Non erano buone notizie – Papa Francesco conferma: “L’inferno esiste!”

Il 16 marzo 2015 scrivevo: “Alcune gole profonde vaticane, riferiscono che Francesco avrebbe affermato: “L’inferno è solo una metafora per l’animo isolato, che, come tutte le anime alla fine sarà unita in amore con Dio È giunto il momento di abbandonare l’intolleranza. Dobbiamo riconoscere che la verità religiosa si sta evolvendo e cambiando. La verità non è assoluta o scolpito nella pietra. Anche gli atei riconoscono il divino. Con atti di amore e di carità e l’ateo riconosce Dio e redimere la sua anima, diventando un partecipante attivo nella redenzione dell’umanità. La Bibbia è un bellissimo libro sacro, ma come tutte le grandi opere antiche, alcuni passaggi sono obsoleti. Alcuni le indicano per intolleranza o giudizio. In linea con la nostra nuova comprensione, inizieremo a ordinare le donne cardinali, vescovi e sacerdoti. In futuro, spero che avremo un giorno un papa femmina”

Tali dichiarazioni erano state diramate attraverso un post misterioso, di un tal Filippo Folliero. Ma il post, subito dopo risultava non esistente o inagibile, forse oscurato.

Sembrava quindi che tutta la notizia fosse una bufala o il risultato di una “falsa speranza”.

Riguardo alla “non esistenza” dell’inferno, Eugenio Scalfari in un dialogo pasquale personale con il pontefice, di alcuni giorni fa, era tornato sull’argomento dicendo che “Francesco era d’accordo”…. Ma l’affermazione è stata prontamente contraddetta dalla santa sede: “Il Vaticano smentisce Eugenio Scalfari. “Il Santo Padre Francesco – afferma un comunicato della sala stampa della Santa Sede – ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall’autore nell’articolo è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo – precisa ancora la nota vaticana – deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre”.

Se invece quanto riferito da Scalfari fosse stato veritiero significherebbe che questo papa ha completamente accettato il mio consiglio espresso in questo articolo che vi invito a rileggere:
http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/11/appello-papa-francesco-di-spogliarsi.html, in cui fornivo buoni consigli al mantenimento della istituzione ecclesiastica.

Mi auguro che anche questo mio post non venga “oscurato”…

Paolo D’Arpini

Integrazione ricevuta:

L’Inferno è l’idea più atroce che sia comparsa nella storia umana: che una persona per i suoi peccati (anche per un solo peccato, secondo i teologi), debba bruciare nel fuoco eternamente.

Un’idea di una tale atrocità che la ragione, se la pensa seriamente, la rifiuta.

Che, nella sua atrocità estrema, si nega da se stessa.

Che contrasta col Dio amore, il quale ama di un amore infinito tutti i suoi piccoli figli gli uomini; amore infinito rispetto al quale ogni peccato, ogni delitto, anche il più crudele, nella sua finitudine, non ha consistenza, è meno che una pagliuzza nell’oceano di fuoco del sole. Tra infinito e finito non c’è proporzione.

Inferno la cui prima genesi sta nel mito della caduta degli angeli attratti dalla bellezza delle donne, e che ad esse si uniscono e generano dei giganti; ma così si pervertono e diventano principio di male per l’uomo, diventano demòni; e per essi Dio avrebbe creato l’inferno, una punizione materiale per degli esseri spirituali; che però, sempre nella visione mitica antica, avrebbero un corpo sottile fatto d’aria.

Questo mito, che compare già nel cap. 6 della Genesi, è ripreso e sviluppato definitivamente nel Libro di Enoc, il capostipite dell’Apocalittica, la letteratura e mentalità che domina l’ebraismo dal secondo secolo avanti Cristo al secondo dopo Cristo, e penetra anche nel dettato evangelico e neotestamentale; e spiega il comparirvi di certe espressioni.

L’inferno diventa poi il grande strumento della religione del timore, che domina la Chiesa e la sua storia. Forse papa Francesco può liberarcene? Lo speriamo.

Prof. Arrigo Colombo

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