Precarietà ed imposte. Arriva “l’Ariometro”
(Foto di Gustavo Piccinini – Calcata, recita in piazza)
Ricordo tanti anni fa, quando Calcata era ancora Calcata ed io ero un giovane attore di belle speranze, il tema passatista di una delle prime commedie recitate in piazza dal sapore premonitore. Il titolo l’ho dimenticato ma l’argomento era quello della burocrazia e delle tasse che strozzano ogni iniziativa e costringono l’uomo ad elemosinare il suo pane. Un villico che voleva farsi un pollaio per sé e la famiglia, in un ipotetico medioevo, si recava dal ciambellano tributario per la necessaria autorizzazione ma la domanda veniva respinta per mancanza dei bolli. Ed il villico: “ma no, ma no i polli ci sono e anca le galline…”. Al che visto che il pollaio era già stato posto in atto il buon ciambellano comminava l’inevitabile multa al contadino per non aver ottemperato alle norme “impositive” del reame…
Quelli erano anni in cui il comunismo ancora resisteva a Cuba, in Russia ed in tutti i paesi dell’est Europa ma la propaganda democristiana spiegava al volgo che “che i comunisti non sono democratici, fanno votare solo per liste prescritte, e inoltre non consentono la proprietà privata, un povero cristo non può possedere nemmeno la casa in cui abita…”. Per non parlare poi delle storie trucide di bambini cucinati a fuoco lento…
Poi il comunismo cadde. Finalmente tutti liberi e padroni della propria esistenza? Macché, macché… dopo qualche anno di sesso droga e rock and roll ecco che la democrazia occidentale mostra la sua vera faccia.
Le elezioni libere con le preferenze sono state abolite, si vota solo per i partiti con liste bloccate, con la scusa della “governabilità” si concede il premio di maggioranza che consente ad una minoranza di governare. Per non parlare poi della proprietà. Questa parola resta solo nel vocabolario ma di fatto è abolita (almeno per i singoli, continua ad esistere solo per le banche e le multinazionali). I risparmi custoditi in banca possono essere sequestrati in qualsiasi momento senza avviso alcuno, tutti i servizi sono a pagamento, le pensioni per i lavoratori scompaiono, il lavoro è “liberalizzato” (ovvero reso precario e sottopagato)… ecc.
Ma in questo momento di “crisi” il governo per mantenersi al potere ha bisogno di ulteriori tassazioni (per l’acquisto di armi e per il pagamento di penali). Da qui l’idea di aprire le porte ad una nuova categoria di burocrati: gli inventori/estensori di nuove tasse. Ed i risultati già si vedono. E’ stato scoperto un nuovo filone lasciato sinora vuoto dai burocrati. Considerando che tutti i beni tassabili: acqua, terra, casa, cibo, carburanti, etc. sono già abbondantemente gravati da imposte dirette ed indirette, l’unico bene tassabile rimasto “libero” è l’aria. Si prevede quindi che il buon governo “del cambiamento” provvederà ad ottemperare a questa carenza strutturale.
Allo studio un “ariometro” per calcolare il costo di ogni respiro da imporre ai cittadini italiani. Ovviamente sono già pronte misure coercitive di pagamento e per i morosi è prevista l’ammenda finale eufemisticamente chiamata “ultimo respiro”. Gli evasori sono quindi avvisati!
Paolo D’Arpini
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Integrazione di Daniele Reale:
“Stipendi ridicoli e case in affitto: ecco il futuro dei giovani italiani che si adattano a tutto.
I meravigliosi anni 90 sono finiti, nonostante si tenti in tutti i modi di riesumarli per dare una scossa di vitalità e gioia ad un Paese in piena decadenza sia economica che morale.
I lavori di oggi ti permettono di aprire un mutuo per acquistare l’auto dei tuoi sogni a rate, di andare tutti i pomeriggi al bar a bere l’aperitivo o di acquistare un capo firmato al mese, ma non ti permettono più di essere autosufficiente al 100%, di costruirti una vera e propria casa.
Oggi i giovani italiani sembrano condannati all’affitto o, a chi va meglio, di vivere ancora a casa dei suoi genitori, potendo così mettere i soldi da parte per un domani.
Oggi le menti spietate del Dio Denaro hanno progettato svariati corsi di specializzazione, tant’è che anche per pulire i cessi oggi serve un diploma, un master, un’attestato… mentre ieri i nostri vecchi non studiati guidavano camion, muletti, autobus, carriarmati senza tante rotture di scatole.
E poi ci sono gli stage, i contratti di apprendistato, vere e proprie perle del sfruttamento legalizzato, e tutta questa gran rottura di scatole per guadagnare, quando va bene, 1200 euro al mese…
E ti chiedono pure di andare al sabato a lavorare, mentre come un asino ti mettono la carota legata ad un filo penzolante dal loro bastone con scritto “straordinari”, e la gente spreca felice il proprio Tempo per quei 100 euro in più in busta paga alla fine del mese.
Oggi la gente preferisce lavorare perché a casa non saprebbe cosa fare. La verità è che vi hanno annullato la creatività!
Ve l’hanno rubata e non ve ne siete neppure accorti.
E i giovani d’oggi non sembrano neppure preoccupati per gli stipendi ridicoli che ricevono, non calcolano che con 1200 euro si ti puoi permettere abiti, telefoni e play station, ma una casa no, e non sembrano neppure preoccupati del fatto che saranno schiavi praticamente a vita, fino a 75 anni, sempre se lo stile di vita moderno permette di arrivare a tale età.”