Democrazia falloppia: “Chi forma i governi borghesi?”

Con le consultazioni in corso presso il Quirinale, continua la trama degli incontri, degli scontri e delle manovre, aperte o subdole, fra i partiti borghesi e piccolo borghesi usciti vittoriosi o sconfitti dalle elezioni politiche del 4 marzo. In quale quadro? In quale situazione economica? Secondo gli ultimi dati, la cosiddetta “ripresina” dell’economia italiana non è in aumento, ma in flessione. La disoccupazione giovanile sta crescendo. E, fra gli operai occupati, si registra una continua e tragica sequenza di morti per “incidenti sul lavoro” (come l’ipocrisia infame del padronato continua a chiamarli).

Il debito pubblico italiano si attesta al 131,8% (lo 0,3 % in più di quello che era stato previsto nel mese di febbraio). L’Italia ufficiale continua a “ballare” sul filo dei decimali, in quella reale avanza a grandi passi la miseria. Femminicidi, omicidi e suicidi di giovani si succedono quotidianamente, mentre mafia, camorra e ‘ndragheta estendono il loro potere in varie regioni della penisola. Sono solo alcune delle “delizie” di una società borghese in decomposizione.

Per quanto riguarda le “trattative” per la formazione del nuovo governo, l’oligarchia finanziaria cercherà con ogni mezzo di favorire la formazione di un governo antipopolare ed europeista per proseguire lo smantellamento delle conquiste e dei diritti dei lavoratori, le controriforme istituzionali, la politica di guerra. Quali saranno i veri artefici del nuovo governo borghese, coloro che lo faranno durare per un certo tempo o lo smantelleranno? Torna alla memoria quanto disse Giuseppe Stalin nel 1927 a una delegazione di operai americani: “Diversi governi capitalistici, nonostante l’esistenza di parlamenti “democratici”, sono controllati dalle grandi banche. I parlamenti dichiarano che sono loro a controllare i governi. In realtà, invece, avviene che la composizione dei governi è fissata in precedenza dai maggiori consorzi finanziari, i quali controllano anche l’operato dei governi. […]

E’ sufficiente una piccola pressione finanziaria perché i ministri volino via come fuscelli”. Per combattere tutto questo, per lottare con successo contro ogni governo della borghesia, operai e lavoratori debbono rafforzare la loro unità d’azione in tutti gli organismi nei quali essi sono organizzati, e crearne di nuovi (comitati di fabbrica, comitati di lotta, sindacati classisti, associazioni femminili e giovanili, organismi di lotta antifascista e antimperialista, ecc.), al fine di preparare le condizioni della vittoria rivoluzionaria di un GOVERNO OPERAIO.

Da Scintilla n. 88 – aprile 2018
http://www.piattaformacomunista.com/

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