NPCI: “Bando a ogni attesa! Non stare a vedere cosa farà il governo Di Maio – Salvini!”
Chi sta a vedere cosa farà il governo Di Maio – Salvini, lascia spazio libero ai vertici della Repubblica Pontificia! Chi predica di stare a vedere, collabora con i vertici della Repubblica Pontificia!
Le elezioni del 4 marzo hanno confermato una grande verità: la borghesia e il clero riescono sempre meno a controllare l’orientamento, le idee, i sentimenti e la condotta della grandi masse. Gli esponenti delle Larghe Intese avevano fatto una legge elettorale apposta per vincere le elezioni e invece hanno perso milioni di voti rispetto alle precedenti elezioni del 2013. Borghesia e clero fanno di tutto, ricorrono a ogni manovra e a tutte le risorse della tecnica e della scienza asservite ai loro soldi, governano scuole e mezzi di comunicazioni di massa, conducono campagne di denigrazione del movimento comunista e delle rivendicazioni dei lavoratori, di diversione dalla realtà e di intossicazione delle idee e dei sentimenti, hanno trasformato giornali e TV in bollettini parrocchiali e vetrine pornografiche, ma non riescono a impedire l’effetto dell’esperienza pratica sulle idee e sui sentimenti delle masse popolari. Fanno di tutto per impedire che le masse popolari ragionino, ma non riescono a impedire che l’esperienza pratica moltiplichi la loro indignazione per il corso delle cose e che noi comunisti indichiamo la via, anche se i nostri mezzi sono ancora molto ridotti e sta a noi moltiplicarli.
Il M5S ha raccolto voti perché ha promesso di rompere con il programma comune della borghesia imperialista attuato dai governi delle Larghe Intese (Berlusconi, Prodi, Monti, Renzi e ausiliari). La Lega ha portato via voti al partito di Berlusconi perché ha anch’essa promesso di rompere con il “pilota automatico” di Draghi e della Banca Centrale Europea.
Finché la borghesia e il clero sono vincolati al suffragio elettorale che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, nella prima parte del secolo scorso, hanno dovuto rendere universale e a quel tanto di libertà di espressione che ancora resta delle conquiste del secolo scorso, costituire un governo stabile diventa per loro sempre più difficile in Italia come in tutti gli altri paesi imperialisti. I gruppi imperialisti, finanziari e industriali, litigano tra loro, sono divisi da reali, ineliminabili e inconciliabili contrasti d’interesse. È sempre più difficile per loro anche mettersi d’accordo su quali misure prendere nelle politiche interne dei singoli paesi e nelle relazioni internazionali. Ognuno di loro fa ricorso alle masse popolari contro l’altro e le masse popolari sono sempre più malcontente e insofferenti del corso delle cose.
Ritornando al nostro paese, il governo Di Maio (10.7 milioni di voti) – Salvini (5.7 milioni di voti ma con alle spalle i soldi e le relazioni di Berlusconi che ha dato il via libera e la lunga e diffusa pratica di partecipazione della Lega Nord alle Larghe Intese) nasce, se nasce, con il consenso e con accordi sotterranei con i vertici della Repubblica Pontificia, dell’UE, della Banca Centrale Europea e della NATO. Infatti nei due mesi passati dal 4 marzo né M5S né Lega hanno mobilitato i loro elettori e attivisti a esigere che Mattarella rompesse gli indugi, la smettesse col teatrino delle consultazioni e nominasse un capo del governo. Il nuovo governo sarà tanto più ligio ai loro voleri, quanto più numerosi saranno quelli che stanno a vedere cosa farà sperando in dio, come se su un melo potessero nascere pere. Tradirà le promesse elettorali del M5S e della Lega tanto più apertamente e profondamente, quanto meno ampia sarà la mobilitazione per esigere il pieno rispetto delle promesse elettorali e la piena attuazione delle parti progressiste della Costituzione del 1948 che il referendum del 4 dicembre 2016 ha impedito venisse stravolta anche ufficialmente.
