Bergoglio… un “pontefice” che fa vergognare

Non bastava per lui una nomina viziata da accordi fra cardinali appartenenti alla cricca di San Gallo, non bastava a questo “vicario” di Cristo, da molti suoi aficionados considerato quasi un successore, l’essersi incamminato su rive diametralmente opposte al Fondatore, con dichiarazioni e documenti pontifici al limite se non dentro all’eresia;

non bastava a questo cardinale arrivato da Buenos Aires governare una Chiesa sempre più al limite del decadimento, come un qualunque dittatore pronto a soddisfare la sue brame di potere distribuendo incarichi agli amici ed agli amici degli amici, allontanando da sé ogni personalità che lo richiamasse ai più elementari principi del Magistero e della Tradizione, che come ogni Pontefice degno di questo nome dovrebbe fedelmente custodire e trasmette, confermando i fratelli nella fede;

non bastava a questo messer Papa traghettare la Chiesa sulle sponde luterane, facendo del soggettivismo più sfrenato soprattutto in campo morale, l’archetipo di ogni fede che, sciolta dalla metafisica, rinuncia ad ogni visione oggettiva della realtà, ad ogni gerarchia e ad ordine cosmico, facendo dell’esperienza l’unica sua misura, orpello di un vago sociologismo religioso.

No, non bastava tutto questo.

Un tutto già di per sé sufficiente a racchiudere la fede in una sorta di privato, quanto ipocrita formalismo. Ora il fumo di Satana continua imperterrito a diffondersi fin nelle pieghe più intime della Chiesa, facendo impallidire perfino la profezia di Paolo VI.

Chi sono io per giudicare? Disse il Bergoglio. Ma, seguendo le incerte quanto fosche linee del suo pontificato, ha sempre usato l’arma del giudizio e della vendetta più bieca per soffocare ogni dissenso ed ogni voce contraria alle sue eresie.

Chi sono io per giudicare? Ipse dixit! Nuovo dogma di fede che, scardinando 2000 anni di cristianesimo, gli ha consentito perfino di rimuovere l’inferno quasi novello autore delle Lettere a Berlicche. E’ la Chiesa del formalismo, delle nuove forme, dei gesti dietro ai quali si nasconde l’ipocrisia, l’accoglienza senza il discernimento, l’indifferentismo religioso che al Magistero, alla Parola ed alla Predicazione, sostituisce il dialogo come strumento per innalzare un vuoto sincretismo. Andate e predicate il Vangelo a tutte le genti, disse in quel tempo Cristo ai suoi discepoli. Tutto il contrario della Chiesa di Bergoglio, che non predica e non insegna, per timore di dispiacere al mondo.

E allora, ecco che il Nostro ha piazzato sedicenti scienziati ed uomini di cultura presso l’Accademia Pontificia, proprio perché in sintonia con l’aborto, con la contraccezione, con l’omoeresia, con la famiglia innaturale, demolendo in tutto e per tutto quei principi dell’antropologia cristiana sui quali si fonda il futuro ed il destino, non solo del cristianesimo, ma con esso anche dell’uomo e dell’umanità intera.

Non mi dimetto! Ha detto il Bergoglio, col piglio di un qualunque dittatore dell’isola delle banane. Neppure di fronte all’ultimo (sarà poi l’ultimo?) scandalo racchiuso nel dossier di mons. Carlo Maria Viganò. Di fronte al quale anziché inginocchiarsi e pregare con tutta umiltà (ma Bergoglio conosce l’umiltà?), al fine di ricevere lumi per un scandalo senza precedenti nella storia della Chiesa, ha preferito affidarsi – udite, udite! – alla professionalità dei giornalisti.

Vergogna!! Vergognati, Bergoglio.

Giuseppe Bracchi – lazio.gb@libero.it

(Fonte: http://www.lacitta.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=39252:sempre-piu-vergognoso-il-pontificato-di-questo-jorge-mario-bergoglio&catid=80:cronaca)

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