Post mattarello… Ed ora si dia fiato a trombe e campane – Pareri misti sul non governo Lega + M5S
Mattarella indica il “tecnico” Cottarelli come presidente del consiglio di transizione “per la salvezza dei risparmiatori, della compattezza nella UE e per rassicurare i mercati”. Mi è molto difficile prendere una posizione, a volte il “meno peggio” risulta essere il male assoluto, dipende dalle situazioni. Fatto sta che dopo lo scontro tra Mattarella, Salvini e M5S, apparentemente sulla nomina di Savona a ministro dell’economia, la scena politica nazionale è diventata una sceneggiata. Siamo all’ammauina generale. Populisti contro populisti, istituzionalisti contro istituzionalisti, democratici contro democratici, destra contro destra, sinistra contro sinistra… Siamo alla schizofrenia del tutti contro tutti. Ognuno con le proprie ragioni inoppugnabili. Purtroppo sarà difficile riportare un po’ di sensatezza nella conduzione della cosa pubblica. L’Italia si prepara a diventare una specie di Siria europea…. potevamo (o possiamo) evitarlo? Un dato è certo, senza voler fare della “dietrologia”, se il PDrenzi avesse accettato di fare una alleanza con il M5S, come da richiesta specifica di Mattarella ed incarico perlustrativo affidato a Fico, magari oggi non saremmo a questo punto. Renzi ha preferito lo scatafascio, il muoia Sansone con tutti i Filistei, e nessuno se ne gioverà, men che meno il PD che scenderà ancora nel gradimento popolare…
Comunque riporto alcuni pareri, di persone “ragionevoli”, sulla situazione attuale, anche se contrastanti potranno forse chiarire meglio la situazione in cui ci troviamo.
“Io avrei considerato giusto affidare il governo del paese ai vincitori delle elezioni e cioè alla Lega e ai 5S e avrei considerato doveroso affidarne la guida ai massimi rappresentanti politici dei vincitori e cioè a Salvini e a Di Maio, massime espressioni della volontà popolare. La scelta dei vincitori si è invece indirizzata verso il professor Conte e il professor Savona che non sono certamente espressioni di detta volontà popolare. Il Presidente Mattarella avrebbe desiderato una simile soluzione ma la si è vista negare da chi invece avrebbe dovuta proporgliela, sempre in nome della sovranità popolare che viene così impugnata in modo a dir poco discutibile. Quindi secondo i due statisti rispecchierebbe di più la sovranità popolare un governo Conte – Savona che nessuno ha eletti, che un governo Di Maio – Salvini e/o Giorgetti come avrebbe desiderato Mattarella e che avrebbe meglio rispettato la volontà popolare. Oppure si vorrebbe sostenere che un simile governo Salvini- Di maio-Giorgetti sarebbe stato espressione delle Agenzie di rating, del mercato e degli eurocrati? Mattarella non mi pare abbia voluto attentare alla sovranità popolare. Anzi. Penso abbia voluto fare chiarezza su questo punto affidando la guida del governo a chi aveva vinto le elezioni nelle persone che meglio le rappresentavano . La scelta dei due cosiddetti statisti di varare invece un governicchio di tecnici e di figure politiche di secondo piano sottraendosi poi Di Maio da qualsiasi responsabilità di governo è politicamente incomprensibile e altamente irresponsabile a fronte di un programma -contratto di governo ambizioso e altamente conflittuale con le istituzioni europee . Perché sottacere che c’è stato un veto dei due statisti non su un ministro simpatico a Berlino ma su un dirigente di alto profilo politico della Lega come Giorgetti a ministro dell’Economia come proposto da Mattarella? Giorgetti sarebbe un servo dei poteri forti? Ma Salvini e Di Maio volevano davvero fare un governo?” (Antonio Castronovi)
“La Carta costituzionale è molto chiara sul presunto tradimento di Mattarella: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri”. Il MoVimento 5 Stelle deve decidere se andare al voto subito o fare lo stato di accusa, perché se chiedono le urne e lo scioglimento delle Camere, è chiaro che ciò è incompatibile con l’impeachment. Non ci sono comunque precedenti: non si è mai verificata la messa in stato d’accusa, ma ne fu investito Giovanni Leone che però si dimise prima. Accadde anche a Francesco Cossiga, ma non ebbe luogo perché lasciò il Quirinale due mesi prima della scadenza del settennato.” (Raul Lovisoni)