Come nuova edizione mascherata del governo delle Larghe Intese asservito agli interessi dell’oligarchia finanziaria, industriale e militare internazionale, il governo Di Maio – Salvini non andrà lontano: per gli stessi motivi per cui si sono arenati i precedenti governi delle Larghe Intese. Il corso delle cose ha reso ancora più stringenti quei motivi. Esso nasce in netto e aperto contrasto con le aspirazioni degli elettori che in questi ultimi anni si sono staccati dai partiti delle Larghe Intese ai quali erano legati per tradizione e hanno votato M5S o Lega. Tanto meno andrà lontano quanto più vasta e più energica sarà la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari e in particolare degli stessi elettori e attivisti del M5S e della Lega per far rispettare le promesse elettorali, per creare nel paese un nuovo potere di organizzazioni operaie e popolari, per imporre la piena attuazione delle parti progressiste della Costituzione del 1948, per esigere quindi l’abolizione della legge Fornero e del Jobs Act, il ripristino delle autonomie locali con le necessarie dotazioni di entrate e l’annullamento dei debiti con le banche e i fondi d’investimento, un grande piano di spesa pubblica in vista della piena occupazione in un lavoro utile, stabile e dignitoso, per la cura del territorio e la bonifica dell’ambiente, per una sanità universale efficiente, per la rinascita della scuola e dei saperi, per la difesa dei beni e dei servizi comuni, per far valere la sovranità nazionale e democratica, contro l’Europa della finanza, contro la NATO per un’Italia che ripudia la guerra.
L’oligarchia finanziaria, industriale e militare che si arroga il diritto di governare il mondo (di cui fanno parte i vertici della Repubblica Pontificia, dell’UE e della NATO) si opporrebbe con ogni mezzo a quest’opera di governo, ma dovrebbe vedersela non con i vertici di M5S e Lega, non con i deputati che i soldi di Berlusconi possono comperare, ma con masse popolari sempre più mobilitate e organizzate.
Quello a cui noi comunisti chiamiamo è un piano di guerra per porre fine al catastrofico corso delle cose. È un piano di resistenza alle manovre e agli attacchi dei vertici della Repubblica Pontificia. Noi chiamiamo a costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate. Le condizioni per un simile governo le creano tutti quelli che da subito si mobilitano contro la sottomissione del probabile governo Di Maio – Salvini ai vertici della Repubblica Pontificia.
Nel nostro paese non ci sono ancora le condizioni per instaurare il socialismo, ossia non vi è ancora una larga e organizzata adesione da parte degli operai delle aziende capitaliste e dei lavoratori delle aziende e istituzioni pubbliche ai programmi e alla via indicati da noi comunisti. Ma avanzare verso l’instaurazione del socialismo è l’unica via per farla finita con il catastrofico corso delle cose che il sistema imperialista impone al nostro paese e in tutto il mondo. La rivoluzione socialista nei paesi imperialisti è l’unica cosa che può arrestare o anche solo frenare l’aggravarsi e il dilagare della guerra sul piano internazionale e del terrorismo nei singoli paesi. La lotta contro il governo delle Larghe Intese e contro la sua riedizione sotto mascherate spoglie, sarà per il nostro paese un passo avanti verso la mobilitazione e l’organizzazione necessarie per instaurare il socialismo.
Noi comunisti quindi chiamiamo e partecipiamo alla mobilitazione e all’organizzazione per l’attuazione piena e aperta delle promesse elettorali del M5S e per la piena attuazione delle parti progressiste della Costituzione del 1948 che i governi della Repubblica Pontificia (I e cosiddetta II Repubblica insieme) hanno ignorato o calpestato. Chi prenderà questa strada, anche se oggi non è d’accordo con noi, trarrà via via lezione dal corso delle cose. Siamo certi che continueremo ad avanzare insieme con tutti quelli che non sacrificheranno gli interessi e gli ideali di giustizia, di eguaglianza e di libertà delle masse popolari.
Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@riseup.net