ai suoi impegni. Dobbiamo caso per caso mobilitare e organizzare le masse popolari a difendere con le unghie e con i denti i loro interessi e i loro diritti, a fare da subito esse stesse quello che già possono fare con le loro forze e quello che hanno la forza di far fare al governo M5S-Lega e con questo creare le condizioni per costituire e far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia il proprio governo d’emergenza. Ben vengano ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza, ma non bastano! Nessuna azienda deve essere chiusa, ogni azienda può e deve diventare un centro di reclutamento e mobilitazione di disoccupati e di precari per fare i lavori necessari a porre fine al degrado della società e del territorio, a ogni individuo e a ogni famiglia deve essere assicurato quanto necessario a una vita dignitosa. Ciò che caratterizza e deve caratterizzare noi comunisti del P.CARC e del (n)PCI è la partecipazione generosa alla lotta per promuovere l’organizzazione delle masse popolari ad ogni livello e in ogni istanza, per portare ogni settore delle masse popolari a difendere e far valere i suoi interessi immediati ad ogni livello e in ogni circostanza e a orientare ogni singola lotta verso la costituzione di un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate (quello che chiamiamo Governo di Blocco Popolare) e verso l’instaurazione del socialismo (potere della classe operaia organizzata, proprietà pubblica delle aziende, promozione della partecipazione universale alla gestione della società). Ogni azienda deve trasformarsi in un centro di organizzazione delle masse popolari dell’azienda e fuori dell’azienda, di reclutamento e formazione di disoccupati e precari per promuovere i lavori necessari a contrastare il degrado materiale, culturale e morale del nostro paese: ecco i veri “centri per l’impiego”!
Questa è la linea indicata nei documenti del suo V Congresso che il P.CARC celebrerà il 26 e 27 gennaio 2019. Questa è anche la linea del (nuovo) Partito comunista italiano. Questa è la linea con cui oggi avanziamo nella creazione del potere delle masse popolari organizzate che si contrappone al potere della borghesia imperialista e del suo clero, cioè avanziamo nella rivoluzione che instaurerà il socialismo in Italia e contribuirà alla seconda ondata mondiale della rivoluzione che instaurerà il socialismo in tutto il mondo.
L’instaurazione del socialismo è la sintesi di ciò che emerge come rimedio possibile e necessario di ognuno dei mali che ogni individuo delle masse popolari ha sotto gli occhi. L’umanità oramai è capace di produrre in quantità illimitata, ma proprio per questo deve dimensionare la produzione in base alle necessità e alla protezione dell’ambiente (quindi occorre la pianificazione dell’attività economica); è capace di ridurre il tempo dedicato alla produzione delle condizioni materiali dell’esistenza, quindi deve sviluppare su larga scala le attività superiori specificamente umane di ogni individuo; è capace di modificare illimitatamente il territorio in cui vive, quindi deve decidere pubblicamente e a ragion veduta gli interventi da fare per migliorarlo.
Compagni, noi vi esortiamo anzitutto ad aver fiducia nella vittoria della rivoluzione socialista, ad avere fiducia nelle vostre forze. Il futuro dipende da voi. Chi vede buio nel futuro, significa che la sua mente e il suo cuore sono ancora chiusi nell’orizzonte della società borghese, non vede oltre di esso. Sono gli uomini che fanno la loro storia. L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione socialista è semplicemente il risultato dei limiti dei comunisti nostri predecessori nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe. Noi comunisti abbiamo tratto insegnamento da questa sconfitta temporanea e lo applichiamo nella costruzione della nuova ondata.
Ancora oggi decine di migliaia di compagni che hanno “la falce e martello e la bandiera rossa nel cuore” si chiedono, senza avere risposte se non disfattiste e liquidatorie, anticomuniste,
– perché nessuno dei partiti comunisti, costituiti in tutti i paesi imperialisti sotto l’impulso e come sezioni dell’Internazionale Comunista, ha instaurato il socialismo nel proprio paese durante la prima crisi generale del capitalismo (1900-1950);
– perché dopo la seconda Guerra Mondiale e fino agli anni ’70 in tutti i paesi imperialisti gli operai e le masse popolari sono riusciti a strappare alla borghesia e al suo clero conquiste in ogni campo della vita sociale e a partire dagli anni ’70 queste conquiste la borghesia le ha rosicchiate, pervertite, cancellate o lo sta facendo;
– perché e come i primi paesi socialisti hanno abbandonato la costruzione del socialismo e il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale e si sono in vari gradi e forme reintegrati nel sistema imperialista mondiale di cui avevano rotto le catene o adattati ad esso.
Tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose hanno bisogno di risposte esaurienti e scientificamente fondate a queste questioni perché è su questa base che possono decidere in modo scientificamente fondato cosa fare oggi e impegnarsi a farlo con fiducia nella vittoria. Il maoismo ha dato la risposta universale, ossia a livello generale, a queste questioni e il nostro Partito l’ha tradotta nel particolare dei paesi imperialisti e del nostro paese. Essa è esposta sinteticamente nel Manifesto Programma del (nuovo) Partito comunista italiano.
