L’invasione immigrazionista per “pagare le pensioni agli italiani” ed il cattivo “buonismo” di sistema
La cosa surreale è che non solo la frase propagandistica “Abbiamo bisogno di immigrati perché ci paghino le pensioni” è falsa (basta dare lavoro ai disoccupati italiani), ma è pure schiavistica: riduce gli umani a meri strumenti per soddisfare i nostri bisogni.
In altri termini, il signor Boeri appare così sia bugiardo che schiavista.
Pare a me che siamo precipitati davvero in un abisso di inciviltà neocolonialista.
Che cosa è, se non propriamente schiavismo, importare tratte umane intercontinentali come strumento di economizzazione funzionale a terzi?
Però condito di attraenti benefits come le pensioni sociali e il progetto di ius soli. Con una motivazione risibile: sostenere la demografia, con tutte le sue conseguenze.
Falso.
Per sostenere la demografia basterà fornire lavoro ai giovani, la cui disoccupazione in Italia oscilla tra il 30 e il 40%.
Falsa anche la motivazione ulteriormente addotta da tanti: “Gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare”.
Non è vero, le cose sono ben diverse: gli italiani non vogliono accettare, e giustamente, le sottopaghe da sfruttamento che gli immigrati da paesi poveri sono disposti a ricevere (anche 2 euro/ora, o 400 euro/mese, ma pure 240).
Questo immigrazionismo è funzionale allo sfruttamento capitalista via concorrenza dell’esercito industriale di riserva dedotto dalle colonie come elemento concorrenziale per l’abbassamento dei salari e la compressione dei diritti sindacali.
Cioè si tratta di una opera antipopolare.
Le casse italiane devono provvedere ai bisogni sociali italiani, ai quali sono commisurate. Che debbano ciò è sancito dalla Costituzione.
Se qualcuno vuole estendere la fruizione di tali diritti al mondo programma la bancarotta.
Bisogna ricordare che il nostro è un paese di 60 mln di cittadini in un pianeta di 7,5 mld di individui (cioè siamo meno dell’1%) e un continente africano di 1 mld 300 mln di persone (siamo un ventesimo di ciò), con un tasso di crescita media del 2,4%. E da molto tempo il flusso migratorio dall’Africa all’Italia è di 150-200mila individui/anno.
C’è poco da scherzare riguardo i numeri, perché esistono dichiarazioni filmate di Dalema (lo stesso che ha bombardato la Jugoslavia) il quale sostiene che l’Europa debba incamerare altri 30 milioni di stranieri nei prossimi 15 anni.
Sì, dice proprio così: lui ne vuole altri 30 milioni.
Fa un altro paio di milioni in Italia, da aggiungere a quelli che ci sono già.
Ma c’è di più. La Repubblica non ottempera i propri doveri verso i propri cittadini, come dimostrano gli ormai 5 milioni di poveri assoluti (sono quasi il 10% della popolazione), la disoccupazione a due cifre (ma quella giovanile tra il 30 e il 40%) e i 200mila emigranti dannui dall’Italia, in cerca di lavoro che qui non trovano (oppure lo trovano a 2 euro l’ora, visto con i miei occhi).
Quindi non è lecito mettere in cantiere nuove spese non obbligatorie, legalizzandole per legge, quando si debbono ancora colmare le spese costituzionalmente obbligatorie in dimensioni simili.
Ma c’è ancora di peggio.
In regime di pareggio di bilancio, senza sovranità monetaria e senza possibilità di deficit keynesiano ogni nuova spesa a favore di Tizio è necessariamente un furto di denaro a Caio, senza scampo, perché il totale disponibile è fisso.
Quindi inventare nuove spese a favore di stranieri quando non si sono assolte quelle dei cittadini e non si possono creare nuovi fondi è un vero e proprio furto.
E’ come se un padre di famiglia lasci affamati alcuni dei suoi figli e vada a fare beneficenza per strada con i soldi con cui avrebbe dovuto comperare il pranzo e la cena a casa.
Questo non è “buonismo” è cattivismo autorazzista antiitaliano.
Vincenzo Zamboni