Facebook – Foga dell’informazione e maschere di cartone

Noto che su FB (come del resto, ritengo succeda in qualsiasi altro ambito) i post che suscitano più reazioni sono quelli che parlano di fatti di attualità, con le relative polemiche, a favore o contro. Questi, soprattutto se messi da persone di un certo seguito perché magari anche conosciute pubblicamente, ottengono una miriade di commenti, i più disparati. Mentre invece quando si condivide qualcosa di profondo o di un livello culturale più ampio, sono pochissimi quelli che prendono nota, e ancor meno quelli che offrono qualche commento che dia l’opportunità per uno scambio di idee fruttuoso, da cui si può ottenere un arricchimento scambievole.

E’ che si è così drogati di informazione da adottare questa come metro di misura a discapito della vera conoscenza? In parte, certamente è così. Oggi impera la pseudo-cultura fast food, che rispecchia in maniera calzante la mentalità corrente: mordi e fuggi,come si suol dire. Ma il vero motivo va ricercato più in profondità. E’ ben accetto tutto ciò che consente di mantenersi alla superficie delle cose e ai margini della vera realtà,, intavolando discorsi che rispondono solo al livello mentale ed emotivo più elementare, perché ciò consente di non esporsi troppo a livello interiore,di non mettersi troppo in gioco, soprattutto di non andare a scrutare dentro di sé per evitare l’inevitabile: il disagio di trovarsi di fronte a uno specchio che rimanda il riflesso di un’ombra, di una sovrastruttura dietro cui non c’è niente, di tutte le carenze mascherate da “essere al corrente con i tempi”.

Ritengo che il sistema educativo moderno e la scienza abbiano fatto molto per determinare questo desolante stato di cose:nel senso che ormai si è abituati a considerare solo gli effetti, e non le cause degli eventi che vi sono dietro. Questo è l’enorme inganno del mondo fenomenico, in cui non si arriva a capo di niente,proprio perché si hanno davanti, o si vogliono solo considerare, gli effetti,mentre le cause vere dietro la realtà apparente, pur potendosi conoscere mediante un lavoro di indagine e uno studio attento di tutti gli insegnamenti sapienziali-spirituali-esoterici trasmessi dall’antichità illuminata, vengono ignorate.

E’ troppo faticoso trasferire di livello la propria consapevolezza: meglio cullarla nell’illusione infantile di quella che falsamente si definisce “realtà” e baloccarsi con tutti gli epifenomeni che cambiano costantemente il loro standard di percezione, di modo che si è come l’asino e la carota: una rincorsa continua, affannosa, stressante. Noi viviamo in un contesto sociale che è uno specchietto per le allodole, in cui ciò che succede è solo la punta dell’iceberg sommerso in profondità, e il mondo è ostaggio di questa attenzione sclerotica e puerile a tutto ciò che è passeggero, effimero, transeunte, mentre ciò che alimenta questa realtà, e tutto ciò che è eterno, permanente e immutabile è uno straniero per l’uomo di oggi, che vive la misera vita dei personaggi schiavi nella caverna di Platone: crede a ombre fuggevoli che vengono fatte passare davanti ai suoi occhi scambiandole per realtà. Una realtà destinata ad afflosciarsi su se stessa rivelandosi il paravento di cartone che è veramente.

Simon Smeraldo

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