Discorso per il Guru Purnima che si tiene a Festà di Marano sul Panaro il 28 luglio 2018
Il 28 luglio 2018, in corrispondenza della luna piena di luglio, celebriamo la ricorrenza del Guru Purnima. Questa festa assume aspetti sia collettivi che individuali. Ci riuniamo per cantare lodi al Maestro, la guida che sempre ci accompagna, ma è anche l’occasione per esprimere la nostra fiducia nei confronti del nostro Guru personale. Individualmente ognuno deve comprendere il senso della propria vita, mentre collettivamente è bellissimo festeggiare tutti insieme.
Per questo ci riuniamo in questo sacro campo, a Festà di Marano sul Panaro, per rendere omaggio al Guru, ovvero la Coscienza. Una preghiera a Lui indirizzata dice: “Oh Guru, conducimi dalle tenebre alla Luce” e nel cantico Sri Guru Gita c’è una strofa altamente significativa sulla natura del Guru, in essa è detto: “Om namah shivaya gurave, satchitananda murtaye, nisprapanchaya shantaya, niralambaya tejase”, che significa: “Omaggi al Guru che è Shiva (l’Uno Benevolente), la cui forma è Essere-Coscienza-Beatitudine, che è trascendente e calmo, che è il suo stesso supporto ed è pura Luce”
“Due volte nato” si dice di chi rinasce allo Spirito, ovvero chi riceve la grazia del guru, attraverso la quale viene risvegliato alla propria vera natura. Il Guru è la voce della Coscienza che ci indica la strada per il ritorno a ciò che siamo sempre stati e sempre saremo, ma che -per effetto di una distrazione- abbiamo dimenticato di essere.
Con ciò si intende che la ricerca spirituale deve essere indirizzata unicamente all’auto-conoscenza. Per conoscere se stessi -come diceva lo stesso Ramana Maharshi- non c’è bisogno di alcuna istruzione o azione, “il Guru può indicare la strada ma non può darti quello che già sei”.
Ma c’è da dire che per le tendenze inveterate a rivolgersi verso l’esterno non siamo in grado di affondare e ricongiungerci nel Sé. Perciò sentiamo il bisogno di un aiuto, perlomeno un esempio, un gesto di simpatia e di amore che ci incoraggi verso la meta.
il Guru in quanto “testimone interiore” è la capacità di apprendere attraverso la vita quotidiana, è la capacità intrinseca di riconoscere quella “verità” in tutto ciò che noi manifestiamo o che a noi si manifesta.
Il Guru, quindi, non è una persona, o perlomeno non soltanto una persona visto che comunque può manifestarsi in ogni forma, bensì l’intelligenza illuminante che ci libera dalle sovrastrutture mentali.
Non tutti i pensieri sono passeggeri ed effimeri alcuni rappresentano positivamente “quella forza” che spingerà successivamente la “persona” ad attuare quanto è stabilito nel suo destino. La meditazione consente di far chiarezza fra quelle che sono semplici proiezioni immaginarie o problemi inventati e quelle intuizioni che definiscono in germe ciò che siamo.
La rimozione dei problemi “fittizi” è uno degli aspetti della grazia del Guru.
Alla base delle preoccupazioni mondane –ovviamente- c’è sempre il senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto all’identificazione con il corpo-mente.
Il processo dell’individualizzazione della coscienza è la funzione stessa della mente. La mente è la capacità riflettente della coscienza che assume su di sé il compito dell’oggettivazione, attraverso la creazione dell’ego che si considera autore e responsabile delle azioni e dei pensieri. L’esternalizzazione è la sua tendenza.
Eppure non è una condizione definitiva o irreparabile, anche le sensazioni più negative possono essere trascese. Le preoccupazioni mondane che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale che proietta l’attenzione sui fattori esterni, desideri e paure, ed è per questa ragione che nella meditazione si consiglia di fissare l’attenzione sull’io consapevole, sul soggetto che si interroga su se stesso, ignorando le apparizioni mentali, che son solo distrazioni che sorgono per inveterata abitudine a rivolgersi verso l’esterno, non tenerne conto significa restare quieti mantenendo l’osservatore in se stesso.
La ricerca spirituale, una volta ottenuto il risveglio per la grazia del Guru, non è più un “atteggiamento” od il risultato di un conformarsi alle norme scritte da qualcuno, la ricerca è indirizzata semplicemente a focalizzarsi consapevolmente su quello che si è, senza modelli di sorta. Perciò la capacità del Guru di “insegnare” attraverso la vita quotidiana, sta nell’abilità di “percepire” questa “verità” in tutto ciò che noi manifestiamo o che a noi si manifesta.
L’autoconoscenza ci porta a realizzare che ognuno di noi incarna quelle caratteristiche necessarie a svolgere la specifica parte che gli compete… ma è lo stesso Sé che recita, che dirige, che passa le luci, che assiste come pubblico, che applaude e piange e ride…
Paolo D’Arpini
Indicazioni sulla celebrazione del Guru Purnima 2018
Per la Festa auspiciosa del Guru Purnima 2018 avremo la presenza di alcuni cercatori spirituali, provenienti dalla montagna sacra di Arunachala (Tiruvannamalai), Upahar Anand e Venu, che saranno insieme a noi per accompagnarci nei canti devozionali. L’incontro pubblico è previsto per il sabato 28 luglio 2018, con inizio alle ore 18 circa, l’appuntamento è alla contrada Festà di Marano sul Panaro (C/O CA’ DONINI, VIA FRIGNANESE 5692). L’incontro prevede una puja iniziale con spiegazione sul significato dell’evento, a cui segue una sessione di canti devozionali a cura di Upahar Anand e dei cantanti e musicisti del gruppo Luce di Stelle. La cerimonia si conclude al crepuscolo con la distribuzione del Prasad da ognuno portato.
Per info. logistiche: Mara Lenzi 331.2250678
Caterina Regazzi: caterinareg@gmail.com