Comunità Palestinese Roma: “No all’adesione alla marcia della pace Perugia-Assisi”

Lettera aperta all’ARCI e agli organizzatori della marcia della Pace, Perugia-Assisi del 7 ottobre 2018

Non volevo credere i miei occhi mentre leggevo l’articolo che ha postato il mio amico sardo Franco Uda, il 10/9/2018, sul mio profilo di FB, dal titolo: 7 OTTOBRE: UNA MARCIA DI TUTTI E PER TUTTI. https://www.facebook.com/yousefsalmanpalestine/posts/1670180219774365:0?__tn__=K-R

Leggendo l’articolo, mi invadeva un fuoco di rabbia, vorrei ancora non crederci, ma purtroppo la rassegnazione alla sconfitta finale e totale del campo progressista- democratico e di quella che fu la “sinistra” in questo paese è inevitabile. Ho constatato l’amara realtà e mi convinco che questo mondo sarà sempre gestito e dominato dalle forze reazionari, e l’organizzazione e la partecipazione alla “Marcia di tutti” ne è triste prova.

Pensavo di dare l’adesione delle Comunità palestinesi d’Italia alla marcia Perugia-Assisi, prima di leggere il testo dell’arci. Poi ho letto e dico che quella marcia, impostata così, è inutile, spreco di tempo e di danaro, ai fini della pace, anzi è dannosa e al massimo può servire alla conquista di qualche poltrona nel mondo degli incarichi politici da far occupare a qualche “compagno-amico” alle prossime elezioni.

Chi crede nella pace e nelle sue marce, non può e non deve cambiare rotta una volta eletto al parlamento, andando a votare i piani della Nato, “le missioni di pace” e le guerre umanitarie, come facevano i vari Bertinotti, Veltroni e compagnia..

Per noi, cari “pentiti” compagni ed amici, la Palestina rappresenta l’ago della bilancia, l’unità di misura per stabilire i criteri circa le questioni di moralità, di serietà, di sincerità e di credibilità, fra chi lavora seriamente per la pace, la giustizia e la libertà e chi sfrutta, strumentalizza la sacra parola “pace” usandola come termine utile per fini totalmente lontani e contrari alla volontà di tutti i liberi e gli onesti del mondo.

La Palestina è l’unità di misura e di giudizio su chi è a favore della giustizia, della libertà, delle risoluzioni ONU e della legalità internazionale e chi crede nella legge della giungla, della forza, della prepotenza, della violazione e della negazione dei diritti umani e della pace di tutti nel mondo.

Come fanno l’ARCI e gli organizzatori della marcia, a parlare di pace, senza dire una parola sulla Palestina, che è il nocciolo della questione della pace, non solo nell’incendiato Medioriente, ma nel mondo intero? Parlare di pace nel mondo e organizzare una marcia “di tutti” senza parlare né condannare i più di 70 anni di occupazione israeliana e di aggressioni alla martoriata Palestina, senza citare l’apartheid sionista contro i palestinesi che lo stesso Desmond Tutu, l’Arcivescovo Sudafricano, dichiarava peggiore dell’apartheid sudafricano è una farsa.

Ma oltre a tutto ciò, come si fa a parlare di pace, andando a prendere di petto “i piccoli”, Assad, Al Sisi, Haftar… ignorando coloro che hanno inventato, creato e causato aggressioni, invasioni, occupazioni, distruzioni e morte di milioni di esseri umani in Iraq, in Afganistan, in Siria, in Libia, nello Yemen, in Africa, in Asia, nel martoriato Venezuela e l’America Latina?
Non parlare del boia Trump e del sistema imperiale, di Macron, di Netanyahu, delle potenze imperialiste e colonialiste, responsabili di questa tragica situazione mondiale?

Avremmo voluto vedere, leggere dichiarazioni contro la Nato, le sue guerre globali e la sua assassina globalizzazione.
Avremmo voluto leggere parole di critica circa la sua esistenza e il suo dominio sul mondo.

Avremmo voluto leggere qualcosa circa la Francia e il suo dominio sull’Africa, sul ruolo che ha l’ esercito mercenario dei suoi “legionari stranieri” nel rubare e reprimere i popoli africani per conto dell’Occidente.

E’ possibile che dopo secoli di colonialismo occidentale e decenni di emergenza immigrazione, non abbiate ancora capito che finchè l’Occidente continua ad esercitare il suo dominio, il suo furto delle ricchezze dell’Africa e del terzo mondo, il fenomeno immigratorio non può che aumentare in quanto risultato naturale della situazione di bestiale e tragico squilibrio Nord-Sud del mondo!

Finche il 20% della popolazione continuerà a possedere e consumare l’80% della ricchezza mondiale, mentre l’80% della popolazione continua a dividersi meno del 20%, questa situazione continuerà a produrre immigrati, vittime innocenti, muri, e conflitti eterni.

Per tutte queste ragioni noi non diamo per niente l’adesione della nostra Comunità, non solo, ma invitiamo tutti i nostri amici e compagni alla non partecipazione e al boicottaggio di questa marcia-farsa.

Dott. Yousef Salman
Presidente Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
cell.: 3479013013

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Commento di V.B.: “Come non essere d’accordo con Yousef Salman? Basta con l’ipocrisia dei finti “pacifisti” di sua maestà! La marcia Perugia-Assisi è diventata solo una pagliacciata. Ignora il colonialismo, le aggressioni, i popoli che soffrono sotto l’occupazione…”

Commento di Marco Palombo: “Patrizia Cecconi su Pressenza spiega la critica dei palestinese del Lazio alla marcia della pace Perugia Assisi. Il titolo dell’ articolo è “Si fa presto a dire pace” e non spiega il contenuto dell’articolo, diminuendo in questo modo la sua diffusione e il suo impatto….”

Risposta di Patrizia Cecconi: “Mi chiedo se è proprio necessario esser sempre critici sul lavoro degli altri o se invece qualche volta si può essere propositivi. https://www.pressenza.com/it/2018/09/si-fa-presto-a-dire-pace/. Forse ti sfugge che il pubblico di Pressenza è “variegato” e un titolo “militante” riduce le letture ai soli “addetti ai lavori”e a me invece interessa uscire dal recinto. Noi lo sappiamo chi è Pacifici, cosa significa la Comunità ebraica ecc ecc, ma a me interessa che lo sappiano anche quelli che rappresentano, anche in buonafede, il sostegno alla narrazione sionista. Comunque ogni opinione resta un’opinione…”

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