Gaza, 14 maggio 2018 – Sionisti disumani fanno strage di palestinesi disarmati – Quanto sta accadendo in Palestina non è lotta contro il terrorismo, ma un crimine contro l’umanità.

Gaza, 14 maggio 2018 – Non siamo in presenza di una guerra né di una guerriglia. Si parla di 58 palestinesi uccisi in poche ore, uomini disarmati e trasformati in bersagli dall’esercito israeliano. Una strage immane con la diretta e attiva complicità dei governi e dei media occidentali, italiani inclusi, non basta dire che gli ambasciatori europei non partecipano al trasferimento della ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, quel trasferimento che viola e calpesta le stesse risoluzioni Onu che negano Gerusalemme come “capitale dello stato ebraico”.

Perfino il diritto internazionale, o quanto resta di questa finzione, viene calpestato, si uccidono minori, disabili in sedia a rotelle, si arrestano decine di attivisti rinchiudendoli in carceri di massima sorveglianza impendendo per mesi ogni contatto con la famiglia e i legali. Organismi internazionali hanno piu’ volte denunciato la illegittima detenzione di minori, allarmi e denunce rimaste inascoltate.

Perfino Amnesty parla di aberrante violazione dei diritti umani, di abietta violazione del diritto internazionale e dei diritti umani a Gaza. L’Italia è corresponsabile di questa strage, solo pochi giorni fa ha permesso al Governo di Israele di vendere un’immagine falsata alla opinione pubblica internazionale ospitando alcune tappe del Giro d’Italia.

Solo nell’ultimo anno sono aumentate del 55% le esportazioni di armi verso Israele, un paese che ha dichiarato guerra al popolo palestinese, un popolo disarmato e rinchiuso dentro campi profughi dove si vive in condizioni di grave indigenza. Israele, con il sostegno Usa e il silenzio della Ue sta reprimendo nel sangue manifestazioni e uccide inermi e civili facendoli passare, con la compiacenza di organi di stampa, come pericolosi terroristi.

Ma i terroristi sono altri, terrorista è lo stato di Israele e le sue azioni vano definite per quelle che sono: crimini contro l’umanità e l’autodeterminazione del popolo palestinese.

Fonte: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.it/2018/05/israelequanto-accade-in-queste-ore-non.html

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Articolo di cronaca collegato:

https://www.ilpost.it/2018/05/14/proteste-striscia-apertura-ambasciata-gerusalemme/

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Commento di Marco Palombo:
“Martedì, 15 maggio, ore 17.30 a Piazza Montecitorio – Roma. Sit-in, contro il massacro del popolo palestinese e la decisione del presidente USA, riconoscere Gerusalemme, come capitale d’Israele. Siete tutti invitati a partecipare. Morte all’occupazione e Palestina libera. Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Unione Democratica Araba Palestinese (UDAP) Associazione Palestinesi in Italia (API)”

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Commento di Uberto Tommasi:
“GERUSALEMME – C’è il rischio che la protesta palestinese si allarghi ora a Gerusalemme Est e alla Cisgiordania, dopo la Striscia di Gaza. La carneficina avvenuta nell’enclave, con un numero di morti che continua a salire (61 finora), ha infatti scosso ed emozionato il resto della comunità araba in Israele.
Oggi (15 maggio) poi è l’anniversario della Nakba, la “catastrofe” per gli arabi, il colossale esodo di 700 mila palestinesi dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. E tre giorni di lutto sono stati proclamati dall’Olp per celebrare i funerali di molte delle vittime di Gaza che in giornata troveranno sepoltura.
Tra loro anche una neonata, Leila al-Ghandour, 8 mesi, morta dopo aver inalato gas lacrimogeni negli scontri fra le forze israeliane e i manifestanti, calcolati in quasi 40 mila, in un villaggio vicino alla barriera che separa la Striscia dai confini israeliani, secondo quanto ha fatto sapere il ministero della Sanità palestinese.”

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Commento di Paolo Sensini:
“Da 7 anni Israele colpisce indiscriminatamente obiettivi militari e civili in Siria, ma nel momento in cui le forze anti-aeree siriane rispondono alle loro continue incursioni missilistiche, ecco che Benjamin Netanyahu ribadisce con Mosca “il diritto dello Stato ebraico a difendersi”. Una difesa che si può equiparare, come hanno precisato fonti della sicurezza israeliana, ai “più massicci attacchi aerei in Siria dal 1974″. Alla faccia della difesa! Il tutto abbinato nei giorni seguenti a una strage di una sessantina di civili e quasi tremila feriti palestinesi, bollati indistintamente come “terroristi”. In Siria, invece, i combattenti scagliati contro Assad vengono dipinti dalla narrativa occidentale come “ribelli moderati (e democratici)” da aiutare in ogni modo, mai terroristi islamici contro cui l’esercito siriano combatte dal 2011. Passano gli anni ma la politica d’Israele è sempre la stessa: atteggiarsi a vittime e, nel medesimo tempo, colpire nella maniera più dura possibile chiunque sia d’intralcio ai loro piani. La strategia del “chiagni ‘e fotti”, per dirla alla napoletana. Che trova quasi tutti gli schieramenti concordi: dall’estrema destra all’estrema sinistra, compresi liberali e libertari (europei, perché invece figure come Ron Paul e i libertarians americani la vedono in maniera radicalmente diversa.” (Paolo Sensini)

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