Dietro le quinte – Grandi manovre pre-elettorali del leghista Salvini (svelate da Luigi Bisignani e da Maurizio Blondet)
Con Matteo Salvini indagato si torna al voto? Matteo è come Nerone. La sua strategia per conquistare Roma appare chiara: fare terra bruciata nel più breve tempo possibile ed andare a elezioni anticipate per poi ricostruire, ma da Palazzo Chigi, e portare quel cambiamento di cui l’Italia, a suo parere, ha bisogno. E lo fa senza guardare in faccia a nessuno: né all’Europa dei burocrati né alla Chiesa, né ai poteri forti né a quei centri di interessi che per anni hanno alimentato il clientelismo.
Un esempio su tutti è la Rai, oggi forse volutamente paralizzata dopo la designazione di Marcello Foa come Presidente e con un AD come Fabrizio Salini isolato nel suo bunker al settimo piano incapace di spostare pure un usciere, senza il rischio di mettersi fuori legge.
Lo scontro è ormai all’arma bianca con Europa, magistratura (la Procura di Agrigento lo ha indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sul caso Diciotti), così come con il Capo dello Stato, ma il leader della Lega, forte del suo partito e dei suoi elettori, che lo seguono come l’Armata Rossa dopo la disgregazione dell’impero zarista, è premiato dai sondaggi. Persino l’ultracattolico Ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, si adegua e non dice una parola sui migranti infestati dalla scabbia e tenuti in ostaggio contro l’Ue sulla nave Diciotti della Guardia Costiera.
Ma tutto ciò non può essere casuale, fa parte di una strategia precisa che punta dritto alle elezioni per incamerare ancora più consensi, grazie a martellanti iniziative social-mediatiche che non costano nulla, in un’Italia sempre pia smarrita.
Il voto diventa per Salvini I’unico modo per ritardare la crisi che sta per abbattersi sull’economia italiana, così da poterla gestire con una maggioranza parlamentare solida e di centrodestra. E anche per questo che società di marketing vicine alla Lega stanno pensando di lanciare una grande campagna di finanziamenti all’americana, per liberarlo dalle maglie della magistratura che indaga sulla distrazione di fondi dell’era Bossi e che ha bloccato tutte le entrate. Sulla scia delle tecniche di fund-raising di Donald Trump si valuta, tra l’altro, di autografare le famose felpe e metterle all’asta per raccogliere donazioni o di organizzare grandi dj set autunnali nelle discoteche con II ministro disc jockey d’eccezione.
In questa strategia di rottura è facilitato dagli smottamenti nel Movimento 5 Stelle, fra l’ala ortodossa di Fico e Di Battista e quella di governo di Conte e Di Maio, e da ministri di peso, come Tria all’Economia e Moavero agli Esteri, totalmente fuori linea da lui, tralasciando Danilo Toninelli, Ministro delle infrastrutture, specialista ormai in gaffe.
Un’occasione ghiotta pure per Berlusconi, per mantenere quel manipolo di parlamentari di Forza Italia, pronti a disertare, e ridare l’oro un guizzo di speranza di andare al governo dopo sette anni di grama. E non è da escludere I’idea anche di portare il Cavaliere sul Seggio più alto del Senato. Ma attento Matteo, perché Nerone non finì benissimo, anche se agli italiani l’idea di un uomo solo al comando, di questi tempi, pare piaccia mlto. Dell’analogo tentativo di Renzi si sono già dimenticati.
Luigi Bisignani
(Fonte: Il Tempo 26 agosto 2018)
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Articolo collegato di Maurizio Blondet:
Ad una telefonata dalla crisi di Governo, dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati, Salvini ha fatto fuoco e fiamme, ha chiamato Conte e Di Maio, pretendendo che il governo esprimesse massimo appoggio e solidarietà al ministro indagato e al suo capo di gabinetto. Salvini ,ha subito minacciato di ritirare tutti i ministri leghisti, quindi la fiducia al governo, aprendo di fatto la crisi.
Negli stessi momenti, un gruppo di fedelissimi di Fico, si dichiarava disponibile ad aderire al gruppo misto della Camera e dava la disponibilità ad appoggiare un governo di “SALVEZZA NAZIONALE”, composto da uomini di alto profilo istituzionale che avrebbe visto come capo del governo il Presidente della Corte costituzionale. Dal cassetto del Quirinale viene tirata fuori la lista del ministri.
Sono minuti convulsi, il nuovo esecutivo ha già ottenuto il via libera da pd, leu, da una parte del gruppo misto e dai tranfughi del movimento, ma poi qualcuno suggerisce di ricontare bene e, sorpresa, mancano i numeri. Inizia una febbrile caccia al voto grillino, ma i deputati contattati sono tutti irraggiungibili o non danno più la disponibilità.
Salvini minaccia una mobilitazione di popolo (80%degli italiani favorevoli alla sua politica sui migranti ), le luci della stanze del potere sono tutte accese, poi arriva la notizia che altra due donne italiane sono state violentate da cittadini del Senegal, uno dei quali è già ai domiciliari. Le azioni del “governo di salvezza nazionale “scendono ancora, eppure si cerca ancora una soluzione, non si vuole consegnare l’Italia a Salvini. Circolano dei sondaggi, inquietanti, Salvini e la lega volano, troppo.
Poi una telefonata congela la situazione e rimanda la resa dei conti: il segretario della Cei,dichiara che i vescovi sono disponibili a farsi carico a spese loro (ma sempre noi paghiamo) di cento emigrati.
Salvini incassa insieme all’ok a silurare tutti i vertici dei servizi segreti.
Continua: https://www.maurizioblondet.it/ce-stata-una-notte-del-golpe/