Il governo Conte (Lega + M5S) ed il catastrofismo della sinistra borghese
Il governo M5S-Lega, nella sua forma più presentabile ai poteri forti, è stato costituito. Il contenuto della sua opera, il suo ruolo nella lotta fra interessi dei poteri forti (UE, Nato, BCE, FMI) e interessi delle masse popolari dipende da un unico fattore: da quanto farà ricorso ad una vasta mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari per bloccare la chiusura o delocalizzazione di aziende, per la cancellazione della riforma Fornero, per attuare misure per la riduzione delle speculazioni finanziare sul debito pubblico (blocco provvisorio del pagamento di parte degli interessi).
Il Contratto di governo fra M5S e Lega era, già al momento della sua ratifica, sia un compromesso fra le due forze (il M5S, una forza di sinistra borghese animata dalla convinzione che per evitare gli effetti peggiori della crisi sia sufficiente mandare al governo “persone oneste” e “di buona volontà”; la Lega, un partito che per i vertici della Repubblica Pontificia svolge il servizio di alimentare la mobilitazione reazionaria che gli stessi “poteri forti” promuovono su ampia scala e attuano per mezzo dei partiti delle Larghe Intese), sia un compromesso fra i due partiti e i vertici della Repubblica Pontificia (dal Contratto sono scomparsi l’abrogazione del Jobs Act, la revisione dei trattati, la negoziazione del debito e tanti altri “cavalli di battaglia” di entrambi i partiti nella campagna elettorale), questo governo Conte è un’ulteriore accrocchio che ha come principale contraddizione il voler tenere insieme capre e cavoli.
E’ un governo estremamente debole e precario perché
- è sotto assedio dei poteri forti, del sistema di informazione, dei grandi gruppi finanziari (agenzie di valutazione del debito, mercati, ecc.) più di quanto il M5S sia stato sotto assedio fino ad oggi in ragione del fatto che la sua formazione ha impedito l’installazione di un governo emanazione diretta dei vertici della Repubblica Pontificia ed espressa manifestazione dei loro interessi (sottomissione alla Comunità Internazionale degli imperialisti UE, USA e sionisti, continuazione e approfondimento dell’attacco a tutto tondo dei diritti e delle conquiste delle masse popolari, ecc.);
- per la sua natura, per le sue caratteristiche e per i motivi che hanno portato alla sua costituzione, è un governo estremamente permeabile e orientabile dalla mobilitazione delle masse popolari;
- è stato presentato dai suoi promotori come “il governo del cambiamento”, ma non è il governo di emergenza di cui la classe operaia e le masse popolari hanno bisogno per fare fronte alla situazione. Chi si illude che “possa cambiare le cose” in modo radicale, rimarrà deluso e, in un tempo più o meno breve, cercherà altre soluzioni.
I quasi 11 milioni di voti raccolti dal M5S e più di 5 milioni raccolti dalla Lega alle elezioni del 4 marzo fanno un totale di 15 milioni di persone: la maggioranza di questa cifra non è (non può essere) parte dei poteri forti, dei grandi capitalisti, dei padroni. La grande maggioranza appartiene a quei settori che per vivere devono lavorare, cioè a quei settori di riferimento di tutti coloro che vogliono “cambiare il corso delle cose”. Pensare e affermare che “non capiscono niente, sono pecoroni stupidi” fa di chi lo pensa e lo afferma un servetto sciocco dei poteri forti, quel campo della società il cui motto è magistralmente riassunto dalla famosa frase di Taylor “gli operai sono pagati per lavorare, non per pensare” e che oggi è ripreso dalla borghesia di sinistra, al contesto nostro: “è bene che gli operai pensino a lavorare che a governare il paese è meglio ci pensino quelli che lo sanno fare”. Ma “quelli che lo sanno fare” lo fanno in nome e per conto della classe dominante: necessariamente la “voglia di occuparsi del paese, della società e della politica” comporta, per i lavoratori e le masse popolari, di fare i conti con inesperienza, fregature, errori, speranze mal riposte. Di fondo, però, c’è che i partiti a cui si erano affidati fino ad oggi (anche quelli di “sinistra radicale”… ricordate il PRC nel governo Prodi?) li hanno traditi. Che oggi chi li ha traditi venga a pontificare sul pericolo del fascismo (quel fascismo contro cui i democratico-borghesi e i radicali-borghesi non hanno mai fatto nulla, tranne al massimo lagnarsi, mentre contribuivano a criminalizzare e reprimere il movimento antifascista popolare con denunce e arresti) è ridicolo e farsesco. Che chi ha contribuito direttamente (cioè sostenendo) o indirettamente (cioè non promuovendo la mobilitazione senza se e senza ma) alla precarietà del lavoro (oggi Jobs Act, la premessa è la legge Treu fatta dal “centro-sinistra”; oggi Fornero, la premessa è la legge Maroni; oggi Buona Scuola, la premessa è la riforma Berlinguer, ecc. ecc.) oggi venga a parlare del “pericolo di azzeramento dello stato sociale” è ridicolo e farsesco. Chi oggi chiama alla mobilitazione a oltranza, antifascista, democratica, progressista… fino a ieri dove era? Quando è stata approvata la legge Fornero (3 ore di sciopero di CGIL, CISL e UIL) dove era?
Il governo M5S-Lega non è il governo di emergenza di cui i lavoratori e le masse popolari hanno bisogno e non è nemmeno il governo amico dei lavoratori e delle masse popolari (ma può contribuire a creare le condizioni – alimentare la coscienza e l’organizzazione dei lavoratori che è possibile prendere in mano il destino del paese – affinché il prossimo governo sia un vero governo di emergenza popolare). Compagni, non facciamo gli ingenuotti e lasciamo da parte la concorrenza elettoralista: esiste un governo borghese che è amico dei lavoratori e delle masse popolari? Esiste un governo che può affermare gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari senza rompere – rompere con risolutezza e duramente – con i poteri forti? Davvero c’è qualcuno che pensa che un governo espressione di un eventuale vittoria elettorale di Potere al Popolo avrebbe potuto attuare il programma elettorale? Se la risposta è sì, siamo di fronte a un ingenuotto o a un imbroglione.
Il governo M5S-Lega è debole e precario. E’ sotto stretta osservazione dei vertici della Repubblica Pontificia, delle agenzie di rating, della BCE, dei vertici NATO. Tali attenzioni sono il preludio a un intervento indiretto (spread, borse, debito) o diretto (colpi di mano, ricatti, ecc.) dei poteri forti sull’operato del governo per mandarlo a gambe all’aria e installarne uno che dia maggiori garanzie. E’ possibile che maggiori garanzie siano anche solo sfumature (del resto Tria non è Savona e Savona non è Che Guevara), ma la governabilità dell’Italia è decisiva per la tenuta della UE e per le scorribande della NATO. Poste la debolezza e la precarietà del governo M5S-Lega, sia lasciamoli lavorare che cacciamoli sono una cambiale in bianco ai vertici della Repubblica Pontificia. I lavoratori e le masse popolari hanno l’interesse immediato e di prospettiva
- di mobilitarsi affinché il governo Lega-M5S attui le parti più progressiste del Contratto di governo (in particolare abolizione della legge Fornero, abolizione di pensioni d’oro, vitalizi, stipendi d’oro per i funzionari…. (continua: www.carc.it)
Stralcio di un comunicato del Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
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