“Mi stupisco di persone che non riescono a percepire la gravità di quanto sta accadendo… Salvini potrà essere uno st… (io non l’ho votato che sia ben chiaro…), ma questo non toglie che il problema non è questo. Per la prima volta in Italia, dopo 30 anni almeno, nonostante i governi precedenti hanno continuato a preservare un sistema elettorale che lo mette a quel posto alla democrazia, abbiamo un minimo di democrazia: un popolo che esprime una preferenza, dei parlamentari VISIBILI E TRASPARENTI. DEMOCRAZIA parlamentare significa che ci siano persone ben identificabili che esprimono la volontà del popolo. LE LORO SCELTE VANNO RISPETTATE xké esprimono la volontà del popolo – Questa è un po’ di DEMOCRAZIA! L’Italia è ormai un paese con autonomia decisionale quasi a zero… in ogni caso a parte un colpo iniziale nei mkt, non credo che Savona, Salvini e Di Maio abbiano interesse a mandare in crisi l’italia… non sarebbe stato un governo che dice sempre SI a tutto… sarebbe stato un governo di dialogo con l’esterno” (Dario Ruggero)
“Visto che il primo tempo della partita per la formazione del nuovo governo si era chiuso a loro svantaggio, con il secondo tempo il M5S & Lega hanno raggiunto l’obiettivo di prendere due piccioni con una fava: mettere in cattiva luce il Quirinale ed andare a nuove elezioni, nelle reciproca speranza di raggiungere, autonomamente ognuno, la soglia del 40% per fare asso piglia tutto. L’impuntatura sul nome di Paolo Savona, a ministro dell’economia, è stata usata semplicemente come chiave di volta per raggiungere tale obiettivo.” (Leopoldo Sorrentino)
“La tragedia di un Movimento si consuma tra la disperazione del fallimento e le immediate strategie di sopravvivenza. Luigi Di Maio si guarda indietro e poi avanti. Guarda a quando era lui a tracciare un percorso, a gestire i tempi e i modi delle trattative, prima che Matteo Salvini guadagnasse spazio, strappasse al grillino lo scettro del populismo e cominciasse a dettare i ritmi della crisi…” (Federico Capurso)
“…per la verità il governo mancato non aveva detto di voler uscire dall’euro. In ogni caso, alle elezioni gli elettori potranno votare tenendo conto dell’accaduto. Temo però che le elezioni aspetteranno un bel po’. C’è l’estate, poi la finanziaria, poi natale e capodanno e poi chissà. Che si voti per Carnevale? Non è serio. Poi c’è la quaresima e pasqua e si offenderebbero le sensibilità religiose, insomma si tirerà avanti…” (Alessio Papini)
“Passatami la sindrome del day after, a mente fredda, su quanto ha portato alla crisi politico-istituzionale di domenica 27 maggio, la stesura del “contratto” tra M5S e Lega, sembra più la stesura di una sceneggiatura che doveva portare a questo epilogo o se volete a questo finale. I motivi? Beh: se ci fosse stato il governo di garanzia del Quirinale, dopo il primo forfait del tentativo del governo M5S – Centrodestra, i tempi per nuove elezioni sarebbero stati più lunghi, oggi, alla luce delle tensioni in atto, saranno sicuramente più brevi. Credo che M5S e Lega vedano in questa fase, come vento favorevole a loro, pure la crisi del PD e la lungaggine dei tempi di una sua ripresa, poi l’inconsistenza della sinistra a sinistra del PD, che al di là dell’esigua forza elettorale, ancora non ha trovato la quadra intorno ad una linea politica accattivante, da intercalare tra quell’elettorato che da tempo ha perduto e che insegue da anni. E’ così che M5S e Lega, se ancora quest’ultima si presenterà in coalizione con Forza Italia e Fratelli d’Italia, oppure alleata del M5S, approfittando di questa situazione di stallo, pensano di fare ulteriore incetta di voti, sperando, l’uno o l’altro, di guadagnarsi la piena guida di un nuovo governo.” (Leopoldo Sorrentino)
“Il boia ha un nome: Carlo Cottarelli, il maggior esperto di uso ingannevole della terminologia finanziaria, quello che usa lo spread ed il rating come sistema di governo e predica l’esclusione dello Stato dall’economia come parametro di efficienza di un’economia di mercato…” (Romeo Giusti)
Paolo D’Arpini