Senza una visione generale della storia e delle epoche che si sono succedute è impossibile comprendere i singoli avvenimenti del passato né quelli contemporanei di ogni giorno. Ognuno di essi nella realtà è connesso agli altri avvenimenti della sua epoca e al corso della storia da cui è sorto. Solo con una giusta visione del quadro d’insieme riusciamo a comprendere la natura dei singoli avvenimenti e a intervenire con successo. La natura di ogni avvenimento è determinata in misura imprescindibile anche dal contesto in cui si è svolto. Uno spintone è un gesto per salvare una persona da un’auto che sta per investirla ed è anche un gesto per far cadere una persona in un burrone. Apparentemente si tratta in ambedue i casi della stessa azione (“uno spintone è uno spintone”), ma in realtà sono azioni di natura assolutamente diversa perché diversi sono i contesti.
Il clero ripete visioni d’insieme con cui le classi dominanti del passato hanno giustificato il lo sfruttamento agli uomini che stentavano a ricavare dal resto della natura quello che era loro necessario per vivere. La borghesia imperialista (e la sinistra borghese che riecheggia la sua concezione del mondo e rimastica le sue immaginazioni), stante la potenza delle forze produttive che proprio la borghesia ha fatto mettere a punto, oramai non ha modo di giustificare il proprio dominio fatto di sfruttamento, di miseria, di ignoranza, di abbrutimento e di guerre: essa semplicemente semina confusione e diversione, intossicazione delle menti e dei cuori e disabitudine a ragionare, isolamento individuale che toglie a ogni individuo la sua ragione di vivere.
Noi comunisti siamo promotori della mobilitazione delle masse popolari a instaurare il socialismo: diffondere la verità sul mondo e sulla società ed elaborarla è uno dei nostri compiti imprescindibili per trasformarlo.
Noi abbiamo tratto insegnamento dalla sconfitta subita, quindi rimonteremo la china. La borghesia e il clero mettono in campo iniziative di ogni genere per diffondere tra gli operai e le masse popolari sfiducia e rassegnazione, per radicare l’idea che non c’è alternativa al catastrofico corso delle cose che loro impongono. Più ancora che sulla repressione dei promotori e degli esponenti avanzati della resistenza e della rivoluzione socialista, borghesia e clero per mantenere il potere contano sulla sfiducia e sulla rassegnazione della massa della popolazione. Il disfattismo è diffuso a piene mani (e spesso involontariamente e inconsapevolmente) anche dalle organizzazioni e dagli esponenti della sinistra borghese, da quelli che denunciano il catastrofico corso delle cose, denunciano questo o quell’aspetto di esso, si lamentano e piagnucolano, ma stendono il velo sull’alternativa reale a questo catastrofico corso delle cose: l’instaurazione del socialismo e la lotta per realizzarla; partecipano poco o nulla alla lotta per i passi avanti immediati della rivoluzione socialista, alla lotta per promuovere l’organizzazione degli operai nelle aziende capitaliste e dei lavoratori e delle masse popolari in ogni istituzione e nei quartieri. A rimorchio di questi si trascinano anche organismi come Potere al Popolo!, Eurostop, Rete dei Comunisti e affini che arrivano al massimo ad affermare che ci vuole un’alternativa alla società attuale, che ci vuole una società differente dall’attuale, una società migliore, ma quanto a indicare la natura dell’alternativa e in cosa consiste la differenza, sono sfuggenti se non reticenti. Non osano dire che si tratta di instaurare il socialismo e quindi che bisogna porsi come continuatori della rivoluzione socialista e della sua prima ondata sollevata nel mondo intero dalla Rivoluzione d’Ottobre 1917 e dalla costruzione dell’Unione Sovietica. Affermare questo, li porterebbe a rompere con la sinistra borghese e mettersi alla testa delle masse popolari e in particolare del proletariato e più in particolare della classe operaia e anche a valorizzare, per quello che può dare, la sinistra borghese trascinandola e coinvolgendola nella rivoluzione socialista (anziché essere al suo rimorchio).
È questo che il P.CARC e il (n)PCI stanno facendo. I documenti del V Congresso del P.CARC sono in proposito esemplari. Noi esortiamo tutti gli uomini e le donne di buona volontà a unirsi in questa lotta. È quello che dà senso alla vita di ogni individuo che non è invasato dalla brama di denaro che invece anima i capitalisti.
Alla luce del compito storico che stiamo svolgendo nel nostro paese, noi salutiamo tutti quelli che dappertutto nel mondo, sotto i cieli più diversi, resistono alle misure imposte dal sistema imperialista mondiale e ci uniamo a quelli che combattono per porre fine ad esso.
Il potere della borghesia imperialista traballa in ogni paese d’Europa. Negli USA le masse popolari sono in subbuglio, non sopportano più il corso delle cose imposto dalla borghesia; il governo Trump non è la soluzione dei loro problemi e la loro ribellione è la salvaguardia più sicura dalla guerra che i gruppi imperialisti USA fomentano in tutto il mondo e per la quale accumulano armi senza fine. Nel suo recente discorso di Capodanno Putin ha dovuto ammettere che in Russia il 65% della popolazione rimpiange l’epoca sovietica e che teme che il rimpianto si trasformi in forza politica. Il governo della Repubblica Popolare Cinese sempre meno può puntare sulla Cina “officina del mondo”, tendenza che favorisce lo sviluppo della nuova borghesia cinese. Decine di milioni di persone che la borghesia imperialista ha costretto e costringe ad emigrare, cercano un futuro. La seconda ondata della rivoluzione socialista fermenta in tutto il mondo. Il comunismo è il nostro futuro.
Avanti compagni, che ognuno prenda con forza e dignità il suo posto in questa lotta!
Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@riseup.net