UE, il campo dei miracoli… con Junker (il gatto), Turks (la volpe) e Conte (pinocchio)
…un modesto e informale incontro a tre si è tenuto a margine del G7; tanto modesto e tanto informale che la stampa italiana – con pochissime eccezioni – ha finto di non coglierne la rilevanza. Protagonisti dell’incontro i due massimi esponenti dell’Unione Europea: Jean-Claude Junker, presidente della Commissione Europea, e Donald Turks, presidente del Consiglio Europeo; come a dire, il Gatto e la Volpe. Terzo partecipante il nostro nuovo Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una posizione simile a quella del Pinocchio di Collodi. Non perché dica le bugie, ma perché i due furbastri gli hanno riservato il ruolo di ragazzino ingenuo, da convincere a seppellire i suoi zecchini (quel che resta dell’economia italiana) nel Campo dei Miracoli (l’Unione Europea), con la promessa della nascita di un albero delle monete d’oro (un po’ di benessere per il nostro popolo).
Se lo sono messo in mezzo, il povero Conte, ed hanno cercato di blandirlo: non ha motivo di preoccuparsi, l’Unione concederà all’Italia una relativa flessibilità; ma in cambio lui, il Conte, deve impegnarsi a “non interrompere il cammino delle riforme”, anzi delle riforme “strutturali”, cioè di quelle difficili da cancellare in un secondo tempo. Sono le famose riforme, quelle che “l’Europa ci chiede”. E, con l’Europa, ce le chiedono tutti gli altri nostri nemici: il Fondo Monetario Internazionale, tempio di ogni manovra affamapopolo; la Banca Centrale Europea, quella grande banca privata travestita da banca pubblica; le agenzie di rating, altrimenti ci declassano e fanno impennare lo spread; e, naturalmente, ce lo chiedono innanzitutto “i mercati”, quegli affaristi – cioè – che campano sulle spalle dei popoli cui prestano il danaro.
Sono le riforme – quelle che ci hanno chiesto e che ancora ci chiedono i poteri fortissimi – ad avere segnato la via crucis del nostro impoverimento. Se ci fate caso, è proprio da quando abbiamo cominciato a riformare tutto che è iniziata la miseria galoppante. La madre di tutte le riforme è stata, naturalmente, quella del sistema bancario, quella che ci ha privato del diritto di creare i nostri soldi ed ha regalato quel diritto all’alta finanza speculativa. Sono seguìte le tante riforme del sistema pensionistico (la Fornero è stata solo l’ultima) che hanno cancellato un sistema pensionistico a misura d’uomo (il “retributivo”) e ci hanno imposto un miserabile sistema da terzo mondo (il “contributivo”). Poi ci sono state le tante altre che hanno interessato un po’ tutti i settori, dalla sanità alla scuola, per finire con quella del mercato del lavoro (il famigerato Job’s Act), tutte riforme che hanno ucciso il nostro stato sociale e sotterrato la nostra qualità della vita.
Ecco – hanno detto Gatto-Junker e Volpe-Tusk a Pinocchio-Conte – semina i soldi dell’Italia nel Campo dei Miracoli delle riforme, nel Paese dei Balocchi dell’Unione Europea. Noi ti concederemo in cambio un po’ di “flessibilità” per fare una buona figura con gli elettori: potrai forse varare un simulacro di flat tax ed uno scampolo di reddito di cittadinanza, come Renzi ha potuto giocare con gli 80 euro e con gli altri bonus elettorali. Tanto – pensano i due compari – sono tutte cose che dovrai pagarti tu, come prima se l’è pagate Renzi, facendo crescere ancòra il debito pubblico. Noi due – che siamo la personificazione della bontà – ti autorizzeremo a fare altri debiti (questa è la “flessibilità”). Ma tu, Pinocchio-Conte, per ringraziarci di tanta magnanimità devi impegnarti a non interrompere il cammino delle riforme che hanno ucciso l’economia italiana. Anzi, a farne delle altre.
Così, alla fine (questo non l’hanno detto ma è sottinteso) verrà la Fata Turchina-Merkel, e con un colpo di bacchetta magica si prenderà quel poco che riforme, privatizzazioni e migrazioni hanno lasciato alla disastrata economia del tuo paese. La conclusione (anche questa taciuta ma sottintesa) non potrà che essere questa: agli italiani – trasformati in somari come i compagni di Lucignolo – non resterà che ragliare felici le lodi dell’Unione Europea.
Non ci si crederebbe, ma il Gatto e la Volpe hanno avuto il coraggio di chiedere proprio questo: mi raccomando, non cambiare strada. Continua così, che tutto va bene. E domani – vedrai – nel Campo dei Miracoli spunterà un alberello carico di monete d’oro. Promessa allettante, per chi crede alle favole.
Michele Rallo – ralmiche@gmail.com